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CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
LEV Libreria Editrice Vaticana

Catechismo Chiesa Cattolica

LEV Libreria Editrice Vaticana
II. L'umile vigilanza del cuore


II. L’umile vigilanza del cuore
Di fronte alle difficoltà della preghiera
  2729 La difficoltà abituale della nostra preghiera è la distrazione. Può essere relativa alle parole e al loro senso, nella preghiera vocale; può invece riguardare, più profondamente, colui che preghiamo, nella preghiera vocale (liturgica o personale), nella meditazione e nella preghiera contemplativa. Andare a caccia delle distrazioni equivarrebbe a cadere nel loro tranello, mentre basta tornare al nostro cuore: una distrazione ci rivela ciò a cui siamo attaccati, e questa umile presa di coscienza davanti al Signore deve risvegliare il nostro amore preferenziale per lui, offrendogli risolutamente il nostro cuore, perché lo purifichi. Qui si situa il combattimento: nella scelta del Padrone da servire.
nota
(195) Cf .
CdA 984-986
CONFRONTAVAI
Mt 6,2124
  2730 Positivamente, la lotta contro il nostro io possessivo e dominatore è la vigilanza, la sobrietà del cuore. Quando Gesù insiste sulla vigilanza, essa è sempre relativa a lui, alla sua venuta nell’ultimo giorno ed ogni giorno: « Oggi ». Lo Sposo viene a mezzanotte; la luce che non deve spegnersi è quella della fede: « Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto" » ().
CdA 984-986
CONFRONTAVAI
Sal 27,8
  2731 Un’altra difficoltà, specialmente per coloro che vogliono sinceramente pregare, è l’aridità. Fa parte dell’orazione nella quale il cuore è insensibile, senza gusto per i pensieri, i ricordi e i sentimenti anche spirituali. È il momento della fede pura, che rimane con Gesù nell’agonia e nella tomba. « Il chicco di grano, [...] se muore, produce molto frutto » (). Se l’aridità è dovuta alla mancanza di radice, perché la parola è caduta sulla pietra, il combattimento rientra nel campo della conversione.
nota
(196) Cf .
Di fronte alle tentazioni nella preghiera
CdA 984-986
CONFRONTAVAI
Gv 12,24Lc 8,613
  2732 La tentazione più frequente, la più nascosta, è la nostra mancanza di fede. Si manifesta non tanto in una incredulità dichiarata, quanto piuttosto in una preferenza di fatto. Quando ci mettiamo a pregare, mille lavori o preoccupazioni, ritenuti urgenti, si presentano come prioritari; ancora una volta è il momento della verità del cuore e del suo amore preferenziale. Talvolta ci rivolgiamo al Signore come all’ultimo rifugio: ma ci crediamo veramente? Talvolta prendiamo il Signore come alleato, ma il cuore è ancora nella presunzione. In tutti i casi, la nostra mancanza di fede palesa che non siamo ancora nella disposizione del cuore umile: « Senza di me non potete far nulla » ().
CdA 984-986
CONFRONTAVAI
Gv 15,5
  2733 Un’altra tentazione, alla quale la presunzione apre la porta, è l’accidia. Con questo termine i Padri della vita spirituale intendono una forma di depressione dovuta al rilassamento dell’ascesi, ad un venire meno della vigilanza, alla mancata custodia del cuore. « Lo spirito è pronto, ma la carne è debole » (). Quanto più si cade dall’alto, tanto più ci si fa male. Lo scoraggiamento, doloroso, è l’opposto della presunzione. L’umile non si stupisce della propria miseria; essa lo conduce ad una maggior fiducia, a rimanere saldo nella costanza.
CdA 984-986
CONFRONTAVAI
Mt 26,41

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