Catechismo degli Adulti
3. Il giudizio
CCC,CCC 1021-1022
Il giudizio di Dio nella storia
[1197]
Il giudizio di Dio opera già adesso, nella storia delle persone e delle comunità, per promuovere il bene e liberare dal male. La Bibbia lo vede compiersi nei confronti dell’Egitto, di Israele, di Babilonia e delle nazioni pagane; poi, in modo decisivo, nella passione e risurrezione del Cristo: «Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori» (Gv 12,31). Ogni incontro con il Signore ha carattere di giudizio, in quanto provoca l’uomo a decidersi per lui o contro di lui e a manifestare il segreto del proprio cuore
| |
[1198]
La giustizia di Dio, rivelata in Cristo, è diversa da quella degli uomini: vuole rendere giusto anche chi non lo è; offre a tutti la sua grazia, indipendentemente dai meriti, perché possano convertirsi. Ma la conversione deve avvenire, altrimenti ci si esclude dalla salvezza
| |
Il giudizio definitivo
[1199]
Il giudizio opera già in questo mondo, ma va verso un momento supremo: «Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male» (2Cor 5,10). È il giudizio definitivo, che per le singole persone avviene al termine della vita terrena (“giudizio particolare”) e per il genere umano, nel suo insieme, al termine della storia (“giudizio universale”).
| CdA, 1215-1216 CONFRONTAVAI |
La retribuzione personale al termine della vita
[1200]
La sopravvivenza dei defunti non è indifferenziata, ma felice per i giusti, triste per i malvagi. Lo indicano la parabola del ricco e del povero Lazzaro
Cf. Benedetto XII, Benedictus Deus - DS 1000-1002.; Concilio di Firenze, Bolla di unione dei Greci “Laetentur caeli” - DS 1305-1306.; Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 48. | |
Giudizio di Dio e autogiudizio
[1201]
Solo nella comunione con Cristo la vita è autentica; su di lui si misura ciò che vale e ciò che non vale. Le cose terrene, cercate in modo disordinato e con tanta fatica, riveleranno la loro inconsistenza, come pula o fumo portati dal vento, come traccia lasciata da una nave sul mare o da una freccia nell’aria
| CdA, 246 CONFRONTAVAI CdA 257 CONFRONTAVAI CdA 354-355 CONFRONTAVAI CdA 802 CONFRONTAVAI CdA 928 CONFRONTAVAI |
Cristianesimo e reincarnazione
[1202]
La vita terrena è breve e preziosa. Ci è concessa per maturare la scelta di Dio, una scelta definitiva, irreversibile. Si vive e si muore una sola volta
L’uomo, consapevole dei suoi difetti, può morire ugualmente sereno, confidando che Dio lo purificherà e lo porterà a perfezione in Cristo.
Purtroppo l’idea della reincarnazione seduce molti. In occidente essa si presenta come possibilità di progresso spirituale indefinito, mettendo a frutto le esperienze fatte in precedenti esistenze. Questa interpretazione contraddice la dottrina orientale originaria, che considera il ciclo delle rinascite un male, una dura necessità da cui liberarsi. D’altra parte essa appare senza fondamento. Dove sono i ricordi delle precedenti esistenze? Dove sono le esperienze acquisite? Come possiamo servircene, se neppure le ricordiamo?
| CdA, 588 CONFRONTAVAI CdA 592 CONFRONTAVAI CdA 595 CONFRONTAVAI |
[1203] Dio è nostro giudice in quanto è la nostra vita e il nostro bene. Donandosi a noi nell’amore, ci provoca a scegliere: o con lui o contro di lui.
La nostra scelta diventa irreversibile e si manifesta pienamente nell’ora della morte.
|