Educat
CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
LEV Libreria Editrice Vaticana

Catechismo Chiesa Cattolica

LEV Libreria Editrice Vaticana
I. Il disordine delle cupidigie


I. Il disordine delle cupidigie
  2535 L’appetito sensibile ci porta a desiderare le cose piacevoli che non abbiamo. Così, quando si ha fame si desidera mangiare, quando si ha freddo si desidera riscaldarsi. Tali desideri, in se stessi, sono buoni; ma spesso non restano nei limiti della ragione e ci spingono a bramare ingiustamente ciò che non ci spetta e appartiene, o è dovuto ad altri.
CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
CdA 1120-1123
CONFRONTAVAI
  2536 Il decimo comandamento proibisce l’avidità e il desiderio di appropriarsi senza misura dei beni terreni; vieta la cupidigia sregolata, generata dalla smodata brama delle ricchezze e del potere in esse insito. Proibisce anche il desiderio di commettere un’ingiustizia, con la quale si danneggerebbe il prossimo nei suoi beni temporali:
« La formula: Non desiderare è come un avvertimento generale che ci spinge a moderare il desiderio e l’avidità delle cose altrui. C’è infatti in noi una latente sete di cupidigia per tutto ciò che non è nostro; sete mai sazia, di cui la Sacra Scrittura scrive: L’avaro non sarà mai sazio del suo denaro ) ».
nota
(404) Catechismo Romano, 3, 10, 13: ed. P. Rodríguez (Città del Vaticano-Pamplona 1989) p. 518.
  2537 Non si trasgredisce questo comandamento desiderando ottenere cose che appartengono al prossimo, purché ciò avvenga con giusti mezzi. La catechesi tradizionale indica con realismo « coloro che maggiormente devono lottare contro le cupidigie peccaminose » e che, dunque, « devono con più insistenza essere esortati ad osservare questo comandamento »:
« Sono, cioè, quei commercianti e quegli approvvigionatori di mercati che aspettano la scarsità delle merci e la carestia per trarne un profitto con accaparramenti e speculazioni; [...] quei medici che aspettano con ansia le malattie; quegli avvocati e magistrati desiderosi di cause e di liti... ».
nota
(405) Catechismo Romano, 3, 10, 23: ed. P. Rodríguez (Città del Vaticano-Pamplona 1989) p. 523.
CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
CdA 1120-1123
CONFRONTAVAI
Qo 5,9CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
CdA 1120-1123
CONFRONTAVAI
  2538 Il decimo comandamento esige che si bandisca dal cuore umano l’invidia. Allorché il profeta Natan volle suscitare il pentimento del re Davide, gli narrò la storia del povero che possedeva soltanto una pecora, la quale era per lui come una figlia, e del ricco che, malgrado avesse bestiame in gran numero, invidiava quel povero e finì per portargli via la sua pecora.
nota
(406) Cf .
L’invidia può condurre ai peggiori misfatti.
nota
(407) Cf .
« La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo » ():
« Noi ci facciamo guerra vicendevolmente, ed è l’invidia ad armarci gli uni contro gli altri. [...] Se tutti si accaniscono così a far vacillare il corpo di Cristo, dove si arriverà? Siamo quasi in procinto di snervarlo. [...] Ci diciamo membra di un medesimo organismo e ci divoriamo come farebbero le belve ».
nota
(408) San Giovanni Crisostomo, In epistulam II ad Corinthios, homilia 27, 3-4: PG 61, 588.
CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
2Sam 12,1-4Gen 4,3-81Re 21,1-29Sap 2,24
  2539 L’invidia è un vizio capitale. Consiste nella tristezza che si prova davanti ai beni altrui e nel desiderio smodato di appropriarsene, sia pure indebitamente. Quando arriva a volere un grave male per il prossimo, l’invidia diventa peccato mortale:
Sant’Agostino vedeva nell’invidia « il peccato diabolico per eccellenza ».
nota
(409) Sant’Agostino, De disciplina christiana, 7, 7: CCL 46, 214 (PL 40, 673); Id., Epistula 108, 3, 8: CSEL 34, 620 (PL 33, 410).
« Dall’invidia nascono l’odio, la maldicenza, la calunnia, la gioia causata dalla sventura del prossimo e il dispiacere causato dalla sua fortuna ».
nota
(410) San Gregorio Magno, Moralia in Iob, 31, 45, 88: CCL 143b, 1610 (PL 76, 621).
CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
  2540 L’invidia rappresenta una delle forme della tristezza e quindi un rifiuto della carità; il battezzato lotterà contro l’invidia mediante la benevolenza. L’invidia spesso è causata dall’orgoglio; il battezzato si impegnerà a vivere nell’umiltà.
« Vorreste vedere Dio glorificato da voi? Ebbene, rallegratevi dei progressi del vostro fratello, ed ecco che Dio sarà glorificato da voi. Dio sarà lodato – si dirà – dalla vittoria sull’invidia riportata dal suo servo, che ha saputo fare dei meriti altrui il motivo della propria gioia ».
nota
(411) San Giovanni Crisostomo, In epistulam ad Romanos, homilia 7, 5: PG 60, 448.
CdA 145-153
CONFRONTAVAI
CdA 880-891
CONFRONTAVAI

Catechismo Chiesa Cattolica
indice dei contenuti