Catechismo degli Adulti
3. La confermazione
Storia del sacramento
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Gesù di Nàzaret, ricevuto il Battesimo, risale dal fiume Giordano e viene ricolmato di Spirito Santo
Fin dalle origini il gesto battesimale è seguito da altri riti, con i quali si trasmette ancora lo Spirito: Pietro e Giovanni pregano e impongono le mani ai samaritani, già battezzati da Filippo
Nei primi secoli è diffusa ovunque la pratica di aggiungere dopo il battesimo i riti dell’imposizione delle mani e dell’unzione crismale sulla fronte, accompagnati dalla preghiera per avere un dono più abbondante di Spirito Santo. Questi riti significano anche il pieno inserimento nella Chiesa e nella sua missione, e perciò sono riservati al vescovo. Quando poi il cristianesimo si diffonde nelle campagne e si moltiplicano i luoghi del battesimo, il vescovo non può più essere presente dappertutto. Allora in occidente la confermazione viene staccata dal rito battesimale; in oriente invece rimane unita, ma il presbitero può amministrarla solo con il crisma benedetto dal vescovo. Oggi anche in occidente, a motivo della vastità delle diocesi, sempre più spesso vengono delegati alcuni presbìteri per aiutare il vescovo in questa celebrazione.
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Sviluppo del battesimo
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Dalla storia del sacramento emerge anche il suo significato fondamentale. La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste, ciò che per Gesù è stata la discesa dello Spirito all’uscita dal Giordano. Essa rafforza l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale. Comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito, “i sette doni” che consentono di giungere alla perfezione della carità. Se dunque il battesimo è il sacramento della nascita, la cresima è il sacramento della crescita
Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 1. Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 2. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11. Rito della confermazione, Premesse, 2. Pseudo-Macario, Omelie, 17, 4. | |
I riti
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La celebrazione sottolinea tutto questo con suggestiva semplicità. Il vescovo, ministro originario del sacramento
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 26. | |
L’unzione crismale
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Il rito dell’unzione crismale va ricollegato alle figure della storia della salvezza. In Israele i re e i sacerdoti erano consacrati con olio, per avere il sostegno dello Spirito nel loro servizio; i profeti invece ricevevano in genere un’unzione solo interiore di Spirito Santo, per diventare gli uomini della parola di Dio, i suoi portavoce. Consacrato con l’unzione in modo unico è il misterioso personaggio preannunciato da Isaia, il Servo del Signore, il quale assomma in sé il compito regale di instaurare la giustizia e il diritto, il compito profetico di annunciare la parola di Dio alle genti, il compito sacerdotale di offrire la vita a vantaggio dei fratelli.
Questa misteriosa figura si realizza perfettamente in Gesù
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[683] La confermazione perfeziona il battesimo mediante l’effusione pentecostale dello Spirito: consolida l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa; comunica in abbondanza i doni dello Spirito Santo, per accompagnare il cammino verso la maturità cristiana e per sostenere la testimonianza delle parole e delle opere.
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