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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Un nuovo significato
[293]  “Figlio di Dio”, nell’Antico Testamento, veniva chiamato Israele, in quanto scelto da Dio e prediletto tra tutti i popoli; e poi anche il re di Israele, in quanto governava come rappresentante di JHWH.
La fede cristiana delle origini, attribuendo a Gesù questo titolo, lo intese in un senso incomparabilmente più alto: Gesù è il Figlio unico di Dio, eternamente partecipe della sua vita, eternamente amato
nota
Cf. Gv 1,18.
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Singolare unità con il Padre
[294]  Durante la vita pubblica, Gesù aveva destato sorpresa per la familiarità con cui chiamava Dio “Abbà (Papà)”. Coerentemente aveva presentato se stesso come “il Figlio”, rivolto verso il Padre con un rapporto unico di sottomissione, perfetta intimità e reciprocità
nota
Cf. Mt 11,27.
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CdA, 166
CONFRONTAVAI
CdA 168
CONFRONTAVAI
[295] È soprattutto il Vangelo di Giovanni che mette in risalto il singolarissimo legame di Gesù con il Padre.
Con ineffabile gratitudine, Gesù è consapevole di ricevere tutto da lui: «Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa» (Gv 3,35). A sua volta il Figlio vive totalmente per la gloria del Padre: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4,34). E, di fronte alla passione, l’obbedienza arriva alla suprema dedizione: «Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo...» (Gv 14,31).
L’unità del Figlio con il Padre è tale, che vedendo l’uno si vede anche l’altro: sono uno nell’altro, sono una cosa sola. Il Padre, che in se stesso è invisibile, si rivela e si dona attraverso il Figlio. Il suo amore inaudito per gli uomini si manifesta attraverso l’amore del Figlio: «In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui» (1Gv 4,9).
L’unità di rivelazione del Figlio con il Padre suppone l’unità di essere. Il Figlio si distingue dal Padre, in quanto con lui dialoga, da lui è inviato e a lui è sottomesso; tuttavia non gli è inferiore, perché opera con lui in tutte le sue opere, vive da sempre presso di lui
nota
Cf. Gv 1,118.
, è Dio insieme a lui, quasi una sua «irradiazione e... impronta» (Eb 1,3), «Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre»
nota
Concilio di Costantinopoli I, Simbolo di Nicea-Costantinopoli.
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[296] Gesù è il Figlio unigenito di Dio fatto uomo, che ci introduce nell’intimità del Padre, perché «nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Mt 11,27).

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