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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Persona e cultura
[1152]  Nel dinamismo della comunicazione umana si forma e si trasmette la cultura. Le persone contribuiscono a crearla con le loro decisioni e ne sono condizionate nell’esercizio della loro libertà. La cultura è il loro ambiente storico, un bene importante come la salute fisica, la sicurezza affettiva, l’autosufficienza economica. Promuovere una cultura ricca di valori è promuovere l’uomo. Il cristiano è mosso dalla carità a servire la persona e la società attraverso la creazione e la trasmissione della cultura
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 44.
.
L’attività culturale
[1153]  L’uomo non ha istinti innati e sicuri come gli animali. Impara a vivere, assimilando ed elaborando l’eredità che riceve dalle generazioni passate e l’apporto dei suoi contemporanei
nota
Cf. Paolo VI, Populorum progressio, 17.
, inserendosi attivamente in un processo di comunicazione interpersonale e sociale
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 53.
.
Attività culturale è l’inesauribile impegno, individuale e collettivo, con cui gli uomini coltivano se stessi, cioè «cercano di migliorare le proprie condizioni di vita»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 34.
. Essi sviluppano le proprie conoscenze e capacità operative, mentre trasformano la natura, organizzano la convivenza sociale, interpretano la realtà ed esprimono le loro esperienze spirituali
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 35; 37.
.
La cultura oggettiva
[1154]  In un gruppo umano molti soggetti che parlano creano a poco a poco una lingua. Così, più globalmente, molti soggetti che comunicano e cooperano creano una cultura, cioè un insieme organico di significati e di forme, un loro «modo di fare uso delle cose, di lavorare, di esprimersi, di praticare la religione e di formare costumi, di fare le leggi e creare gli istituti giuridici, di sviluppare le scienze e le arti e di coltivare il bello»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 53.
, un loro stile di vita e una loro scala di valori.
La cultura è un sistema di elementi in relazione tra loro e in continua evoluzione storica: elementi interpretativi come la lingua, la letteratura, l’arte, lo spettacolo, la scienza, la filosofia, l’etica, la religione; elementi sociali come i costumi, le leggi, le istituzioni; elementi operativi come la tecnica, l’economia, i manufatti. Vi si incarnano il senso generale della vita e le esperienze fondamentali della famiglia, dell’amicizia, della convivenza, del lavoro, della bellezza, della sofferenza, della morte e della divinità. Ogni popolo vi trova la sua identità, la sua anima collettiva, il suo patrimonio prezioso accumulato di generazione in generazione
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 44.
.
Le culture sono molte e questa varietà è voluta da Dio, come un riflesso della sua multiforme sapienza. I tentativi di colonizzazione forzata sono contrari alla dignità delle persone e dei popoli. Le minoranze culturali hanno diritto a speciale rispetto e sostegno. Tuttavia le culture devono mantenersi aperte e integrarsi liberamente tra loro, attivando uno scambio e un dialogo incessante.
Fede e cultura
[1155] Una cultura consapevole dei suoi limiti e disponibile alla ricerca non solo è feconda, ma anche adatta a ricevere il vangelo. Viceversa una cultura chiusa nella propria autosufficienza rende più difficile l’adesione a Cristo, a prescindere dal fatto che sia di qualità rozza o raffinata.
L’evangelizzazione, da parte sua, se vuole essere efficace, deve inserirsi nella cultura e negli interessi vitali di ogni popolo, ovviamente senza tradire la verità del messaggio cristiano. «L’evangelizzazione perde molto della sua forza e della sua efficacia se non tiene in considerazione il popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi da esso posti, se non interessa la sua vita reale. Ma d’altra parte l’evangelizzazione rischia di perdere la propria anima e di svanire, se il suo contenuto resta svuotato o snaturato col pretesto di tradurlo»
nota
Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 63.
.
Penetrando in un determinato mondo culturale, il vangelo lo trasforma profondamente dall’interno, valorizza gli elementi positivi e contesta quelli negativi. Evangelizzare significa «portare la buona novella in tutti gli strati dell’umanità e... rendere nuova l’umanità stessa..., raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti d’interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità, che sono in contrasto con la parola di Dio e con il disegno della salvezza»
nota
Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 18-19.
. «Indipendenti di fronte alle culture, il vangelo e l’evangelizzazione non sono necessariamente incompatibili con esse, ma capaci di impregnarle tutte, senza asservirsi ad alcuna»
nota
Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 20.
.
[1156] Dio comunica con l’uomo in modo umano secondo una dinamica di incarnazione, il divino si esprime nell’umano e l’umano viene assunto nel divino. La parola di Dio non si confonde con la cultura; ma neppure si separa da essa.
30-555.pngSempre viene a noi, inserita in qualche forma culturale, e si trasmette da una cultura all’altra attraverso un processo di donazione e di accoglienza, di purificazione e di rinnovamento, esplicitando sempre più la sua inesauribile ricchezza di significato e di vita.
“Solo all’interno e tramite la cultura la fede cristiana diventa storica e creatrice di storia”
nota
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 44.
, rielaborando il patrimonio precedente, sviluppando idee e opere nuove.
L’unica fede si incarna in culture diverse. E queste in varia misura possono dirsi cristiane. Al loro interno assumono forme peculiari anche le espressioni più direttamente ecclesiali: formulazioni dottrinali, scelte pastorali, riti liturgici e devozioni popolari.
Nel mondo occidentale contemporaneo l’eredità culturale della modernità convive con la nuova mentalità postmoderna, caratterizzata dal disorientamento riguardo alla verità e ai valori, dalla diffidenza per le teorie e i progetti totalizzanti, dal ripiegamento sulle esperienze frammentarie, individuali, provvisorie.
In tale contesto l’evangelizzazione esige molteplici attenzioni: liberarsi da rappresentazioni e comportamenti legati a epoche passate, accogliere, contestandone però le interpretazioni ambigue e unilaterali, i valori della modernità, che del resto hanno radici cristiane, come i diritti dell’uomo, la pari dignità della donna, la giusta autonomia delle realtà terrene; tenere desto il dialogo sul mistero dell’uomo e sulla necessità di ancorare la libertà alla verità; proporre la verità di Cristo, che coincide con la carità, mediante l’esperienza vissuta dell’amore reciproco e dell’amore preferenziale ai poveri, perché la sua bellezza desti meraviglia e dia significato ad ogni dimensione della vita; sviluppare una solida identità cristiana, aperta però a dialogare con tutti, a dare e a ricevere, a rinnovarsi incessantemente; favorire lo scambio tra le culture, aprendole ai valori universali, in modo che si possa formare una cultura planetaria, in cui le singole identità culturali siano rispettate e valorizzate. Assumendo tali atteggiamenti, i cristiani testimoniano che i beni dell’uomo hanno il loro ultimo fondamento in Cristo e che “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui… e tutte sussistono in lui” (Col 1, 16-17).
[1157] La cultura è un bene fondamentale, necessario alla vita e alla crescita dell’uomo, un patrimonio comune dal quale ogni persona attinge e al quale porta il suo contributo.
Ogni cultura è chiamata ad aprirsi al dialogo interculturale e all’incontro con il vangelo.

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