Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
III. La Santissima Trinità nella dottrina della fede
III. La Santissima Trinità nella dottrina della fede
La formazione del dogma trinitario
| |
249La verità rivelata della Santissima Trinità è stata, fin dalle origini, alla radice della fede vivente della Chiesa, principalmente per mezzo del Battesimo. Trova la sua espressione nella regola della fede battesimale, formulata nella predicazione, nella catechesi e nella preghiera della Chiesa. Simili formulazioni compaiono già negli scritti apostolici, come ad esempio questo saluto, ripreso nella liturgia eucaristica: « La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi » ().
(305) Cf . | CdA 344-350 CONFRONTAVAI 2Cor 13,131Cor 12,4-6Ef 4,4-6 |
250Nel corso dei primi secoli, la Chiesa ha cercato di formulare in maniera più esplicita la sua fede trinitaria, sia per approfondire la propria intelligenza della fede, sia per difenderla contro errori che la alteravano. Fu questa l’opera degli antichi Concili, aiutati dalla ricerca teologica dei Padri della Chiesa e sostenuti dal senso della fede del popolo cristiano.
| CdA 344-350 CONFRONTAVAI |
251
Per la formulazione del dogma della Trinità, la Chiesa ha dovuto sviluppare una terminologia propria ricorrendo a nozioni di origine filosofica: « sostanza », « persona » o « ipostasi », « relazione », ecc. Così facendo, non ha sottoposto la fede ad una sapienza umana, ma ha dato un significato nuovo, insolito a questi termini assunti ora a significare anche un mistero inesprimibile, « infinitamente al di là di tutto ciò che possiamo concepire a misura d’uomo ».
(306)
Paolo VI,
Credo del popolo di Dio
, 9: AAS 60 (1968) 437.
252 La Chiesa adopera il termine « sostanza » (reso talvolta anche con « essenza » o « natura ») per designare l’Essere divino nella sua unità, il termine « persona » o « ipostasi » per designare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella loro reale distinzione reciproca, il termine « relazione » per designare il fatto che la distinzione tra le Persone divine sta nel riferimento delle une alle altre.
Il dogma della Santissima Trinità
| CdA 344-350 CONFRONTAVAI CdA 344-350 CONFRONTAVAI |
253
La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: « la Trinità consostanziale ».
(307) Concilio di Costantinopoli II (anno 553), Anathematismi de tribus Capitulis, 1: DS 421. (308) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530. (309) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804. | CdA 344-350 CONFRONTAVAI |
254
Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. « Dio è unico ma non solitario ».
(310) Fides Damasi: DS 71. (311) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530. (312) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804. | CdA 344-350 CONFRONTAVAI |
255
Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide l’unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: « Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all’uno e all’altro; quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o sostanza ».
(313) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 528. (314) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (anno 1442): DS 1330. (315) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (1442): DS 1331. | CdA 344-350 CONFRONTAVAI |
CdA 344-350 CONFRONTAVAI | |
« Innanzi tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale io vivo e combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di sopportare ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la affido. Con essa fra poco vi immergerò nell’acqua e da essa vi trarrò. Ve la dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la vostra vita. Vi do una sola divinità e potenza, che è Uno in Tre, e contiene i Tre in modo distinto. Divinità senza differenza di sostanza o di natura, senza grado superiore che eleva, o inferiore che abbassa [...]. Di tre infiniti è l’infinita connaturalità. Ciascuno considerato in sé è Dio tutto intiero [...]. Dio le tre Persone considerate insieme [...]. Ho appena incominciato a pensare all’Unità ed eccomi immerso nello splendore della Trinità. Ho appena incominciato a pensare alla Trinità ed ecco che l’Unità mi sazia... ».
(316)
San Gregorio Nazianzeno,
Oratio
, 40, 41: SC 358, 292-294 (PG 36, 417).
|