Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
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II. I fedeli laici
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897 « Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti popolo di Dio, e nella loro misura resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano ».
(69) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 31: AAS 57 (1965) 37.
La vocazione dei laici
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898 « Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. [...] A loro quindi particolarmente spetta illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e al Redentore ».
(70) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 31: AAS 57 (1965) 37-38. | CdA 535-536 CONFRONTAVAI CdA 1093 CONFRONTAVAI |
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899 L’iniziativa dei cristiani laici è particolarmente necessaria quando si tratta di scoprire, di ideare mezzi per permeare delle esigenze della dottrina e della vita cristiana le realtà sociali, politiche ed economiche. Questa iniziativa è un elemento normale della vita della Chiesa:
« I fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata della vita della Chiesa; grazie a loro, la Chiesa è il principio vitale della società. Per questo essi soprattutto devono avere una coscienza sempre più chiara non soltanto di appartenere alla Chiesa, ma di essere la Chiesa, cioè la comunità dei fedeli sulla terra sotto la guida dell’unico capo, il Papa, e dei Vescovi in comunione con lui. Essi sono la Chiesa ».
(71)
Pio XII,
Discorso ai nuovi Cardinali
(20 febbraio 1946): AAS 38 (1946) 149; citato da
Giovanni Paolo II,
Esort. ap.
Christifideles laici
, 9: AAS 81 (1989) 406.
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900 I laici, come tutti i fedeli, in virtù del Battesimo e della Confermazione, ricevono da Dio l’incarico dell’apostolato; pertanto hanno l’obbligo e godono del diritto, individualmente o riuniti in associazioni, di impegnarsi affinché il messaggio divino della salvezza sia conosciuto e accolto da tutti gli uomini e su tutta la terra; tale obbligo è ancora più pressante nei casi in cui solo per mezzo loro gli uomini possono ascoltare il Vangelo e conoscere Cristo. Nelle comunità ecclesiali, la loro azione è così necessaria che, senza di essa, l’apostolato dei Pastori, la maggior parte delle volte, non può raggiungere il suo pieno effetto.
(72) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 33: AAS 57 (1965) 39.
La partecipazione dei laici all’ufficio sacerdotale di Cristo
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901 « I laici, essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile chiamati e istruiti perché lo Spirito produca in essi frutti sempre più copiosi. Tutte infatti le opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo;
(73) Cf . (74) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 34: AAS 57 (1965) 40; cf Ibid., 10: AAS 57 (1965) 14-15. | CdA 505-506 CONFRONTAVAI CdA 538-539 CONFRONTAVAI 1Pt 2,5CdA 505-506 CONFRONTAVAI CdA 538-539 CONFRONTAVAI |
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I laici, se hanno le doti richieste, possono essere assunti stabilmente ai ministeri di lettori e di accoliti.
(76) Cf CIC canone 230, § 1.
(77) CIC canone 230, § 3.
La loro partecipazione all’ufficio profetico di Cristo
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della gerarchia, [...] ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni e forma nel senso della fede e nella grazia della parola »:
(78) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 35: AAS 57 (1965) 40.
« Istruire qualcuno per condurlo alla fede è il compito di ogni predicatore e anche di ogni credente ».
(79)
San Tommaso d’Aquino,
Summa theologiae
, III, q. 71, a. 4, ad 3: Ed. Leon. 12, 124.
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905 I laici compiono la loro missione profetica anche mediante l’evangelizzazione, cioè « con l’annunzio di Cristo fatto con la testimonianza della vita e con la parola ». Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici « acquista una certa nota specifica e una particolare efficacia dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo »:
(80) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 35: AAS 57 (1965) 40. | CdA 538-539 CONFRONTAVAI |
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« Tale apostolato non consiste nella sola testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola, sia ai credenti [...], sia agli infedeli ».
(81)
Concilio Vaticano II,
Decr.
Apostolicam actuositatem
, 6: AAS 58 (1966) 843; cf
Id.,
Decr.
Ad gentes
, 15: AAS 58 (1966) 965.
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Tra i fedeli laici coloro che ne sono capaci e che vi si preparano possono anche prestare la loro collaborazione alla formazione catechistica,
(82) Cf CIC canoni 774. 776. 780.
(83) Cf CIC canone 229.
(84) Cf CIC canone 822, § 3.
907
« In rapporto alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità della persona ».
(85) CIC canone 212, § 3.
La loro partecipazione all’ufficio regale di Cristo
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908 Mediante la sua obbedienza fino alla morte,
(86) Cf . (87) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57 (1965) 41.
« Colui che sottomette il proprio corpo e governa la sua anima senza lasciarsi sommergere dalle passioni è padrone di sé: può essere chiamato re perché è capace di governare la propria persona; è libero e indipendente e non si lascia imprigionare da una colpevole schiavitù ».
(88)
Sant’Ambrogio,
Expositio psalmi CXVIII
, 14, 30: CSEL 62, 318 (PL 15, 1476).
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909 « Inoltre i laici, anche mettendo in comune la loro forza, risanino le istituzioni e le condizioni di vita del mondo, se ve ne sono che spingano i costumi al peccato, così che tutte siano rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l’esercizio delle virtù. Così agendo impregneranno di valore morale la cultura e i lavori dell’uomo ».
(89) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57 (1965) 42. | CdA 538-539 CONFRONTAVAI CdA 1093 CONFRONTAVAI |
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910 « I laici [...] possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorrà loro dispensare ».
(90) Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 73: AAS 68 (1976) 61.
911
Nella Chiesa, nell’esercizio della medesima potestà di governo, « i fedeli laici possono cooperare a norma del diritto ».
(91) CIC canone 129, § 2.
(92) Cf CIC canone 443, § 4.
(93) Cf CIC canone 463, § 1-2.
(94) Cf CIC canoni 511-512. 536.
(95) Cf CIC canone 517, § 2.
(96) Cf CIC canoni 492, § 1. 537.
(97) Cf CIC canone 1421, § 2.
| CdA 538-539 CONFRONTAVAI CdA 538-539 CONFRONTAVAI |
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912 I fedeli devono « distinguere accuratamente tra i diritti e i doveri che loro incombono in quanto sono aggregati alla Chiesa, e quelli che loro competono in quanto membri della società umana. Cerchino di metterli in armonia, ricordandosi che in ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche in materia temporale, può essere sottratta al dominio di Dio ».
(98) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57 (1965) 42. | CdA 538-539 CONFRONTAVAI CdA 1093 CONFRONTAVAI CdA 538-539 CONFRONTAVAI Ef 4,7 |


