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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Costume di oggi e dottrina della Chiesa
[1043] La cultura dell’amore che si è affermata in occidente, rivendica alcune istanze senz’altro positive: la persona come soggetto libero, la pari dignità dell’uomo e della donna, l’integrazione delle loro diverse qualità umane, la procreazione responsabile. Tende però anche a ridurre l’amore a soddisfazione individuale mediante il possesso dell’altro; permette l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio; vuole che sia consentito anche tra omosessuali; lo separa dalla procreazione e lo sottrae ad ogni norma, mantenendo soltanto la proibizione della violenza e le regole dell’igiene. Come mai la sensibilità comune riguardo alla sessualità è così lontana dall’insegnamento della Chiesa? Forse quest’ultima non sa apprezzare la sessualità?
La Chiesa intende salvaguardare la piena verità dell’amore umano. Non vuole opprimerlo con leggi che gli siano estranee, ma solo interpretarlo e servirlo, secondo il disegno di Dio, alla luce della sua parola.
Reciprocità dei due sessi
[1044]  La distinzione dei sessi è voluta da Dio: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). È voluta come un bene: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).
La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla 27-501.pngsolitudine, a entrare in dialogo con l’altro: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). L’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: «Né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna» (1Cor 11,11).
L’alterità e l’originalità consentono la reciprocità e l’integrazione. In tutto il mondo creato, l’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo
nota
Cf. Gen 1,3-31.
. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute all’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dell’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di quest’ultimo: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,23).
Designando la sessualità come conoscenza
nota
Cf. Gen 4,1.
, la Bibbia la situa in una prospettiva personalistica. In realtà si tratta di un dinamismo che coinvolge non solo il corpo, ma anche l’affettività e la personalità intera
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. La sessualità non è puro fatto biologico, ma capacità relazionale, linguaggio, comunicazione. Il corpo sessuato è vissuto interiormente dal soggetto ed esprime l’intero soggetto.
CCC, 369-373CCC 1605
Il senso del pudore
[1045] Una forte tensione orienta il desiderio verso il corpo dell’altro sesso, in modo da trovare soddisfazione e piacere. Ma la persona non si lascia ridurre a puro strumento e difende la propria dignità con il senso del pudore. Mentre nasconde con il vestito ciò che nel corpo attira maggiormente l’attenzione dell’istinto, rivolge all’altro lo sguardo e il volto, in cui più intensamente può comunicare la ricchezza della propria interiorità. Cerca prima di tutto di rivelargli il suo valore più vero.
CCC, 2521-2527
L’amore tra l’uomo e la donna
[1046]  Nell’innamoramento questo valore viene riconosciuto con meraviglia e commozione. Se poi si arriva all’amore, all’intensità del sentimento si aggiunge l’impegno preciso e incondizionato della volontà ad accompagnare l’altro, perché possa realizzarsi pienamente e portare a compimento il suo destino. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio» (Ct 8,6-7). La sessualità, se è ben incanalata, non rimane a livello di istinto. Le qualità fisiche non interessano più per se stesse, ma come qualità della persona. L’amore integra in sé e spiritualizza l’attrazione e la soddisfazione sessuale.
CCC, 1603-1605
Segno del reciproco dono totale
[1047]  «L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 10.
. La persona cresce nella misura in cui crede nell’amore degli altri e di Dio, lo accoglie liberamente e lo contraccambia con il dono di sé. L’amore, come atteggiamento fondamentale e progetto globale di vita, assume nella sua logica tutte le dimensioni dell’esistenza, compresa la sessualità, già di per sé apertura corporea e spirituale all’altro. Fa del rapporto sessuale una sua attuazione ed espressione privilegiata, conferendogli grande valore. La donazione fisica totale è chiamata ad essere segno e parte di una donazione personale totale.
[1048]  Il peccato ha introdotto vari disordini, come il divorzio e la poligamia; ma più radicalmente ha deformato e reso menzognero il rapporto di coppia: non più comunione nel rispetto reciproco, bensì possesso, come se la persona fosse un oggetto: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà» (Gen 3,16). Le persone hanno bisogno l’una dell’altra, per scoprire la propria dignità e la bellezza della vita. L’individualismo banalizza il sesso e degrada l’amore a coincidenza precaria di interessi egoistici, quando non arriva a produrre frutti amari di tensione, discriminazione, sfruttamento e violenza.
CCC, 1606-1608
[1049] L’opera di Dio resta deformata, non però totalmente perduta. Lascia ancora trasparire la sua bellezza e suscita ancora ammirazione, anche perché la grazia della redenzione l’accompagna fin dall’inizio, per restituirle la sua autenticità. Con l’educazione è possibile passare dall’amore individualista, ripiegato su di sé, all’amore oblativo, rivolto agli altri; è possibile controllare e spiritualizzare l’istinto, integrandolo gradualmente nella dinamica del dono di sé.
La castità
[1050] La castità non si riduce alla continenza sessuale; propriamente significa capacità di amare senza possedere egoisticamente, capacità di relazioni autentiche. Essa è corretto sviluppo della sessualità, premessa per vivere degnamente sia il matrimonio che la verginità consacrata, valore comune per scelte diverse. Non impoverisce la vita, ma la restituisce alla sua pienezza.
CCC, 2337-2350
[1051] La persona esiste come uomo e come donna, perché ognuno esca dalla solitudine ed entri in un dialogo di amore.
Al di là del fatto biologico, la sessualità è capacità di relazione spirituale e corporea. Esige di essere vissuta come segno e parte di un dono totale reciproco.

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