Catechismo degli Adulti
3. Soggetti, modi, luoghi e tempi del celebrare
Chi celebra
[653] La liturgia è innanzitutto azione di Cristo, eterno sacerdote; ma è anche celebrazione della Chiesa, intimamente associata a lui nel santificare gli uomini e nel lodare il Padre. In quanto azione di Cristo, la liturgia è una e perfetta; in quanto attività della Chiesa, immersa nella storia, varia secondo le tradizioni culturali, la formazione spirituale e la sensibilità pastorale delle concrete comunità cristiane e dei loro ministri.
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[654] Il soggetto che celebra il culto liturgico è sempre la Chiesa universale, unita a Cristo. Ma essa si esprime visibilmente attraverso assemblee e singole persone che la rappresentano legittimamente.
Si può trattare dell’assemblea eucaristica presieduta dal vescovo o dal parroco, della comunità monastica o del gruppo di fedeli riunito per la liturgia delle ore, del sacerdote che da solo celebra la Messa o la liturgia delle ore. Ovviamente è da preferire, ogni volta che i riti lo comportano, una celebrazione comunitaria, che esprime con più verità e pienezza la Chiesa
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 27. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 14. | |
Come celebra
[655] Nella celebrazione il popolo di Dio, attraverso la mediazione dei segni, ricorda e attualizza il mistero pasquale, per lodare il Signore e accrescere la comunione con lui.
I riti devono essere capaci di attirare e coinvolgere la comunità. Devono parlare da soli, senza eccessive spiegazioni. Ripetitività e creatività sono ambedue importanti: bisogna contemperarle con saggezza. I gesti devono essere veri, concreti, espressivi, non estenuati e ridotti al minimo. Occorre una sapiente regia, per dare massimo risalto al rito essenziale, rendere nitidi anche i riti sussidiari, che illustrano i vari aspetti della grazia, coordinare e finalizzare a un significato fondamentale tutti gli elementi: di parola (monizioni, omelia), di musica (canti e suoni), di ambientazione (luci, fiori, immagini). Il sacerdote che presiede non deve accentrare tutti i compiti; deve anzi valorizzare l’apporto di vari ministri: lettori capaci di dare voce persuasiva alla parola, cantori ben integrati nell’azione rituale, accoliti e ministranti per il servizio dell’altare, incaricati per l’accoglienza, volontari per accompagnare anziani e disabili... Tutto deve procedere con ordine e tranquillità. È perciò indispensabile un’accurata preparazione con un’attenta individuazione e concertazione degli interventi.
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Dove celebra
[656]
Per radunarsi la comunità ha bisogno di una casa, concepita non alla maniera del tempio pagano come un’abitazione riservata alla divinità e alla sua immagine, ma come il luogo dell’assemblea e dell’incontro con Dio. Essa diventa il simbolo della comunità stessa; ne esprime la fede, i valori culturali, la storia, le speranze, un po’ come una casa privata custodisce le memorie e gli affetti di famiglia.
Lo spazio deve essere configurato in modo da favorire lo svolgimento delle varie celebrazioni liturgiche e la preghiera personale. L’altare, mensa per l’eucaristia e simbolo di Cristo, occupa il centro visivo. L’ambone, tribuna riservata esclusivamente alla proclamazione della Parola e alla predicazione, si colloca opportunamente tra l’altare e l’assemblea. La sede della presidenza trova posizione nel presbiterio. Il fonte battesimale conviene sia posto vicino all’ingresso. La sede della riconciliazione deve essere decorosa e ben visibile, idonea per il dialogo riservato, la lettura della Parola e l’imposizione delle mani. Il tabernacolo, dove si conserva l’eucaristia dopo la Messa, deve essere degno e sicuro, possibilmente situato in una cappella adatta all’adorazione, aperta sull’ambiente maggiore dell’assemblea. Tutti questi elementi devono essere correlati tra loro; possono anche essere arricchiti di immagini, che esprimano la fede e siano strumenti di catechesi per il popolo cristiano. Lo spazio principale deve poi collegarsi ad altri spazi complementari: il sagrato, la sacrestia, le sale per attività pastorali...
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Quando celebra
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La domenica
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La domenica è il giorno del Signore risorto, la Pasqua settimanale
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 106. San Girolamo, Omelia per la domenica di Pasqua. Cf. Codice di diritto canonico, 1247; 1248. Sant’Agostino, Confessioni, 13, 35, 50. | CCC, 2174-2188CdA, 883 CONFRONTAVAI CdA 1118 CONFRONTAVAI |
L’anno liturgico
[659]
Dalla domenica si è sviluppato l’anno liturgico, esplicitando i principali aspetti e momenti del mistero di salvezza. Sul tempo ordinario delle normali domeniche, gradualmente sono emerse le solennità e i “tempi forti”. Per prima è stata accentuata la domenica che segue il plenilunio dopo l’equinozio di primavera ed è diventata la Pasqua annuale, la festa delle feste. Presto la Pasqua si è allargata al Triduo pasquale. Successivamente si è prolungata nei cinquanta giorni del tempo pasquale fino alla Pentecoste ed ha avuto una preparazione nel tempo di Quaresima. Infine, a somiglianza del ciclo di Pasqua, si è formato quello natalizio intorno alla festa di Natale, con l’Avvento come preparazione. In questo percorso annuale sono state inserite le feste della Vergine Maria e dei santi, per proclamare «le opere meravigliose di Cristo nei suoi servi»
Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 111. Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 104.
Ogni eucaristia contiene il «mistero della fede»
Messale Romano, Preghiera eucaristica. | |
Liturgia delle ore
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Come il ciclo annuale, così il corso del giorno e della notte è santificato dalla preghiera, che la Chiesa, unita a Cristo, eleva al Padre nello Spirito. È la “liturgia delle ore”, preghiera di lode e di intercessione per la salvezza del mondo, eco sulla terra del canto celeste
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 83-85. | |
Le benedizioni
[661]
Tutte le circostanze concrete della vita vengono santificate dalla liturgia. A imitazione dei sacramenti, la Chiesa ha istituito i sacramentali
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 60. A somiglianza della preghiera eucaristica, le benedizioni contengono innanzitutto la lode e il ringraziamento, perché Dio ci ha già benedetti con i doni della creazione e della salvezza. Seguono poi la supplica e l’intercessione, perché Dio ci benedica ancora e ci aiuti a valorizzare pienamente le cose, gli ambienti, le esperienze.
Così «la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale»
Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 61. | CCC, 1667-1673 |