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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

1. Corpo di Cristo in virtù dello Spirito

Singolare appartenenza
[742] La Chiesa è riunita intorno a Cristo. Si tratta di un legame soltanto morale o di una realtà più profonda?
Il popolo di Dio porta con sé nella storia un mistero di comunione. Una voce potente ferma Paolo sulla via di Damasco: «”Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Rispose: “Chi sei, o Signore?”. E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti!”» (At 9,4-5). Le persecuzioni contro i cristiani feriscono personalmente Cristo stesso, perché la Chiesa è misteriosamente unita a lui, è suo corpo.
Il Signore morto e risorto attrae a sé tutti coloro che non si chiudono nel rifiuto: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Così potente è la sua carità, che i credenti vengono assunti in lui e lui viene a vivere in essi: «Rimanete in me e io in voi... Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15,4-5).
Il suo corpo individuale, cioè la sua concreta umanità personale, 19-367.pngconsegnato alla morte e glorificato presso Dio, può accogliere in sé la moltitudine, per la quale si è offerto in sacrificio. Questa unità ha inizio con il battesimo e si perfeziona con l’eucaristia ed è così intima, che Paolo arriva a dire ai cristiani: «Voi siete corpo di Cristo» (1Cor 12,27); «Tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28). Più tardi, esprimendo la stessa verità con un linguaggio in parte diverso, le lettere paoline della prigionia presenteranno Cristo come capo, cioè principio vitale e direttivo, e la Chiesa come corpo, prolungamento vivo di lui, sociale e visibile.
Questa visione di fede è rimasta nella Tradizione fino ai nostri giorni. Secondo la dottrina del concilio Vaticano II, «la santa Chiesa, che è comunità di fede, speranza e carità, è stata voluta da Cristo unico mediatore come un organismo visibile sulla terra; egli lo sostenta incessantemente e se ne serve per espandere su tutti la verità e la grazia. Ma la società gerarchicamente organizzata da una parte e il corpo mistico dall’altra, l’aggregazione visibile e la comunità spirituale, la Chiesa della terra e la Chiesa ormai in possesso dei beni celesti, non si devono considerare come due realtà; esse costituiscono al contrario un’unica realtà complessa, fatta di un duplice elemento, umano e divino»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 8.
. La comunità storica, concretamente identificabile, è segno di una misteriosa partecipazione alla comunione d’amore delle Persone divine.
Lo Spirito dell’unità
[743]  Il vincolo, con cui il Signore incorpora a sé i credenti, è lo Spirito Santo. Ecco a riguardo tre formule assai incisive. La prima è di san Paolo: siamo stati immersi in «un solo Spirito» per essere inseriti in «un solo corpo» (1Cor 12,13). La seconda è di sant’Ireneo: «Come dalla farina non si può fare, senz’acqua, un solo pane, così noi, che siamo molti, non potevamo diventare uno in Cristo Gesù, senza l’acqua che viene dal cielo»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 3, 17, 2.
. La terza è del concilio Vaticano II: «Comunicando il suo Spirito», il Figlio di Dio «costituisce i suoi fratelli misticamente suo corpo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 7.
.
Il corpo ecclesiale di Cristo è dunque animato dallo Spirito Santo: «unico e identico nel capo e nelle membra, egli dà a tutto il corpo vita, unità e moto»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 7.
, un po’ come fa l’anima nel corpo umano individuale. Quando ci comportiamo da veri seguaci di Cristo, lo Spirito ama, prega e opera insieme a noi. Egli è il “paraclito”, l’amico accanto a noi, o meglio dentro di noi, perché «inabita nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 4.
.
CdA, 338
CONFRONTAVAI
Uniti e distinti
[744]  Uniti intimamente a Cristo mediante lo Spirito, i fedeli non rischiano di perdere la loro personalità, libertà e originalità, perché lo Spirito, mentre unisce, crea anche la varietà dei doni, delle vocazioni, dei servizi. Cristo e la Chiesa si appartengono reciprocamente ma rimangono distinti, come lo sposo e la sposa diventano “una sola carne” ma sono uno di fronte all’altro. L’immagine nuziale integra opportunamente quella del corpo.
Nel Nuovo Testamento vi sono anche altre immagini per evocare il mistero della Chiesa nel suo rapporto con Cristo e con le altre persone divine: ovile
nota
Cf. Gv 10,1-10.
, gregge, vigna scelta, tralci della vite
nota
Cf. Gv 15,1-8.
, campo di Dio
nota
Cf. 1Cor 3,9.
, ulivo
nota
Cf. 2Cor 3,1-3.
, lettera di Cristo, tempio e casa di Dio, città santa
nota
Cf. Ap 21,1-2.
. A volte viene sottolineata di più l’unità, altre volte la distinzione, ma ambedue sono essenziali. La comunione è unità dei distinti, attuata dallo Spirito Santo.
Già l’amicizia umana è capace di creare una certa unità. Gli amici si incontrano, stanno volentieri insieme, si confidano i segreti più intimi; anzi si trasferiscono in qualche modo uno nell’altro, si identificano affettivamente, fino a diventare “un’anima in due corpi”. In questa prospettiva, ma a ben diversa profondità, possiamo collocare le parole di Gesù ai suoi discepoli: «Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15); «Io sono nel Padre e voi in me e io in voi» (Gv 14,20). Lo Spirito, che unisce il Figlio al Padre, in modo simile unisce i discepoli al Figlio per ricondurli al Padre.
CCC, 753-757CdA, 499-502
CONFRONTAVAI
L’amore divino ha una forza incomparabile e produce un’intimità del tutto singolare: «colloca Dio in noi e noi in Dio»
nota
Sant’Alberto Magno, Sull’eucaristia, 1, 2, 7. Cf. San Gregorio di Nissa, Omelia sul Cantico dei cantici, 15.
; ci «fa partecipare alla vita stessa di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo»
nota
Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, 7.
.
CdA, 808
[745] «La Chiesa intera appare come un popolo radunato dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»
nota
Concilio Vaticano II , Lumen gentium , 4. Cf. San Cipriano di Cartagine , La preghiera del Signore , 23.
.

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