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CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
LEV Libreria Editrice Vaticana

Catechismo Chiesa Cattolica

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V. La proliferazione del peccato


V. La proliferazione del peccato
  1865 Il peccato trascina al peccato; con la ripetizione dei medesimi atti genera il vizio. Ne derivano inclinazioni perverse che ottenebrano la coscienza e alterano la concreta valutazione del bene e del male. In tal modo il peccato tende a riprodursi e a rafforzarsi, ma non può distruggere il senso morale fino alla sua radice.
CdA 926-931
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  1866 I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l’esperienza cristiana ha distinto, seguendo san Giovanni Cassiano
nota
(122) Cf San Giovanni Cassiano, Conlatio, 5, 2: CSEL 13, 121 (PL 49, 611).
e san Gregorio Magno.
nota
(123) Cf San Gregorio Magno, Moralia in Iob, 31, 45, 87: CCL 143B, 1610 (PL 76, 621).
Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l’avarizia, l’invidia, l’ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia.
CdA 926-931
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  1867 La tradizione catechistica ricorda pure che esistono « peccati che gridano verso il cielo ». Gridano verso il cielo: il sangue di Abele;
nota
(124) Cf .
il peccato dei Sodomiti;
nota
(125) Cf .
il lamento del popolo oppresso in Egitto;
nota
(126) Cf .
il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano;
nota
(127) Cf .
l’ingiustizia verso il salariato.
nota
(128) Cf .
CdA 926-931
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CdA 1135
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Gen 4,10Gen 18,2019,13Es 3,7-10Es 22,20-22Dt 24,14-15Gc 5,4
  1868 Il peccato è un atto personale. Inoltre, abbiamo una responsabilità nei peccati commessi dagli altri, quando vi cooperiamo:
- prendendovi parte direttamente e volontariamente;
- comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli;
- non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo;
- proteggendo coloro che commettono il male.
CdA 926-931
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  1869 Così il peccato rende gli uomini complici gli uni degli altri e fa regnare tra di loro la concupiscenza, la violenza e l’ingiustizia. I peccati sono all’origine di situazioni sociali e di istituzioni contrarie alla bontà divina. Le « strutture di peccato » sono espressione ed effetto dei peccati personali. Inducono le loro vittime a commettere, a loro volta, il male. In un senso analogico esse costituiscono un « peccato sociale ».
nota
(129) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16: AAS 77 (1985) 216.
CdA 926-931
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CdA 1087
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