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CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
LEV Libreria Editrice Vaticana

Catechismo Chiesa Cattolica

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IV. « Non ti farai alcuna immagine scolpita... »


IV. « Non ti farai alcuna immagine scolpita... »
CCC 1159
  2129 L’ingiunzione divina comportava il divieto di qualsiasi rappresentazione di Dio fatta dalla mano dell’uomo. Il Deuteronomio spiega: « Poiché non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita, perché non vi corrompiate e non vi facciate l’immagine scolpita di qualche idolo » (). È il Dio assolutamente trascendente che si è rivelato a Israele. « Egli è tutto », ma, al tempo stesso, è « al di sopra di tutte le sue opere » (). Egli è « lo stesso autore della bellezza » ().
  2130 Tuttavia, fin dall’Antico Testamento, Dio ha ordinato o permesso di fare immagini che simbolicamente conducessero alla salvezza operata dal Verbo incarnato: così il serpente di rame,
nota
(83) Cf .
l’arca dell’Alleanza e i cherubini.
nota
(84) Cf .
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
Dt 4,15-16Sir 43,27-28Sap 13,3CdA 880-891
CONFRONTAVAI
Nm 21,4-9Sap 16,5-14Gv 3,14-15Es 25,10-221Re 6,23-287,23-26
  2131 Fondandosi sul mistero del Verbo incarnato, il settimo Concilio ecumenico, a Nicea (nel 787), ha giustificato, contro gli iconoclasti, il culto delle icone: quelle di Cristo, ma anche quelle della Madre di Dio, degli angeli e di tutti i santi. Incarnandosi, il Figlio di Dio ha inaugurato una nuova « economia » delle immagini.
  2132 Il culto cristiano delle immagini non è contrario al primo comandamento che proscrive gli idoli. In effetti, « l’onore reso ad un’immagine appartiene a chi vi è rappresentato »,
nota
(85)San Basilio Magno, Liber de Spiritu Sancto, 18, 45: SC 17bis, 406 (PG 32, 149).
e « chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto ».
nota
(86)Concilio di Nicea II, Definitio de sacris imaginibus: DS 601; cf Concilio di Trento, Sess. 25a, Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et sacris imaginibus: DS 1821-1825; Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 125: AAS 56 (1964) 132; Id., Cost. dogm. Lumen gentium, 67: AAS 57 (1965) 65-66.
L’onore tributato alle sacre immagini è una « venerazione rispettosa », non un’adorazione che conviene solo a Dio:
« Gli atti di culto non sono rivolti alle immagini considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato. Ora, il moto che si volge all’immagine in quanto immagine, non si ferma su di essa, ma tende alla realtà che essa rappresenta ».
nota
(87) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 81, a. 3, ad 3: Ed. Leon. 9, 180.
CdA 880-891
CONFRONTAVAI
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