Catechismo degli Adulti
1. Incontro al Signore che viene
La salvezza come dono
[1171] L’uomo è desiderio di vivere. Per attuare questo desiderio, il credente si appoggia a Dio. Attende la salvezza come dono, non come conquista. Mentre la cultura oggi dominante confida nel progresso quale risultato automatico di forze immanenti alla storia, il cristiano spera in un “avvento”, che porti per grazia nuove possibilità di vita e recuperi ciò che è perduto. La sua posizione non è rinunciataria; spinge anzi all’impegno, come cooperazione con Dio.
| CdA, 136-138 CONFRONTAVAI |
Speranze storiche
[1172]
La speranza biblica in epoca antica è rivolta a realtà storiche, frutto della benedizione divina e della libera risposta dell’uomo. Ad Abramo Dio promette una terra e una discendenza, purché si metta subito in cammino: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò» (Gen 12,1-2). A Israele offre la liberazione dalla schiavitù, la protezione dai nemici, il benessere e una patria «dove scorre latte e miele» (Es 3,8), insieme con una sua particolare vicinanza e predilezione
| CCC, 522-524CCC 711-716 |
Speranza escatologica
[1173]
Con la letteratura sapienziale e apocalittica la speranza si estende anche ai morti: i giusti continuano a vivere nell’amicizia di Dio e nell’ultimo giorno risorgeranno con il corpo a nuova vita, mentre crollerà il vecchio mondo e dalle sue rovine ne germoglierà uno più bello. Intanto bisogna essere fedeli e perseveranti.
| CCC, 992-996 |
Inaugurazione del Regno
[1174]
Gesù di Nàzaret porta la buona notizia che il regno di Dio e il mondo nuovo sono già inaugurati in lui e in quanti si convertono e credono, malgrado il vecchio mondo prosegua la sua vicenda. Si tratta di una nuova vicinanza di Dio mediante Gesù stesso, che dà inizio a un rinnovamento destinato a raggiungere la perfezione completa con la risurrezione nell’ultimo giorno. Viene chiesta una responsabile cooperazione, un’attesa laboriosa come quella dei servi fedeli che fanno fruttificare i talenti
| CCC, 541-542CCC 2816-2818CdA, 105-126 CONFRONTAVAI CdA 141 CONFRONTAVAI |
La parusia
[1175]
La Chiesa delle origini crede che il Signore Gesù, morto e risorto, ha aperto una storia di salvezza universale, cosmica
La parusia è la meta della storia. Porterà la perfezione totale dell’uomo e del mondo. Dio infatti ha voluto «ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1,10), «per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose» (Col 1,20). La nostra risurrezione è prolungamento della sua
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 45. | CCC, 673-674CCC 100CdA, 276-277 CONFRONTAVAI CdA 1211 CONFRONTAVAI |
[1176]
Per mezzo di Cristo l’umanità viene ricondotta «al Padre in un solo Spirito» (Ef 2,18). Il Padre è origine prima e termine ultimo: crea, santifica, glorifica e attrae a sé attraverso il Figlio, che eternamente è rivolto a lui nello Spirito. Il suo disegno si attua in tutto il corso della storia: creazione, diffusione dei popoli, elezione di Israele, inaugurazione del regno in Cristo, espansione di esso mediante la Chiesa in mezzo alle nazioni della terra, fino a quando la parusia del Signore Gesù coronerà queste opere meravigliose in una grande pasqua cosmica. Allora la famiglia umana, dopo tanto faticoso peregrinare, entrerà nel riposo di Dio
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La perfezione del regno di Dio non maturerà attraverso un progresso lineare ascendente, privo di crisi e di contrasti; non comporterà un trionfo storico della Chiesa. Verrà invece come vittoria definitiva di Dio sul male, che affligge il corso della storia fino all’ultimo giorno. I seguaci di Gesù dovranno entrare nella gloria sempre mediante la croce, come il loro Maestro. Le varie forme di millenarismo e di messianismo terreno sono contrarie all’insegnamento della Chiesa
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium ed spes, 20-21.
Verso la meta definitiva si rivolge il desiderio del cristiano: «Marana tha: vieni, o Signore!» (1Cor 16,22). Per lui vivere è prepararsi alla festa, è vegliare attivamente come le vergini della parabola evangelica, che tengono accese le lampade, utilizzando, nella lunga attesa, anche l’olio di riserva, per essere pronte a partecipare al corteo nuziale e poi al banchetto nella casa dello sposo
| CCC, 675-677 |