INDICE
ARTICOLO 4: IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- I. COME VIENE CHIAMATO QUESTO SACRAMENTO?
- II. PERCHÉ UN SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE DOPO IL BATTESIMO?
- III. LA CONVERSIONE DEI BATTEZZATI
- IV. LA PENITENZA INTERIORE
- V. LE MOLTEPLICI FORME DELLA PENITENZA NELLA VITA CRISTIANA
- VI. IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
- VII. GLI ATTI DEL PENITENTE
- VIII. IL MINISTRO DI QUESTO SACRAMENTO
- IX. GLI EFFETTI DI QUESTO SACRAMENTO
- X. LE INDULGENZE
- XI. LA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
- IN SINTESI
Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
VII. Gli atti del penitente
VII. Gli atti del penitente
1450 « La penitenza induce il peccatore a sopportare di buon animo ogni sofferenza; nel suo cuore vi sia la contrizione, nella sua bocca la confessione, nelle sue opere tutta l’umiltà e la feconda soddisfazione ».
(42) Catechismo Romano, 2, 5, 21: ed. P. Rodríguez (Città del Vaticano-Pamplona 1989) p. 299; cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 3: DS 1673.
La contrizione
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1452 Quando proviene dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta « perfetta » (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale.
(44) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 4: DS 1677.
1453 La contrizione detta « imperfetta » (o « attrizione ») è, anch’essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo. Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore). Quando la coscienza viene così scossa, può aver inizio un’evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l’azione della grazia, dall’assoluzione sacramentale. Da sola, tuttavia, la contrizione imperfetta non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel sacramento della Penitenza.
(45) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 4: DS 1678; Id., Sess. 14a, Canones de sacramento Paenitentiae, canone 5: DS 1705.
1454
È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il discorso della montagna, gli insegnamenti apostolici.
(46) Cf
.
La confessione dei peccati
| CdA 701-711 CONFRONTAVAI CdA 701-711 CONFRONTAVAI CdA 701-711 CONFRONTAVAI Rm 12-151Cor 12-13Gal 5Ef 4-6 |
1455 La confessione dei peccati (l’accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Con l’accusa, l’uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.
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1456 La confessione al sacerdote costituisce una parte essenziale del sacramento della Penitenza: « È necessario che i penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali, di cui hanno consapevolezza dopo un diligente esame di coscienza, anche se si tratta dei peccati più nascosti e commessi soltanto contro i due ultimi comandamenti del Decalogo,
CCC 1855
(47) Cf . (48) Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 5: DS 1680. | CdA 701-711 CONFRONTAVAI Es 20,17Mt 5,28 |
« I cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina misericordia perché li perdoni. Quelli, invece, che fanno diversamente e tacciono consapevolmente qualche peccato, è come se non sottoponessero nulla alla divina bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdote. "Se infatti l’ammalato si vergognasse di mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non conosce" ».
(49)
Concilio di Trento,
Sess. 14a,
Doctrina de sacramento Paenitentiae
, c. 5: DS 1680; cf
San Girolamo,
Commentarius in Ecclesiasten
, 10, 11: CCL 72, 338 (PL 23, 1096).
| |
1457
Secondo il precetto della Chiesa, « ogni fedele, raggiunta l’età della discrezione, è tenuto all’obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell’anno ».
(50) CIC canone 989; cf
Concilio di Trento,
Sess. 14a,
Doctrina de sacramento Paenitentiae
, c. 5: DS 1683;
Id.,
Sess. 14a,
Canones de sacramento Paenitentiae
, canone 8: DS 1708.
(51) Cf
Concilio di Trento,
Sess. 13a,
Decretum de ss. Eucharistia
, c. 7: DS 1647;
Ibid
., canone 11: DS 1661.
(52) Cf CIC canone 916; CCEO canone 711.
(53) Cf CIC canone 914.
| CdA 701-711 CONFRONTAVAI |
1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.
(54) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 5: DS 1680; CIC canone 988, § 2. (55) Cf . | CdA 701-711 CONFRONTAVAI Lc 6,36 |
« Chi riconosce i propri peccati e li condanna, è già d’accordo con Dio. Dio condanna i tuoi peccati; e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio. L’uomo e il peccatore sono due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. [...] Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano col riconoscimento delle opere cattive. Operi la verità, e così vieni alla Luce ».
(56)
Sant’Agostino,
In Iohannis evangelium tractatus
, 12, 13: CCL 36, 128 (PL 35, 1491).
La soddisfazione
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1459 Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L’assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato.
(57) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Canones de sacramento Paenitentiae, canone 12: DS 1712. | CdA 701-711 CONFRONTAVAI |
1460 La penitenza che il confessore impone deve tener conto della situazione personale del penitente e cercare il suo bene spirituale. Essa deve corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati commessi. Può consistere nella preghiera, in un’offerta, nelle opere di misericordia, nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie, in sacrifici, e soprattutto nella paziente accettazione della croce che dobbiamo portare. Tali penitenze ci aiutano a configurarci a Cristo che, solo, ha espiato per i nostri peccati
(58) Cf . (59) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 8: DS 1690. | CdA 701-711 CONFRONTAVAI Rm 3,251Gv 2,1-2Rm 8,17 |
« Ma questa soddisfazione, che compiamo per i nostri peccati, non è talmente nostra da non esistere per mezzo di Gesù Cristo: noi, infatti, che non possiamo nulla da noi stessi, col suo aiuto "possiamo tutto in lui che ci dà la forza".
(60) Cf
.
(61) Cf
.
(62)
Concilio di Trento,
Sess. 14a,
Doctrina de sacramento Paenitentiae
, c. 8: DS 1691.
| Fil 4,13Lc 3,8 |