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CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
LEV Libreria Editrice Vaticana

Catechismo Chiesa Cattolica

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III. La beatitudine cristiana


III. La beatitudine cristiana
  1720 Il Nuovo Testamento usa parecchie espressioni per caratterizzare la beatitudine alla quale Dio chiama l’uomo: l’avvento del regno di Dio;
nota
(39) Cf .
la visione di Dio: « Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio » ();
nota
(40) Cf .
l’entrata nella gioia del Signore;
nota
(41) Cf .
l’entrata nel riposo di Dio:
nota
(42) Cf .
« Là noi riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo. Ecco ciò che alla fine sarà senza fine. E quale altro fine abbiamo, se non di giungere al regno che non avrà fine? ».
nota
(43) Sant’Agostino, De civitate Dei, 22, 30: CSEL 402, 670 (PL 41, 804).
CdA 852-866
CONFRONTAVAI
Mt 4,17Mt 5,81Gv 3,21Cor 13,12Mt 25,2123Eb 4,7-11
  1721 Dio infatti ci ha creati per conoscerlo, servirlo e amarlo, e così giungere in paradiso. La beatitudine ci rende « partecipi della natura divina » () e della vita eterna.
nota
(44) Cf .
Con essa, l’uomo entra nella gloria di Cristo
nota
(45) Cf .
e nel godimento della vita trinitaria.
CdA 852-866
CONFRONTAVAI
2Pt 1,4Gv 17,3Rm 8,18
  1722 Una tale beatitudine oltrepassa l’intelligenza e le sole forze umane. Essa è frutto di un dono gratuito di Dio. Per questo la si dice soprannaturale, come la grazia che dispone l’uomo ad entrare nella gioia di Dio.
CdA 852-866
CONFRONTAVAI
« "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio"; tuttavia nella sua grandezza e nella sua mirabile gloria, "nessun uomo può vedere Dio e restare vivo". Il Padre, infatti, è incomprensibile; ma nel suo amore, nella sua bontà verso gli uomini, e nella sua onnipotenza, arriva a concedere a coloro che lo amano il privilegio di vedere Dio [...]: poiché "ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio" ».
nota
(46) Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 20, 5: SC 100, 638.
  1723 La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive. Essa ci invita a purificare il nostro cuore dai suoi istinti cattivi e a cercare l’amore di Dio al di sopra di tutto. Ci insegna che la vera felicità non si trova né nella ricchezza o nel benessere, né nella gloria umana o nel potere, né in alcuna attività umana, per quanto utile possa essere, come le scienze, le tecniche e le arti, né in alcuna creatura, ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore:
« La ricchezza è la grande divinità del presente; alla ricchezza la moltitudine, tutta la massa degli uomini, tributa un omaggio istintivo. Per gli uomini il metro della felicità è la fortuna, e la fortuna è il metro dell’onorabilità. [...] Tutto ciò deriva dalla convinzione che in forza della ricchezza tutto è possibile. La ricchezza è quindi uno degli idoli del nostro tempo, e un altro idolo è la notorietà. [...] La notorietà, il fatto di essere conosciuti e di far parlare di sé nel mondo (ciò che si potrebbe chiamare fama da stampa), ha finito per essere considerata un bene in se stessa, un bene sommo, un oggetto, anch’essa, di vera venerazione ».
nota
(47) John Henry Newman, Discourses addressed to Mixed Congregations , 5 [Saintliness the Standard of Christian Principle] (Westminster 1966) p. 89-91.
  1724 Il Decalogo, il discorso della montagna e la catechesi apostolica ci descrivono le vie che conducono al regno dei cieli. Noi ci impegniamo in esse passo passo, mediante azioni quotidiane, sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo. Fecondati dalla parola di Cristo, lentamente portiamo frutti nella Chiesa per la gloria di Dio.
nota
(48) Cf la parabola del seminatore: .
CdA 852-866
CONFRONTAVAI
CdA 852-866
CONFRONTAVAI
Mt 13,3-23

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