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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
«Beati voi poveri»

CdA 127-135 (3. La buona notizia:4. Il Regno è per i poveri); CdA 145-149 (4. Dono di libertà e comunione:2. Liberi dagli interessi e dalle paure); CdA 852-866 (22. Libertà cristiana e legge evangelica:2. La via paradossale della gioia); CdA 1120-1123 (29. Un lavoro degno dell’uomo:2. Produrre e possedere senza cupidigia)
IN PARTICOLARE:
beatitudini:CdA 127 (3. La buona notizia:4. Il Regno è per i poveri): Una proclamazione di felicità; CdA 133 (3. La buona notizia:4. Il Regno è per i poveri): Le beatitudini; CdA 852-866 (22. Libertà cristiana e legge evangelica: 2. La via paradossale della gioia)
atteggiamento di Gesù verso le donne:CdA 727 (18. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria: 1. Il sacramento dell’ordine): Il problema dell’ordinazione delle donne
attenzione di Gesù verso i bambini:CdA 130 (3. La buona notizia:4. Il Regno è per i poveri): Liberazione dalla sofferenza; CdA 213 (6. Per noi obbediente fino alla morte di croce: 2. «Chi è costui?»): Personaggio paradossale
dignità dell’uomoCdA 57013. La missione della Chiesa Rivelare e comunicare l’amore di DioLa via della testimonianzaCdA 109628. L’impegno sociale e politico Persona e società La dignità della persona e i suoi diritti fondamentaliCdA 115630. Comunicazione e cultura Promotori di culturaFede e cultura

Gesù non solo abbraccia la povertà, ma dà la sua preferenza ai poveri, a coloro che un mondo ingiusto ha privato di dignità, di considerazione, di possibilità di vita. Egli presenta questo atteggiamento come programma della sua missione profetica: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Luca 4,18).
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Fin dalla sua nascita sono mostrati accanto a lui i pastori, una categoria disprezzata da certi notabili del suo tempo. Nella sua missione raccoglie attorno a sé gente di poco conto agli occhi dei benpensanti: pubblicani, cioè i malvisti esattori delle tasse, e peccatrici segnate a dito da tutti. Non esita ad indicare, come esempio di amore del prossimo e di riconoscenza a Dio, un samaritano, appartenente a un popolo che i giudei del tempo tenevano lontano al pari dei pagani (Luca 10,30-3717,11-19). Accoglie al suo seguito alcune donne, in un mondo che relegava la donna in una condizione di inferiorità (Luca 8,1-3). Vuole attorno a sé i bambini, che non contano e che non hanno diritti secondo la mentalità dell’epoca (Luca 18,15-17).
Questo continuo avvicinarsi di Gesù ai poveri, ai disprezzati, agli infelici della terra, è un segno che il regno di Dio si fa presente nel mondo. Dio, infatti, quando decide di costruire il mondo nuovo della sua giustizia, comincia con il ridare speranza a coloro che l’ingiustizia umana ha reso disperati; si fa difensore dei diritti di coloro ai quali gli uomini hanno strappato ogni diritto; accoglie quanti soffrono disprezzo ed emarginazione.
Per questo Gesù può annunciare a nome di Dio che il Regno è dei poveri:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli» (Luca 6,20-23).
Questo capovolgimento di situazioni, di cui Dio ci dà il felice annuncio in Gesù, non troverà attuazione totale dentro questa nostra storia, confusa e spesso contraddittoria. Dio ne riserverà il pieno adempimento al tempo in cui instaurerà il suo Regno senza più ombre, al di là della storia. Ma, già da ora, i figli di questo Regno sanno che il mondo nuovo della giustizia cresce sulla base dell’accoglienza, del servizio, della speranza accordata agli “ultimi” della terra.
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Ancora una scelta di Gesù indica la strada che il Regno deve percorrere nel mondo: l’uomo e la sua vita bisognosa contano più di ogni altra realtà e di ogni altra legge. Un esempio significativo può darci la misura di questo orientamento di Gesù (Marco 5,1-20). In un racconto, dalle tinte popolari, è mostrato Gesù che libera dalla potenza del male un uomo costretto a vivere nelle ombre della morte, tra i sepolcri. Nessuno, prima, lo aveva potuto aiutare. Gesù lo restituisce all’originaria dignità, libertà e pienezza di capacità. I suoi concittadini rimangono stupiti per questa prodigiosa trasformazione; ma, alla notizia che la ritrovata salvezza dell’uomo è costata l’ingente capitale d’una intera mandria di porci, allontanano dalla loro terra Gesù, il liberatore. L’uomo, rinato alla potenza della libertà, rimane in quel territorio, come segno ed annuncio che Dio opera meraviglie a favore della vita umana oppressa e schiava del male.
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Nel mondo nuovo, che viene con il regno di Dio, la libertà e la dignità dell’uomo contano più di ogni preoccupazione o legge economica. Tutto, strutture sociali e organizzazione del lavoro, economia e politica, deve essere finalizzato alla crescita dell’uomo. Dove l’uomo, piegato dalle schiavitù, si erige nella libertà, si rende presente la gloria di Dio e spunta la speranza di un’umanità giusta.
LA BUONA NOVELLA AI POVERI
Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». (Luca 7,18-23)

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