Catechismo dei Giovani
Io ho scelto voi
«Ma io vi dico...»
3.
La buona notizia
Si compiono le attese6.
Per noi obbediente fino alla morte di croce
Il regno di Dio e la persona di GesùAutorità e dedizione
Un messaggio così sorprendente non poteva non suscitare forti reazioni nel mondo palestinese, segnato da tensioni e carico di pregiudizi. Per i farisei, rigidi cultori della tradizione dei padri, solo la pratica meticolosa della Legge mosaica avrebbe fatto decidere Dio a instaurare il suo Regno e a inviare il Messia. Tra i membri di questo movimento religioso c’era anche chi guardava con disprezzo i peccatori e il popolino ignorante della Legge. Il desiderio di una comunità pura discriminava anche quanti erano segnati nel corpo da handicap e malattie. L’ansia per un regno d’Israele, libero dall’oppressore, creava solchi profondi tra chi sosteneva l’opposizione violenta alle forze di occupazione e chi, in qualche misura, collaborava con esse. C’era anche chi, in nome di un nazionalismo esasperato, guardava ai popoli pagani come a gente da evitare.
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In questo clima, carico di polemiche e di tensioni, Gesù rende presente la novità dell’atteso regno di Dio con il gesto e la parola semplice di un perdono gratuito, offerto a tutti senza discriminazioni. Egli si fa amico dei pubblicani e dei peccatori. Siede a mensa con loro, dimostrando così che l’insperata comunione con Dio è offerta anche a loro.
Soprattutto colpisce il modo di insegnare, così diverso da quello degli altri maestri di allora. La gente esprime il proprio stupore: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità» (Marco 1,27). Egli infatti non si sente legato all’autorità dei grandi dottori della Legge, ad una tradizione ormai fissata: «Erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi» (Marco 1,22).
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Ha persino l’ardire di affermare che la propria autorità di legislatore è superiore a quella del grande profeta Mosè: «Avete inteso che fu detto agli antichi... Ma io vi dico...» (Matteo 5,20-48). Gesù non accetta del tutto né ruoli né tradizioni precostituite. Ma la sua non è una contestazione volubile ed arbitraria. C’è un segreto profondo che guida la sua azione e fa emergere una libertà così inaspettata.
«AMATE I VOSTRI NEMICI»
«Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».