INDICE
ARTICOLO 3: IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA
- IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA
- I. L'EUCARISTIA – FONTE E CULMINE DELLA VITA ECCLESIALE
- II. COME VIENE CHIAMATO QUESTO SACRAMENTO?
- III. L'EUCARISTIA NELL'ECONOMIA DELLA SALVEZZA
- IV. LA CELEBRAZIONE LITURGICA DELL'EUCARISTIA
- V. IL SACRIFICIO SACRAMENTALE: AZIONE DI GRAZIE, MEMORIALE, PRESENZA
- VI. IL BANCHETTO PASQUALE
- VII. L'EUCARISTIA – « PEGNO DELLA GLORIA FUTURA »
- IN SINTESI
Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
VI. Il banchetto pasquale
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1382 La Messa è ad un tempo e inseparabilmente il memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della croce, e il sacro banchetto della Comunione al Corpo e al Sangue del Signore. Ma la celebrazione del sacrificio eucaristico è totalmente orientata all’unione intima dei fedeli con Cristo attraverso la Comunione. Comunicarsi è ricevere Cristo stesso che si è offerto per noi.
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1383 L’altare, attorno al quale la Chiesa è riunita nella celebrazione dell’Eucaristia, rappresenta i due aspetti di uno stesso mistero: l’altare del sacrificio e la mensa del Signore, e questo tanto più in quanto l’altare cristiano è il simbolo di Cristo stesso, presente in mezzo all’assemblea dei suoi fedeli sia come vittima offerta per la nostra riconciliazione, sia come alimento celeste che si dona a noi. « Che cosa è l’altare di Cristo se non l’immagine del Corpo di Cristo? », dice sant’Ambrogio,
(214) Sant’Ambrogio, De sacramentis, 5, 7: CSEL 73, 61 (PL 16, 447). (215) Sant’Ambrogio, De sacramentis, 4, 7: CSEL 73, 49 (PL 16, 437).
« Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo ».
(216)
Preghiera eucaristica I o Canone Romano
:
Messale Romano
(Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 390.
« Prendete e mangiatene tutti »: la Comunione
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CdA 684-699 CONFRONTAVAI Gv 6,53 | |
1385 Per rispondere a questo invito dobbiamo prepararci a questo momento così grande e così santo. San Paolo esorta a un esame di coscienza: « Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna » (). Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione.
1386 Davanti alla grandezza di questo sacramento, il fedele non può che fare sua con umiltà e fede ardente la supplica del centurione:
(217) Cf . (218) Riti di Comunione: Messale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 421. | CdA 684-699 CONFRONTAVAI 1Cor 11,27-29CdA 684-699 CONFRONTAVAI Mt 8,8 |
« O Figlio di Dio, fammi oggi partecipe del tuo mistico convito. Non svelerò il mistero ai tuoi nemici, e neppure ti darò il bacio di Giuda. Ma, come il ladrone, io ti dico: Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo regno ».
(219)
Liturgia bizantina. Anafora di san Giovanni Crisostomo
, Preghiera prima della Comunione:
F.E. Brightman,
Liturgies Eastern and Western
(Oxford 1896) p. 394 (PG 63, 920).
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1387 Per prepararsi in modo conveniente a ricevere questo sacramento, i fedeli osserveranno il digiuno prescritto nella loro Chiesa.
(220) Cf CIC canone 919.
1388 È conforme al significato stesso dell’Eucaristia che i fedeli, se hanno le disposizioni richieste,
(221) Cf CIC canoni 916-917. (222) Cf CIC 917. I fedeli nel medesimo giorno possono ricevere la S.S. Eucaristia solo una seconda volta [cf Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico, Responsa ad proposita dubia, 1: AAS 76 (1984) 746]. (223) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 55: AAS 56 (1964) 115. | CdA 684-699 CONFRONTAVAI CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1389 La Chiesa fa obbligo ai fedeli di « partecipare alla divina liturgia la domenica e le feste »
(224) Concilio Vaticano II, Decr. Orientalium Ecclesiarum, 15: AAS 57 (1956) 81. (225) Cf CIC canone 920.
1390 In virtù della presenza sacramentale di Cristo sotto ciascuna specie, la Comunione con la sola specie del pane permette di ricevere tutto il frutto di grazia dell’Eucaristia. Per motivi pastorali questo modo di fare la Comunione si è legittimamente stabilito come il più abituale nel rito latino. Tuttavia « la santa Comunione esprime con maggior pienezza la sua forma di segno, se viene fatta sotto le due specie. In essa risulta infatti più evidente il segno del banchetto eucaristico ».
(226) Principi e norme per l’uso del Messale Romano, 240: Messale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. XXXVIII.
I frutti della Comunione
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1391
La Comunione accresce la nostra unione a Cristo. Ricevere l’Eucaristia nella Comunione reca come frutto principale l’unione intima con Cristo Gesù. Il Signore infatti dice: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui » (). La vita in Cristo ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico: « Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me » ():
« Quando, nelle feste [del Signore], i fedeli ricevono il Corpo del Figlio, essi annunziano gli uni agli altri la Buona Notizia che è stata donata la caparra della vita, come quando l’angelo disse a Maria [di Magdala]: "Cristo è risorto!". Ecco infatti che già ora la vita e la risurrezione sono elargite a colui che riceve Cristo ».
(227)
Fanqîth, Breviario secondo il rito della Chiesa Antiochena dei Siri
, v. 1 (Mossul 1886) p. 237a-b.
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI Gv 6,56Gv 6,57 |
1392 Ciò che l’alimento materiale produce nella nostra vita fisica, la Comunione lo realizza in modo mirabile nella nostra vita spirituale. La Comunione alla Carne del Cristo risorto, « vivificata dallo Spirito Santo e vivificante »,
(228) Concilio Vaticano II, Decr. Presbyterorum ordinis, 5: AAS 58 (1966) 997. | CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1393
La Comunione ci separa dal peccato. Il Corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è « dato per noi », e il Sangue che beviamo è « sparso per molti in remissione dei peccati ». Perciò l’Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci, nello stesso tempo, dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri:
« Ogni volta che lo riceviamo, annunziamo la morte del Signore.
(229) Cf
.
(230)
Sant’Ambrogio,
De sacramentis
, 4, 28: CSEL 73, 57-58 (PL 16, 446).
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI 1Cor 11,26 |
1394 Come il cibo del corpo serve a restaurare le forze perdute, l’Eucaristia fortifica la carità che, nella vita di ogni giorno, tende ad indebolirsi; la carità così vivificata cancella i peccati veniali.
(231) Cf Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, c. 2: DS 1638.
« Cristo è morto per noi per amore. Perciò quando facciamo memoria della sua morte, durante il sacrificio, invochiamo la venuta dello Spirito Santo quale dono di amore. La nostra preghiera chiede quello stesso amore per cui Cristo si è degnato di essere crocifisso per noi. Anche noi, mediante la grazia dello Spirito Santo, possiamo essere crocifissi al mondo e il mondo a noi. [...] Avendo ricevuto il dono dell’amore, moriamo al peccato e viviamo per Dio ».
(232)
San Fulgenzio di Ruspe,
Contra gesta Fabiani
, 28, 17: CCL 91A, 813-814 (PL 65, 789).
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1395 Proprio per la carità che accende in noi, l’Eucaristia ci preserva in futuro dai peccati mortali. Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da lui con il peccato mortale. L’Eucaristia non è ordinata al perdono dei peccati mortali. Questo è proprio del sacramento della Riconciliazione. Il proprio dell’Eucaristia è invece di essere il sacramento di coloro che sono nella piena comunione della Chiesa.
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1396
L’unità del corpo mistico: l’Eucaristia fa la Chiesa. Coloro che ricevono l’Eucaristia sono uniti più strettamente a Cristo. Per ciò stesso, Cristo li unisce a tutti i fedeli in un solo corpo: la Chiesa. La Comunione rinnova, fortifica, approfondisce questa incorporazione alla Chiesa già realizzata mediante il Battesimo. Nel Battesimo siamo stati chiamati a formare un solo corpo.
(233) Cf . | CdA 684-699 CONFRONTAVAI 1Cor 12,131Cor 10,16-17 |
« Se voi siete il corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il vostro mistero, ricevete il vostro mistero. A ciò che siete rispondete: Amen, e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si dice infatti: Il Corpo di Cristo e tu rispondi: Amen. Sii membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo Amen ».
(234)
Sant’Agostino,
Sermo
272: PL 38, 1247.
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1397
L’Eucaristia impegna nei confronti dei poveri. Per ricevere nella verità il Corpo e il Sangue di Cristo offerti per noi, dobbiamo riconoscere Cristo nei più poveri, suoi fratelli:
(235) Cf .
« Tu hai bevuto il Sangue del Signore e non riconosci tuo fratello. [...] Tu disonori questa stessa mensa, non giudicando degno che condivida il tuo cibo colui che è stato ritenuto degno di partecipare a questa mensa. [...] Dio ti ha liberato da tutti i tuoi peccati e ti ha invitato a questo banchetto. E tu, nemmeno per questo, sei divenuto più misericordioso ».
(236)
San Giovanni Crisostomo,
In epistulam I ad Corinthios,
homilia 27, 5: PG 61, 230.
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI CdA 1128-1130 CONFRONTAVAI Mt 25,40 |
1398
L’Eucaristia e l’unità dei cristiani. Davanti alla sublimità di questo sacramento, sant’Agostino esclama: « O sacramentum pietatis! O signum unitatis! O vinculum caritatis! – O sacramento di pietà! O segno di unità! O vincolo di carità! ».
(237) Sant’Agostino, In Iohannis evangelium tractatus, 26, 13: CCL 36, 266 (PL 35, 1613); cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 47: AAS 56 (1964) 113. | CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1399
Le Chiese Orientali che non sono nella piena comunione con la Chiesa cattolica celebrano l’Eucaristia con grande amore. « Quelle Chiese, quantunque separate, hanno veri sacramenti e soprattutto, in forza della successione apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia, per mezzo dei quali restano ancora unite a noi da strettissimi vincoli ».
(238)
Concilio Vaticano II,
Decr.
Unitatis redintegratio
, 15: AAS 57 (1965) 102.
(239)
Concilio Vaticano II,
Decr.
Unitatis redintegratio
, 15: AAS 57 (1965) 102; cf CIC canone 844, § 3.
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1400
Le comunità ecclesiali sorte dalla Riforma, separate dalla Chiesa cattolica, « specialmente per la mancanza del sacramento dell’Ordine, non hanno conservato la genuina ed integra sostanza del mistero eucaristico ».
(240)
Concilio Vaticano II,
Decr.
Unitatis redintegratio
, 22: AAS 57 (1965) 106.
(241)
Concilio Vaticano II,
Decr.
Unitatis redintegratio
, 22: AAS 57 (1965) 106.
| CdA 684-699 CONFRONTAVAI |
1401
In presenza di una grave necessità, a giudizio dell’Ordinario, i ministri cattolici possono amministrare i sacramenti (Eucaristia, Penitenza, Unzione degli infermi) agli altri cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, purché li chiedano spontaneamente: è necessario in questi casi che essi manifestino la fede cattolica a riguardo di questi sacramenti e che si trovino nelle disposizioni richieste.
(242) Cf CIC canone 844, § 4.
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