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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
La forza della sua libertà

CdA 110 (3. La buona notizia:1. Lieto annuncio): Messaggero e protagonista; CdA 219 (6. Per noi obbediente fino alla morte di croce:3. Messia Servo): Servo; CdA 237 (6. Per noi obbediente fino alla morte di croce:8. L’angoscia e l’abbandono): Al Getsèmani; CdA 825 (21. La vocazione del cristiano: 5. Andare al Padre): Grati e obbedienti
IN PARTICOLARE:
la liberazione dalla morteCdA 6-81. L’uomo in cammino Le grandi domandeRicerca coraggiosaCdA 131. L’uomo in cammino Una speranza tenaceAmbiguità dell’esistenzaCdA 241-2436. Per noi obbediente fino alla morte di croce La discesa agli inferiCdA 39410. Cristo principio e fine della creazione Il peccato originaleIl potere del peccatoCdA 752-75519. Comunione di vita con Dio Di qua e di là della morteCdA 1185-119032. La vita del mondo che verrà Saper morire

Una così vasta e potente opera di liberazione trova spiegazione nel fatto che Gesù è una persona interiormente libera, fino in fondo. Egli è libero dalle ambiziose aspettative messianiche che tutti, intorno a lui, avrebbero voluto imporgli. Così si ritroverà tutto solo, sulla strada di un ideale nuovo e frainteso, quello di morire per amore, come il seme che dona la vita marcendo nella terra (Giovanni 12,24). Gesù, come ogni uomo, soffre la lacerazione dell’intimo dissidio tra il vivere e il morire, ma lo vince e, nell’abbandono al Padre, è pienamente libero davanti alla morte. Quando l’ondata dei contrasti nei suoi confronti sale sempre di più, egli non indietreggia, ma resta fedele fino in fondo alla verità basilare della sua vita: egli è il Figlio di Dio, venuto a rendere gli uomini veramente liberi (Giovanni 8,36).
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Qual è la forza che spiega una libertà così audace? È l’obbedienza alla volontà del Padre. Gesù stesso spiega così la sua scelta di andare incontro alla morte in croce: «Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo... Questo comando ho ricevuto dal Padre mio» (Giovanni 10,17-18). Siamo ricondotti a quanto avevamo già intravisto nell’episodio della sua prima visita al tempio (Luca 2,41-50). È la parola del Padre che fonda e sostiene la libertà di Gesù.
Questo rapporto unico di fiducia tra il Padre e il Figlio si esprime soprattutto nella preghiera, anche nei momenti più dolorosi e tragici, come nell’agonia al Getsemani: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu» (Marco 14,36). Ecco finalmente chiaro il segreto della libertà che Gesù ha svelato e realizzato anche per noi: fare sempre e totalmente la volontà del Padre è la libertà capace di amare e di servire fino all’estremo! Con questo atteggiamento Gesù vive anche il terribile momento della morte: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Luca 23,46).
Nella fiducia in Dio, suo Padre, Gesù conquista la libertà dall’ultima schiavitù umana, che è la morte, e porta a compimento la sua missione di Figlio dell’uomo, venuto «per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Marco 10,45).
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FARE CIÒ CHE È GRADITO AL PADRE
Disse Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora sa prete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste parole, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi... Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero»

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