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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Per l’itinerario di fede


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      RIFLETTERE E INTERROGARSI
      L’annuncio di Gesù crocifisso può apparire anche oggi lontano dal modo di pensare comune. Una certa cultura dell’efficienza, che emargina la sofferenza, non aiuta immediatamente a comprendere, nella fede, il valore della croce come «potenza di Dio e sapienza di Dio» (1Cor 1,24). Eppure solo in Cristo crocifisso e risorto si svela pienamente il mistero della sua persona e l’amore misericordioso di Dio per noi. È importante che il vangelo della croce sia annunciato, compreso e accolto nel suo autentico significato, per essere vissuto e testimoniato come dono di vita, di riconciliazione e di salvezza.
      • Quale rilevanza ha nella cultura attuale la domanda circa l’identità di Gesù? Quale importanza assume nella nostra vita personale?
      • Qual è il significato dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli?
      • Perché Gesù ha sofferto ed è morto in croce? Quale luce e quale speranza ne derivano per le situazioni della nostra esistenza?
      • In che senso nel mistero pasquale si compie la nostra redenzione?
      ASCOLTARE E MEDITARE LA PAROLA
      Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto... Quando ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi... Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni gli altri».
      Si può leggere anche:
      (Is 52,13-53,12) È stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
      (Mt 10,34-42) Inaudite pretese e promesse di Gesù.
      (Mc 10,35-45) Farsi servi per essere primi.
      (Sal 22,1) Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
      O croce, grande pietà di Dio; croce, gloria del cielo;
      croce, salvezza eterna degli uomini; croce, terrore degli ingiusti,
      potenza per i giusti e luce per i fedeli. O croce,
      che sulla terra desti a un Dio in carne di servire la salvezza e
      nei cieli desti a un uomo in Dio di regnare;
      per mezzo di te fu manifestata la luce della verità, fuggì la tenebra empia.
      Tu demolisti i templi distrutti dai popoli credenti,
      tu fibbia concorde della pace umana,
      che concilî l’uomo grazie al patto di Cristo mediatore.
      Sei divenuta la scala dell’uomo, con cui può arrivare al cielo.
      Tu sii sempre una colonna per i devoti e un’àncora per noi,
      perché si mantenga bene la nostra casa,
      sia ben guidata la flotta che si appoggia alla croce,
      ottenuta una corona per la fede e dalla croce.
      (San Paolino di Nola, Carmi, 19, 717-730)
      PREGARE E CELEBRARE
      O mio liberatore, tu che sei santo e grande,
      accogli con benevolenza la mia lode.
      Ecco il mio amore, maestro;
      io spero soltanto di esserti gradito.
      Il tuo fianco trafitto dalla lancia
      e la passione che hai sopportato per me,
      mi dicono tutto il tuo amore.
      Tu mi hai ricondotto nella casa paterna
      da cui ero fuggito.
      Hai pregato per me povero,
      mi hai procurato del vino,
      hai mitigato con olio le mie ferite,
      hai spezzato il tuo pane per me.
      Solo Cristo si dona in cibo agli eletti,
      e versa il suo sangue per i figli della Chiesa.
      La sua croce è un trionfo,
      vittoria di salvezza per gli eletti.
      O amato, ricevi l’eterna lode,
      tu che col tuo proprio sangue
      hai chiesto la mano della sposa!
      (Sant’Efrem siro, Inni, Lo sposo della Chiesa)
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      Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio
      che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza,
      si è fatto obbediente fino alla morte di croce;
      fa’ che nelle prove della vita
      partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice,
      per avere la fecondità del seme che muore
      ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli.
      (Messale Romano, Colletta della V domenica di Quaresima, anno B)
      PROFESSARE LA FEDE
      • Gesù era del tutto innocente ed è stato condannato con un processo ingiusto; ma della sua morte ha fatto a Dio un sacrificio di amore per la nostra salvezza: egli «mi ha amato e ha dato se stesso per me» ( Gal 2,20 ).
      • Mediante la sua obbedienza di amore al Padre «fino alla morte e alla morte di croce» ( Fil 2,8 ), Gesù compie la missione redentrice del Servo sofferente che giustifica molti, addossandosi la loro iniquità.
      • Nella croce di Cristo si manifesta non soltanto la malvagità del peccato, ma anzitutto l’iniziativa di amore del Padre: «è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» ( 1Gv 4,10 ). «È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo» ( 2Cor 5,19 ).
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