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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Cambiamento dei discepoli
[264]  Gesù di Nàzaret fu crocifisso a Gerusalemme, fuori delle mura, 7-139.pngcome un malfattore, e fu sepolto nella tomba nuova messa a disposizione da un amico, Giuseppe di Arimatèa. La storia sembrava finita. I discepoli erano paralizzati dalla paura e dalla vergogna.
Ma qualche settimana dopo eccoli in pubblico a proclamare, con coraggio e appassionata convinzione, che Gesù è vivo, è risuscitato, è stato innalzato alla destra di Dio come Messia e Signore dell’universo. Costituiscono la prima comunità cristiana, dove tutti sono «un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32). Si sentono da lui inviati a proseguire la sua missione; per lui rischiano la vita, affrontano persecuzioni e tribolazioni d’ogni genere. Sono uomini nuovi, quasi fossero risuscitati anche loro. Deve essere proprio accaduto qualcosa!
I discepoli affermano con sicurezza che è stato Gesù stesso a trasformarli, non una loro riflessione, immaginazione o esaltazione emotiva: si è fatto vedere vivo e ha donato loro lo Spirito Santo. Si è imposto alla loro incredulità con un’iniziativa tutta sua, con una nuova chiamata.
Incontri pasquali
[265]  L’apostolo Paolo, verso l’anno 55, riassume l’annuncio pasquale 7-140.pngdella prima comunità cristiana con quattro verbi, che indicano avvenimenti reali, anche se non tutti controllabili allo stesso modo: «Cristo morì... fu sepolto... è risuscitato... apparve»; poi subito fa seguire un elenco di testimoni autorevoli, ai quali bisogna fare riferimento: «apparve a Cefa (Pietro) e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me» (1Cor 15,3-8).
Si potrebbe obiettare: se Gesù davvero è risorto, perché non si è manifestato anche al sinedrio, a Ponzio Pilato, a tutto il popolo? Per incontrare Dio, bisogna prima cercarlo umilmente; non ha senso un miracolo per costringere a credere. Del resto Dio è sovranamente libero nelle sue decisioni: «Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (At 10,40-41).
[266]  Gli incontri del Risorto con i suoi avvennero a Gerusalemme e in Galilea. Ma è impossibile per noi stabilirne la successione e le modalità. I racconti pasquali, riportati nei quattro Vangeli, presentano divergenze in numerosi dettagli. Questi dettagli a volte, più che ricordi, sembrano essere mezzi letterari per esprimere la concretezza o il significato dell’incontro. La struttura dei racconti è però costante: iniziativa del Risorto, che si fa vedere, viene, si avvicina, sta in mezzo, si manifesta; riconoscimento da parte dei discepoli, senza possibilità di equivocare con qualche spirito o fantasma; missione affidata agli apostoli, che fa della loro testimonianza il fondamento della Chiesa. L’insistenza sull’oggettività dell’esperienza è tale, che le apparizioni sono in realtà da considerare veri e propri incontri interpersonali concreti.
Il sepolcro vuoto
[267]  Questa oggettività trova riscontro e conferma nella scoperta del sepolcro vuoto: un fatto che a Gerusalemme doveva essere pubblicamente noto, altrimenti non sarebbe stato possibile proclamare che Gesù era risuscitato, senza essere subito ridotti al silenzio e coperti di ridicolo.
Il sepolcro vuoto, sebbene da solo non possa provare la risurrezione, costituisce però un’apertura verso il mistero e un segno dell’identità del Risorto con il Crocifisso.
[268] Il sepolcro vuoto, le apparizioni del Risorto e la radicale conversione dei discepoli convergono nell’indicare la realtà obiettiva della risurrezione.

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