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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Per l’itinerario di fede


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      RIFLETTERE E INTERROGARSI
      Lo smarrimento del senso del peccato è, in definitiva, perdita del senso pieno della propria dignità umana e della relazione con Dio. La coscienza di essere peccatori non si può ridurre a un senso soggettivo di colpa. Solo nella fede è comprensibile la gravità del peccato quale disubbidienza al disegno di Dio e fallimento dell’uomo. Solo alla luce della chiamata alla santità si può comprendere il male provocato dal peccato e aprirsi al desiderio della conversione e del perdono, resi possibili dall’amore e dalla misericordia di Dio.
      • Che cosa significa per noi la coscienza di essere peccatori?
      • Quali situazioni di peccato, a livello personale e sociale, ci interpellano nella fede per una reale conversione?
      • Come considerare il peccato alla luce del perdono di Dio e della sua chiamata alla santità?
      • Che cosa comporta e come si può attuare un cammino di continua conversione?
      ASCOLTARE E MEDITARE LA PAROLA
      Si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
      Si può leggere anche:
      (Sap 14,22-29) Dalla radice dell’incredulità deriva una moltitudine di peccati.
      (Os 14,2-10) Appello e promessa di conversione.
      (Ef 4,17-5,20) Revisione di vita.
      (Ap 3,14-22) Uscire dalla mediocrità.
      (Sal 51,1) Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia.
      Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te; gustai, e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace. (Sant’Agostino, Confessioni, 10, 27, 38)
      PREGARE E CELEBRARE
      Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa,
      e perdonato il peccato.
      Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
      e nel cui spirito non è inganno.
      Ti ho manifestato il mio peccato,
      non ho tenuto nascosto il mio errore.
      Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
      e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
      Per questo ti prega ogni fedele
      nel tempo dell’angoscia.
      Quando irromperanno grandi acque
      non lo potranno raggiungere.
      Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
      mi circondi di esultanza per la salvezza.
      Gioite nel Signore esultate, giusti,
      giubilate, voi tutti, retti di cuore.
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      O Dio, Padre di eterna misericordia,
      fa’ che si convertano a te i nostri cuori,
      perché nella ricerca dell’unico bene necessario
      e nelle opere di carità fraterna
      siamo sempre consacrati alla tua lode.
      (Messale Romano, Colletta del sabato della prima settimana di Quaresima)
      PROFESSARE LA FEDE
      • «Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati,[Dio]che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa» (1Gv 1,8-9).
      • «Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20): il vangelo è denuncia del male, e più ancora annuncio di grazia. Il peccato, che offende Dio e corrompe la vita dell’uomo, è stato vinto da Cristo morto e risorto. Confidando nel suo aiuto e nella misericordia del Padre, anche noi possiamo e dobbiamo vincere il male e continuamente convertirci al bene.
      • Peccato mortale è scegliere consapevolmente e volontariamente una cosa gravemente contraria alla legge divina e al fine ultimo dell’uomo. Se non ci si pente, esso conduce alla morte eterna perché distrugge in noi la carità, senza la quale la beatitudine eterna è impossibile.
      • Da una fede sincera derivano la tristezza per il peccato, la fiducia nella bontà del Padre e il deciso impegno di fuggire il male e tendere al bene, con la preghiera, il dominio di sé, la carità.
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