Catechismo degli Adulti
3. Di qua e di là della morte
La festa iniziata
[752]
La comunione germoglia nel tempo e tende alla pienezza definitiva, tra le resistenze dell’umana debolezza. Sarà perfetta solo nell’eternità; allora «saremo simili» a Dio e «lo vedremo così come egli è» (1Gv 3,2).
Il Signore ha già concluso irrevocabilmente il patto di nozze con la Chiesa, ma ancora non l’ha introdotta nella sua casa: l’ha posta in una situazione analoga a quella delle spose ebree nel tempo più o meno lungo che intercorreva tra il contratto e la festa nuziale. Intanto la circonda di premure, perché diventi più bella e possa comparire davanti a lui al momento giusto «tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,27).
La Chiesa, da parte sua, anela alla gioia ineffabile della perfetta comunione. Celebra nella festa il senso ritrovato della vita e della storia. E, mentre loda e ringrazia l’Amore creatore e salvatore, sente di ricevere nuove energie per il suo difficile cammino. «Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché son giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta, le hanno dato una veste di lino puro splendente» (Ap 19,6-8). Questo canto di lode risuona nell’immensa assemblea celeste; ma ad esso si associa anche l’assemblea dei credenti sulla terra.
| CCC, 1042-1045 |
Chiesa in cammino, nella purificazione e nella gloria
[753] Nella preghiera eucaristica si fa menzione del papa e del vescovo, dei presenti e degli assenti, dei santi e dei defunti. In molte chiese, popolate di immagini sacre, arcane presenze sembrano aggiungersi all’assemblea dei fedeli. La comunione di carità in Cristo supera ogni barriera, anche quella della morte.
«Alcuni tra i suoi discepoli sono ancora in cammino sulla terra, altri hanno lasciato questa vita e sono sottoposti a purificazione, altri infine godono la gloria del cielo contemplando chiaramente Dio stesso uno e trino così come egli è; tutti però, in gradi e modi diversi, comunichiamo nella stessa carità verso Dio e verso il prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria. Infatti coloro che sono di Cristo e ne possiedono lo Spirito, formano insieme una sola Chiesa e in lui sono congiunti gli uni agli altri. L’unione quindi di quelli che sono ancora in cammino con i fratelli che sono morti nella pace di Cristo non viene interrotta, ma, come crede da sempre la Chiesa, viene invece consolidata dalla comunicazione nei beni spirituali»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 49. La Chiesa, nella triplice condizione di cammino storico, di purificazione ultraterrena e di gloria celeste, è una sola grande famiglia, con un’intensa comunicazione di beni.
Noi pellegrini sulla terra veneriamo i santi del cielo, invochiamo la loro intercessione, imitiamo il loro esempio. Aiutiamo i defunti bisognosi di purificazione con la preghiera di suffragio e con il nostro impegno di conversione e di carità.
Da parte loro i giusti, morti in pace con Cristo, sono diventati più vicini a Dio e quindi anche a noi; operano nella storia con maggiore efficacia di quando erano sulla terra, a somiglianza del Signore Gesù che ha dispiegato la sua potenza salvifica soprattutto dopo la sua morte e risurrezione. La loro carità è più perfetta di prima e li spinge a partecipare intensamente alla fatica dei vivi e a intercedere per loro presso Dio.
| CdA, 973 CONFRONTAVAI |
Un’immensa assemblea
[754]
L’odierna cultura dell’effimero sembra non aver memoria per i padri che ci hanno preceduto, né premura per le generazioni che verranno. La fede della Chiesa ci mette invece in comunione con tutti e con tutto. Noi pellegrini nel tempo ci ritroviamo insieme con gli angeli, i santi e i defunti in un’immensa assemblea, in una festa cosmica. «Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della nuova alleanza» (Eb 12,22-24).
Soprattutto, la Chiesa si sente in comunione con la Vergine Maria, la sua prima e più perfetta realizzazione, che, assunta alla gloria celeste in anima e corpo, la precede alle nozze eterne e nello stesso tempo l’accompagna con materna premura durante il suo cammino storico. «In te si rallegra, o piena di grazia, ogni creatura»
Liturgia bizantina, Inno “In te si rallegra”. | CCC, 972CCC 1044 |
[755] «Noi crediamo alla comunione di tutti i fedeli in Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la loro purificazione e dei beati del cielo; tutti insieme formano una sola Chiesa»
Paolo VI
,
Credo del popolo di Dio
, 30.
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