Catechismo dei Giovani
Io ho scelto voi
Don Antonio Seghezzi
12.
Da un solo Spirito doni diversi
I fedeli laiciSantità laicaleCdA 568-57013.
La missione della Chiesa
Rivelare e comunicare l’amore di DioLa via della testimonianzaCdA 838-84421.
La vocazione del cristiano
Comune vocazione alla santità
Don Antonio Seghezzi, prete bergamasco, ha un solo desiderio: essere «totalmente e splendidamente prete». Inizia il suo servizio nella cura pastorale dei giovani, per poi dedicarsi all’insegnamento in seminario; quindi è chiamato come cappellano all’assistenza spirituale dei soldati nella guerra di Abissinia; viene infine nominato assistente dei giovani di Azione Cattolica della diocesi e svolge con dedizione questo compito, fino a quando viene deportato nel campo di concentramento di Dachau.
È un prete entusiasta della sua vocazione: «La vocazione è come innamorarsi: si sogna, si ama, si crede al bello, si vuole diventare felici». Vive nel dono quotidiano di sé al Signore, pienamente disponibile a fare ciò che il Signore chiede ora per ora: «io sono tutto un dono», è solito dire.
«Quando ami Gesù, caro fratello... riesci meglio a vedere più serenamente la vita... Ricorda che il Signore sa che ci sei. Abbi molta fiducia in lui... È la dolcissima bontà del Signore che ti fa fiorire... Chiamalo di continuo come se fossi innamorato e... cerca nel tuo cuore ogni più bella parola e ogni più forte sospiro... So che il Signore ci ama e allora che cosa ci manca?...
L’adolescenza è la primavera che reclama i suoi diritti, ma sopra del corpo c’è lo spirito che è più nobile e che è il motore e la guida. Se la guida non ha occhi buoni che cosa succede?... Fa sante comunioni... Unisciti a lui. Egli ti trasformerà... ti porterà alla maturità spirituale. La vita ti sarà tanto più bella quanto più vedrai in ogni ora un mezzo per avvicinarti sempre più al Signore dolcissimo che è tutto... Rallegrati nel Signore sempre... fa’ che ognuno che vede te pensi a lui».
Muore nel campo di concentramento a 38 anni, il 21 maggio 1945, consumato dalle sofferenze, sostenuto dall’Eucaristia. Nei giorni più difficili della prigionia scrive: «Signore fammi essere al di sopra di tutte le lotte. Fa’ che dovunque e sempre io sia sempre in lotta solo per te».