Catechismo dei Bambini
Lasciate che i bambini vengano a me
Accolti nella casa del Signore
LA COMUNITÀ E I BAMBINI PICCOLI
208.
Gesù dice: Qualunque cosa farete a uno di questi piccoli, l’avrete fatta a me (cf. Matteo 25,40.45). Piccoli nelle loro capacità e possibilità sono anche i bambini.
Le comunità cristiane non possono ignorare la Parola del Signore; quindi sono chiamate a prendersi cura dei bambini, fin dalla prima infanzia e non soltanto all’età del catechismo parrocchiale.
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CdA 429-438
11.
Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti
La comunità cristiana
Il popolo santo di Dio
CdA 656
15.
La santa liturgia
Soggetti, modi, luoghi e tempi del celebrare
Dove celebra
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L’ACCOGLIENZA È IL PRIMO ATTEGGIAMENTO LORO DOVUTO
209.
Spesso i bambini danno fastidio con il loro pianto o le loro domande, ma questo non è motivo per escluderli dai momenti comunitari, memori delle parole del salmista: “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari” (Salmo 8,3).
Condotti per mano dai genitori, dai nonni o dai fratelli, i bambini possono scoprire nella chiesa parrocchiale un mondo più vasto della loro casa: persone di tutte le età si incontrano, parlano, pregano, vivono momenti di festa. La festa piace ai bambini: rimangono un po’ confusi, sono stupiti per ciò che vedono, si fanno curiosi, sono contenti ed hanno voglia di prendere parte a ciò che vedono svolgersi sotto i loro occhi.
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Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti
La comunità cristiana
Il popolo santo di Dio
CdA 656
15.
La santa liturgia
Soggetti, modi, luoghi e tempi del celebrare
Dove celebra
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FARLI PARTECIPARE ALLA VITA DEL POPOLO DI DIO
210.
Accogliere i bambini è chiamarli a partecipare, chiedendo loro di fare piccole cose utili o significative. Così si sviluppa in loro il senso di appartenenza ad una casa, ad una famiglia più grande, fatta di tante persone: papà, mamme, fratelli, nonni. Progressivamente prende avvio l’intuizione dell’espressione: popolo di Dio.
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CdA 429-438
11.
Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti
La comunità cristiana
Il popolo santo di Dio
CdA 656
15.
La santa liturgia
Soggetti, modi, luoghi e tempi del celebrare
Dove celebra
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211.
L’iniziazione alla vita della comunità avviene anzitutto in casa, dove si fa l’esperienza del “noi”.
La vita di famiglia, quando nell’uso comune di ciò che appartiene alla casa richiama e sottolinea sempre il “noi”, diventa radice dell’educazione alla vita comune e alla coscienza di appartenere a una comunità.
Per questo, in famiglia, è bene dire: la nostra casa; il nostro televisore piuttosto che: la macchina di papà, i giocattoli di tua sorella.
Non aiuta il dire: vai a mettere a posto; quanto affermare: insieme mettiamo a posto.
Ovviamente questo presuppone che i genitori, uniti da un vincolo di amore, nella totalità delle loro persone, non cadano nella contraddizione di suddividere le proprie cose e la loro vita quotidiana in spazi individuali e intoccabili.
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LA CASA DI TUTTI: LA CHIESA
212.
Quando i bambini riescono a vivere insieme e a pregare insieme nelle case, più immediatamente intuiscono ciò che la grande comunità dei cristiani compie quando si incontra in chiesa.
Ai bambini si spiegherà che in ogni paese o nei quartieri delle città c’è una casa dove la gente che segue Gesù entra per ascoltare la parola del Signore, per partecipare alla santa Messa, per cantare, per pregare.
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CdA 429-438
11.
Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti
La comunità cristiana
Il popolo santo di Dio
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La santa liturgia
Soggetti, modi, luoghi e tempi del celebrare
Dove celebra
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I SEGNI DELLA CASA COMUNE
213.
C’è il fonte battesimale, con l’acqua per il Battesimo; c’è un leggio con la Bibbia; c’è un lume sempre acceso, che ricorda la presenza di Gesù nell’Eucaristia; c’è l’altare, che è la tavola per la Cena del Signore.
Attorno a questa tavola-altare si radunano i cristiani come attorno ad una grande tavola di famiglia. Guida la preghiera un sacerdote. E vestito con abiti particolari, colorati, di festa.
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CdA 635
15.
La santa liturgia
Economia sacramentale
Linguaggio simbolico
CdA 684-696
16.
I sacramenti dell’iniziazione cristiana
L’eucaristia
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PER INTRODURLI ALLA CELEBRAZIONE DELLA MESSA
214.
Non è facile introdurre i bambini alla comprensione di quello che avviene di essenziale attorno e sopra quella tavola.
Essi vedono un grande libro, un grande bicchiere, una fetta sottile di pane bianco, dei fiori. Attorno ci sono adulti che alzano le mani, si inginocchiano e a volte cantano canzoni a loro sconosciute, che non si cantano alla scuola materna.
Non capiscono, ma a tratti avvertono che accade qualcosa di importante per gli adulti. I bambini vengono iniziati gradualmente al mistero della Messa, attraverso i segni e i momenti a cui sono più sensibili.
Alcuni esempi.
Al momento della presentazione dei doni offertoriali, si presentano a Dio anche le offerte degli uomini, le loro gioie, le speranze, la loro stessa vita. I bambini vedono solo che gli adulti offrono delle monete, e anche a loro piace mettere una moneta nella borsa del raccoglitore. E assieme alla moneta imparano, fin da piccoli, a offrire anche qualcosa che appartiene alla loro esperienza, se gli adulti suggeriscono il ricordo di gesti di generosità o di fatica che i bambini hanno compiuto.
Nel grande e improvviso raccoglimento che accompagna la preghiera della consacrazione, si invitano i bambini a congiungere le mani e a sussurrare: “Grazie Gesù”, “È il Signore Gesù”, “Mio Signore e mio Dio”.
Il gesto di pace è attraente per i bambini, perché ci si può muovere e fare qualcosa. Educati a sorridere e a guardare le persone con le quali scambiano un segno di pace, essi diventano per tutti un segno di simpatia e di gioia.
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L’eucaristia
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