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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Attuazione esemplare della missione
[573]  L’evangelizzazione è fondamentalmente sempre la stessa, ma assume accentuazioni diverse secondo le situazioni. Si chiama attività pastorale quando si svolge nell’ambito di comunità cristiane vive e solide; nuova evangelizzazione quando riguarda ambienti di tradizione cristiana scristianizzati; attività missionaria in senso specifico quando è destinata a popolazioni che ancora ignorano Cristo
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 33.
. Quest’ultima rappresenta l’attuazione esemplare della missione affidata da Gesù alla Chiesa e non deve essere appiattita sulle altre, con il rischio di rimanere trascurata.
Il motivo fondamentale
[574] La sua urgenza deriva dalla sua finalità: rendere visibilmente presente in un ambiente umano il mistero della Chiesa, germe e strumento di salvezza, portando il vangelo e fondando Chiese particolari.
«Dire che tutta la Chiesa è missionaria non esclude che esista una specifica missione per i non cristiani»; analogamente «dire che tutti i cattolici debbono essere missionari non esclude, anzi richiede che ci siano missionari per i non cristiani e a vita per vocazione specifica»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 32.
. «Si tratta di una vocazione speciale, modellata su quella degli apostoli», che impegna per sempre tutta la persona «per il servizio dell’evangelizzazione»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 65.
. Sebbene siano preziose anche altre figure missionarie, questi uomini e donne, totalmente consacrati e disposti ad andare dovunque per la causa del regno di Dio, costituiscono il perno dell’attività missionaria. La sollecitudine per queste vocazioni deve coinvolgere tutto il popolo cristiano, così come devono coinvolgerlo altre forme di cooperazione missionaria. La carità non ha confini. Ogni cristiano autentico si sente corresponsabile dell’attività missionaria nel mondo e vi partecipa secondo le sue possibilità: «Prega per le missioni e per le vocazioni missionarie, aiuta i missionari, ne segue l’attività con interesse e, quando ritornano, li accoglie con quella gioia con cui le prime comunità cristiane ascoltavano dagli apostoli le meraviglie che Dio aveva operato mediante la loro predicazione»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 77.
.
Ma perché si deve fare attività missionaria verso i non cristiani? Non possono salvarsi anche seguendo un’altra religione? Non bisogna rispettare la loro coscienza e la loro identità storica? Sono domande che molti oggi pongono.
CCC, 851
L’attività missionaria nasce da una ferma convinzione: Cristo è il Salvatore di tutti gli uomini, anche di quelli che non lo conoscono; è la sorgente originaria dei valori che già possiedono e la mèta nascosta a cui tendono, perché tutti sono creati in lui e orientati alla comunione con lui. Se è vero che i non cristiani di buona volontà sono già aperti al suo amore, in modo da poter ricevere la salvezza, questo è un motivo in più perché conoscano il suo nome e il suo volto, e vivano consapevolmente e pienamente il rapporto con lui. La loro condizione può essere simbolicamente raffigurata da quel macedone, che durante la notte appare in visione a Paolo e lo supplica di venire a evangelizzare il suo paese
nota
Cf. At 16,9.
.
CdA, 353CdA 401CdA 406
La salvezza dei non cristiani
[575]  Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati» per mezzo di un solo «mediatore..., l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1Tm 2,4-6). A lui con il dono dello Spirito Santo associa la Chiesa «come strumento di redenzione per tutti»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 9.
, conferendole «un ruolo specifico e necessario»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 18.
in ordine alla salvezza. La sua misericordia raggiunge anche quelli che non vivono una fede esplicita e un’appartenenza ecclesiale visibile, offrendo loro in Cristo una reale possibilità di salvezza, «in virtù di una grazia che, pur avendo una misteriosa relazione con la Chiesa, non li introduce formalmente in essa, ma li illumina in modo adeguato alla loro situazione interiore e ambientale»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 10.
.
Tutti gli uomini dunque con modalità diverse entrano in rapporto con la Chiesa: i cattolici sono «pienamente incorporati», mentre i catecumeni sono congiunti dal «desiderio esplicito»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14.
; i cristiani non cattolici sono uniti da vari legami
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 15.
; i credenti di altre religioni e i non credenti di buona volontà sono ordinati e orientati ad essa
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16.
, attraverso l’osservanza della legge di Dio scritta nella loro coscienza
nota
Cf. Rm 2,13-15.
. Solo chi per propria colpa, esplicitamente o implicitamente, rifiuta di essere collegato, si esclude dalla salvezza. In questo senso rimane sempre valido il celebre detto: «Fuori della Chiesa non c’è salvezza»
nota
San Cipriano di Cartagine, Lettere, 73, 21, 2. Cf. Origene, Omelie su Giosuè, 3, 5.
, che ha un fondamento nella parola stessa del vangelo: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,16)
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14; Id., Ad gentes, 7.
. Ma solo Dio conosce chi apre il cuore alla grazia e chi lo chiude.
CdA, 24
CONFRONTAVAI
CdA 42
CONFRONTAVAI
CdA 401
CONFRONTAVAI
CdA 582
CONFRONTAVAI
CdA 585
CONFRONTAVAI
Il cristianesimo compimento delle religioni
[576]  Verso Cristo e la sua Chiesa convergono le religioni del 13-278.png mondo, frutto di una ricerca millenaria, che procede «a tentoni» (At 17,27), ma è sostenuta da Dio stesso. Non sono vie di salvezza indipendenti, perché l’unica via è Cristo mediante la Chiesa; ma predispongono ad accogliere la pienezza di Cristo. Insieme a errori e deviazioni, contengono preziose verità, come germi del Verbo divino pronti a ulteriori sviluppi. Le stesse forme di umanesimo non credente presentano valori, che sono «come un dono concesso da colui che illumina ogni uomo, perché abbia finalmente la vita»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16.
. L’incontro esplicito con il Signore Gesù nella comunità cristiana libera questi elementi positivi dalle incrostazioni dell’errore e del peccato e li porta a piena maturazione: «Ogni germe di bene che si trova nel cuore e nella mente degli uomini o nei riti e nelle culture proprie dei popoli» viene «purificato, elevato e portato a compimento»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 17; cf. Id., Ad gentes, 9.
dal cristianesimo. In colui che non è «venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17), tutti possono trovare «la pienezza della vita religiosa»
nota
Concilio Vaticano II, Nostra aetate, 2.
e morale. Valori, costumi e tradizioni, compatibili col vangelo, vengono accolti in una nuova sintesi culturale e vitale, acquistano un più alto significato
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 24.
.
CCC, 842-845
Proposta, non imposizione
[577]  La Chiesa, da parte sua, abbraccia come Cristo tutti gli uomini, compresi i suoi persecutori, perché «giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio» (1Pt 2,12). Intercede per tutti, offrendo preghiere e sofferenze. Si rivolge ai non cristiani con l’attività missionaria, affermando con coraggio e con chiarezza che Cristo è la rivelazione definitiva di Dio e l’unico Salvatore dell’uomo. Sa di aver ricevuto in dono questa verità, senza alcun merito proprio; ma si sente responsabile di essa e ne custodisce scrupolosamente l’integrità per il bene di tutti
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 56.
. Fa il suo annuncio nel rispetto della libertà: Dio si propone, non si impone; la verità cristiana è la verità dell’amore ed esige che si rispettino i diritti e i beni degli altri, a cominciare dalla libertà di coscienza e di religione.
[578] È triste ricordare come più volte, in altre epoche, il vangelo sia stato imposto con la forza delle leggi e delle armi. È doloroso che importanti tesori di civiltà siano andati distrutti, presso numerosi popoli, a motivo della colonizzazione culturale, malgrado l’impegno lungimirante di personalità eccezionali, come san Gregorio Magno, Alessandro Valignano, Matteo Ricci e Roberto de’ Nobili. Ciò è avvenuto contro il vangelo stesso e va attribuito sia ai peccati personali sia, ancor più, ai condizionamenti culturali. Sarebbe comunque ingiustificato dedurre dagli abusi del passato l’opportunità di sospendere l’attività missionaria: si è abusato e si abusa continuamente della scienza e della tecnica, eppure nessuno pensa che si debba per questo rinunciare alla ricerca e al progresso.
Annuncio e dialogo
[579]  L’annuncio di Cristo deve essere fatto in un clima di dialogo e di collaborazione: «La Chiesa non vede un contrasto tra l’annuncio del Cristo e il dialogo interreligioso»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 55.
. Piuttosto in essi vede due aspetti, distinti e complementari, della sua missione evangelizzatrice. La proclamazione del vangelo deve essere permeata di spirito dialogico, sia per rispetto all’uomo sia per coerenza col messaggio stesso. Il dialogo, a sua volta, deve preparare il terreno al vangelo e non porsi come esperienza autosufficiente e conclusiva.
CCC, 856
[580] L’attività missionaria, in senso specifico, è rivolta a coloro che ancora ignorano Cristo; mira a diffondere il vangelo e a fondare la comunità cristiana, segno efficace di salvezza. È l’attuazione esemplare e più urgente della missione della Chiesa. Essa ha bisogno di speciali vocazioni di totale consacrazione e deve essere sostenuta dalla cooperazione di tutti i fedeli e di tutte le comunità ecclesiali.

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