INDICE
ARTICOLO 4: IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- I. COME VIENE CHIAMATO QUESTO SACRAMENTO?
- II. PERCHÉ UN SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE DOPO IL BATTESIMO?
- III. LA CONVERSIONE DEI BATTEZZATI
- IV. LA PENITENZA INTERIORE
- V. LE MOLTEPLICI FORME DELLA PENITENZA NELLA VITA CRISTIANA
- VI. IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- VII. GLI ATTI DEL PENITENTE
- VIII. IL MINISTRO DI QUESTO SACRAMENTO
- IX. GLI EFFETTI DI QUESTO SACRAMENTO
- X. LE INDULGENZE
- XI. LA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
- IN SINTESI
Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
In sintesi
In sintesi
1485
La sera di pasqua, il Signore Gesù si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: « Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi » (Gv 20,22-23).
1486
Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della Conversione, della Confessione, della Penitenza o della Riconciliazione.
1487
Colui che pecca ferisce l’onore di Dio e il suo amore, la propria dignità di uomo chiamato ad essere figlio di Dio e la salute spirituale della Chiesa di cui ogni cristiano deve essere una pietra viva.
1488
Agli occhi della fede, nessun male è più grave del peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la Chiesa e per il mondo intero.
1489
Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a causa del peccato, è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di misericordia e sollecito della salvezza degli uomini. Bisogna chiedere questo dono prezioso per sé e per gli altri.
1490
Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati commessi, e il fermo proposito di non peccare più in avvenire. La conversione riguarda dunque il passato e il futuro; essa si nutre della speranza nella misericordia divina.
1491
Il sacramento della Penitenza è costituito dall’insieme dei tre atti compiuti dal penitente e dall’assoluzione da parte del sacerdote. Gli atti del penitente sono: il pentimento, la confessione o manifestazione dei peccati al sacerdote e il proposito di compiere la soddisfazione e le opere di soddisfazione.
1492
Il pentimento (chiamato anche contrizione) deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede. Se il pentimento nasce dall’amore di carità verso Dio, lo si dice « perfetto »; se è fondato su altri motivi, lo si chiama « imperfetto ».
1493
Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.
1494
Il confessore propone al penitente il compimento di certi atti di « soddisfazione » o di « penitenza », al fine di riparare il danno causato dal peccato e ristabilire gli atteggiamenti consoni al discepolo di Cristo.
1495
Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall’autorità della Chiesa la facoltà di assolvere possono perdonare i peccati nel nome di Cristo.
- la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente ricupera la grazia;
- la riconciliazione con la Chiesa;
- la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali;
- la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato;
- la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale;
- l’accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano.
1497
La confessione individuale e completa dei peccati gravi seguita dall’assoluzione rimane l’unico mezzo ordinario per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa.