Catechismo Chiesa Cattolica
LEV Libreria Editrice Vaticana
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II. Il mondo visibile
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337 È Dio che ha creato il mondo visibile in tutta la sua ricchezza, la sua varietà e il suo ordine. La Scrittura presenta simbolicamente l’opera del Creatore come un susseguirsi di sei giorni di « lavoro » divino, che terminano nel « riposo » del settimo giorno.
(445) Cf ,. (446) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 11: AAS 58 (1966) 823. (447) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57 (1965) 41. | Gen 1,1-24 |
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338
Non esiste nulla che non debba la propria esistenza a Dio Creatore. Il mondo ha avuto inizio quando è stato tratto dal nulla dalla Parola di Dio; tutti gli esseri esistenti, tutta la natura, tutta la storia umana si radicano in questo evento primordiale: è la genesi della formazione del mondo e dell’inizio del tempo.
(448) Cf Sant’Agostino, De Genesi contra Manichaeos, 1, 2, 4: PL 36, 175. | |
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339
Ogni creatura ha la sua propria bontà e la sua propria perfezione. Per ognuna delle opere dei « sei giorni » è detto: « E Dio vide che ciò era buono ». « È dalla loro stessa condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine ».
(449) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 36: AAS 58 (1966) 1054. | |
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340
L’interdipendenza delle creature è voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, l’aquila e il passero: le innumerevoli diversità e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio le une delle altre.
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La bellezza dell’universo. L’ordine e l’armonia del mondo creato risultano dalla diversità degli esseri e dalle relazioni esistenti tra loro. L’uomo li scopre progressivamente come leggi della natura. Essi sono oggetto dell’ammirazione degli scienziati. La bellezza della creazione riflette la bellezza infinita del Creatore. Deve ispirare il rispetto e la sottomissione dell’intelligenza e della volontà dell’uomo.
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La gerarchia delle creature è espressa dall’ordine dei « sei giorni », che va dal meno perfetto al più perfetto. Dio ama tutte le sue creature,
(450) Cf . | Sal 145,9Lc 12,7Mt 12,12 |
| Gen 1,26 | |
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« Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno; et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione...
Laudato si’, mi’ Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta...
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba...
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
et servitelo cum grande humilitate ».
(452)
San Francesco d’Assisi,
Cantico delle creature
: dal codice 338 della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi.
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Il Sabato – fine dell’opera dei « sei giorni ». Il testo sacro dice che « Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto » e così « furono portati a compimento il cielo e la terra »; Dio « cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro », « benedisse il settimo giorno e lo consacrò » (). Queste parole ispirate sono ricche di insegnamenti salutari.
| Gen 2,1-3 |
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346 Nella creazione Dio ha posto un fondamento e leggi che restano stabili,
(453) Cf . (454) Cf . | Eb 4,3-4Ger 31,35-3733,19-26 |
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347 La creazione è fatta in vista del sabato e quindi del culto e dell’adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell’ordine della creazione.
(455) Cf . (456) San Benedetto, Regula, 43, 3: CSEL 75, 106 (PL 66, 675). | Gen 1,14 |
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349
L’ottavo giorno. Per noi, però, è sorto un giorno nuovo: quello della risurrezione di Cristo. Il settimo giorno porta a termine la prima creazione. L’ottavo giorno dà inizio alla nuova creazione. Così, l’opera della creazione culmina nell’opera più grande della redenzione. La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima.
(457) Cf Veglia pasquale, orazione dopo la prima lettura: Messale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 170. |


