Catechismo degli Adulti
9. Fedeltà creativa nella storia
Apostolicità della Chiesa
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Per i primi cristiani il regno di Dio coincide con la presenza del Signore Gesù che comunica il suo Spirito; non è un’intuizione o un progetto da elaborare, ma una persona da accogliere.
La Chiesa vive di Cristo mediante lo Spirito. È chiamata a conformarsi a lui e, per conformarsi a lui, ha bisogno di ricordare tutto quello che egli ha detto e ha fatto
La Chiesa è apostolica in quanto, attraverso la Scrittura e la Tradizione vivente, riceve dagli apostoli la dottrina e l’esperienza della fede, i sacramenti della grazia e il ministero dei pastori, in modo da essere fedele a Cristo e partecipare alla sua vita.
| CdA, 608 CONFRONTAVAI |
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Gesù non è un’idea o un simbolo; è una persona, con una storia concreta
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 18. | |
Chiesa in cammino nel tempo
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L’inesauribile fecondità del vangelo consente alla Chiesa di incarnarsi in molte culture senza identificarsi completamente con nessuna, di contribuire efficacemente alla costruzione della civiltà terrena, rimanendo protesa verso la vita eterna. Ebrea con gli ebrei, greca con i greci
Lettera a Diogneto, 5, 1-2.5.10. | CCC, 671-677CCC 737CdA, 452-453 CONFRONTAVAI CdA 1181-1182 CONFRONTAVAI |
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Come Israele, liberato dall’Egitto e costituito popolo di Dio mediante l’antica alleanza, peregrinò a lungo nel deserto tra pericoli e tentazioni prima di arrivare alla terra promessa, così la Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo e diventata, in virtù della nuova alleanza, il definitivo popolo di Dio, è pellegrina nel mondo verso la perfezione del regno di Dio, in mezzo a tentazioni, difficoltà e tribolazioni, «tanto interne che esterne»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 8. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 9.
Come nave nella tempesta, la Chiesa subisce la violenza delle onde, ma non affonda. La minacciano in ogni epoca persecuzioni, eresie, scismi, corruzione morale, compromessi mondani; possono ferirla e deturparla, ma non snaturarla o distruggerla, perché, come le è stato promesso, «le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18).
Per il sostegno e la grazia del Signore, anche le contraddizioni e le sofferenze, seminate sul suo cammino, possono diventare benefiche. Nel libro dell’Apocalisse lo Spirito Santo fa pervenire al responsabile della Chiesa di Smirne questa parola di conforto: «Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco» (Ap 2,9).
Viceversa, i successi possono essere pericolosi e in ogni caso sono sempre provvisori. La sicurezza può risultare illusoria; la ricchezza può diventare una prigione. Ancora nell’Apocalisse, lo Spirito rivolge questo rimprovero al responsabile della Chiesa di Laodicèa: «Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla”, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo» (Ap 3,17).
Lo Spirito Santo conduce avanti attraverso i secoli il cammino della Chiesa e le impedisce di indugiare sulle mete raggiunte. Mentre la induce a guardare indietro nel passato, verso Gesù di Nàzaret, in cui la rivelazione e la salvezza si sono compiute una volta per sempre, la fa guardare anche avanti verso il Signore risorto, che è il futuro del mondo e la novità ultima. La bimillenaria storia della Chiesa può essere considerata un grande esodo, misteriosamente guidato dallo Spirito di Dio, verso traguardi sempre nuovi, nella sostanziale continuità con le origini, malgrado le innumerevoli infedeltà personali dei credenti e le deformazioni della comunità.
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L’Ora delle persecuzioni
[486] In base alla posizione della Chiesa rispetto alla società civile, possiamo distinguere tre epoche fondamentali nella sua storia.
La prima epoca è quella delle persecuzioni. La Chiesa penetra nella civiltà greco-romana, sfidando una dura opposizione. Ha su di sé l’antipatia delle masse popolari, superstiziose e moralmente corrotte, la diffidenza e il disprezzo degli intellettuali, l’ostilità dello stato totalitario. Si preoccupa soprattutto di consolidare la sua vita interna. Le comunità, riunite ciascuna attorno al proprio vescovo, sono piccole, fervorose e collegate fra loro da una rete di intense relazioni. I credenti prendono sul serio la comune vocazione alla santità, pronti a qualsiasi sacrificio, dato che «il martirio colpiva fin dalla nascita»
Origene, Omelia sulla Genesi, 4, 3. | |
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La fede si propaga in modo capillare da persona a persona per la testimonianza spontanea di ogni credente presso parenti e amici, ospiti e clienti, compagni di lavoro e di viaggio. Un grande apologeta può dire con fierezza: «Siamo di ieri, ma abbiamo già riempito il mondo e tutti i vostri territori, le città, le isole, le fortezze, i municipi, le borgate, gli stessi accampamenti, le tribù, le decurie, la reggia, il senato, il foro»
Tertulliano, Apologetico, 37, 4. | |
[488] Numerosi sono i màrtiri, eroici e umanissimi, come possiamo rilevare da lettere, atti e passioni. Ma forse più numerosi sono coloro che non resistono al momento della prova.
Si tratta dunque di una stagione senz’altro splendida per creatività ed eroismo, ma non certo perfetta e da idealizzare.
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La civiltà cristiana
[489] La successiva epoca è quella della cosiddetta “civiltà cristiana”. Abbraccia un ampio arco di secoli e vede esperienze storiche per molti aspetti assai diverse tra loro: la Chiesa imperiale romano-bizantina, la cristianità medievale, la Chiesa della riforma, della controriforma, dell’assolutismo statale fino al secolo XVIII.
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Il cristianesimo da movimento minoritario diventa religione di popolo, senza per questo appiattirsi nella generale mediocrità, rimanendo anzi capace di esprimere una imponente fioritura di santi, di comunità monastiche, di ordini e congregazioni religiose, di confraternite laicali, di coraggiosi missionari che portano a termine l’evangelizzazione dell’Europa e poi, dopo le grandi scoperte geografiche del secolo XV, quella dell’America, senza trascurare neppure gli altri continenti.
Con Costantino e gli imperatori cristiani il cristianesimo passa dalla condizione di religione proibita a quella di religione ufficiale e questo gli consente di influire più efficacemente nella società come fattore decisivo di progresso. Basta menzionare la mitigazione e poi l’abolizione della schiavitù, la tutela dell’infanzia, la limitazione dei conflitti e la moderazione della violenza, la partecipazione e la solidarietà attraverso le corporazioni, i comuni e l’universalismo medievale, la promozione della cultura per mezzo di scuole, università e sostegno delle arti, la multiforme attività assistenziale mediante ospedali, ospizi, monti di pietà, elemosine e soccorsi vari.
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[491] Se le luci sono molte e meravigliose, le ombre non mancano e non sono di poco conto. La presenza della Chiesa nella società degenera in confusione tra la sfera religiosa e quella civile, compromettendo la purezza della religione e l’autonomia delle realtà secolari.
Per quanto riguarda i fedeli, si dà eccessiva importanza ai fatti esteriori e collettivi; si presta invece poca attenzione all’autenticità della conversione e alla partecipazione personale all’eucaristia, vertice dell’esperienza cristiana.
Per quanto riguarda il clero, la libertà si gonfia in privilegio con l’istituzione di un tribunale speciale per gli ecclesiastici, l’esenzione dalle tasse e soprattutto l’acquisto della ricchezza e del potere mondano, da cui scaturiscono corruzione e simonia. Si ha l’interferenza diretta degli ecclesiastici nella politica, nell’amministrazione, nel campo della scienza, dell’arte e del lavoro. Viceversa si fa sentire pesantemente l’ingerenza dello stato e dei potenti nella vita interna della Chiesa.
Non viene adeguatamente riconosciuto il diritto alla libertà di coscienza: di qui l’intolleranza verso gli ebrei, l’inquisizione contro gli eretici, la conversione forzata di interi popoli, le guerre di religione.
Non c’è dunque da sorprendersi se questa stagione, pur ricca di frutti e di splendidi risultati, è attraversata da un senso di disagio e dall’aspirazione costante verso una Chiesa più povera e spirituale.
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L’epoca moderna
[492] Il mondo moderno emerge gradualmente come reazione alla precedente confusione tra religione e società civile, con un lungo processo che prende avvio nel basso medioevo, si irrobustisce con l’umanesimo rinascimentale e la riforma protestante, diventa dominante con l’illuminismo e la rivoluzione francese. La civiltà tende a diventare non solo legittimamente autonoma, ma anche estranea e indifferente rispetto alla religione, anzi a volte addirittura ostile.
Viene duramente contestata la presenza della Chiesa nella società. Non solo si sopprimono i privilegi e il potere temporale, ma si arriva alla discriminazione e, in certi casi, anche alla persecuzione violenta. Si cerca di relegare la fede nel privato; si apre un fossato tra la pratica religiosa e la vita quotidiana.
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[493]
Tutto questo avviene in nome di valori autentici, quali la ragione, la scienza, la libertà, la solidarietà, la democrazia, la tolleranza, ma interpretati in modo unilaterale e distorto. Si comprende allora perché l’atteggiamento della Chiesa verso la modernità oscilli tra la difesa e il dialogo, con prevalenza prima dell’una e poi dell’altro. Comunque, essa esce dalla prova purificata. Non rivendica più privilegi, ma solo libertà; la stessa che chiede per tutti, in nome dei diritti fondamentali della persona. Lascia spazio ai fedeli laici non solo nell’ambito delle attività secolari, ma anche in quello delle attività ecclesiali, promuovendo la loro partecipazione. Libera da compromessi col potere secolare, vede il suo ruolo di guida spirituale e morale acquistare un profilo più alto. Recuperata la distinzione tra fede e cultura, può integrare più decisamente nell’esperienza cristiana i valori di altre culture dell’America latina, dell’Africa e dell’oriente asiatico. Lo Spirito abbatte le cittadelle che gli uomini costruiscono, per aprire sempre nuove strade.
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[494] La civiltà cristiana del medioevo appare tutt’altro che priva di difetti da un punto di vista cristiano: non sapeva coniugare in modo soddisfacente l’unità della società con la libertà di coscienza, il pluralismo culturale, i diritti umani fondamentali. D’altra parte la civiltà moderna tende anch’essa all’uniformità; ma l’omologazione avviene sulla base di valori generici e di basso profilo, a spese delle proposte più esigenti e creative. Solo una città dell’uomo, rispettosa dei diritti di ogni persona e capace di conciliare unità e pluralismo, è anche città di Dio.
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