CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
A
Abbà, Aborto, Abramo, Adorazione, Adulterio, Aldilà, Alleanza, Ambiente, Amore, Anàmnesi, Angeli, Angoscia, Anima, Anno liturgico, Annuncio, Antico Testamento, Anziani, Apostolato, Apostoli, Apparizioni, Armi, Arte, Ascensione, Ascesi, Assemblea, Associazioni ecclesiali, Assoluzione, Ateismo, Attrizione, Autoerotismo, Autorità, Avvento, Azione Cattolica,
B
C
Canone biblico, Carattere sacramentale, Carisma, Carità, Castità, Catechesi, Catechismo, Catecumenato, Cattolico, Celibato, Cena, Chiesa, Cibo, Civiltà cristiana, Collegialità episcopale, Collettivismo, Comandamenti, Comunicazione, Comunione, Comunità, Concilio, Concupiscenza, Confermazione, Confessione, Conoscenza di Dio, Consacrazione, Consigli evangelici, Contraccezione, Contrizione, Conversione, Coppia, Corpo, Coscienza, Creazione, Credo, Cresima, Criminalità, Cristo, Critica, Croce, Culto, Cultura, Cuore,
Canone biblico
Carattere sacramentale
Carisma
Carità
Castità
Catechesi
Catechismo
Catecumenato
Cattolico
Celibato
Cena
Chiesa
Carattere sacramentale
Carisma
Carità
Castità
Catechesi
Catechismo
Catecumenato
Cattolico
Celibato
Cena
Chiesa
Cibo
Civiltà cristiana
Collegialità episcopale
Collettivismo
Comandamenti
Comunicazione
Comunione
Comunità
Concilio
Concupiscenza
Confermazione
Confessione
Civiltà cristiana
Collegialità episcopale
Collettivismo
Comandamenti
Comunicazione
Comunione
Comunità
Concilio
Concupiscenza
Confermazione
Confessione
Conoscenza di Dio
Consacrazione
Consigli evangelici
Contraccezione
Contrizione
Conversione
Coppia
Corpo
Coscienza
Creazione
Credo
Cresima
Consacrazione
Consigli evangelici
Contraccezione
Contrizione
Conversione
Coppia
Corpo
Coscienza
Creazione
Credo
Cresima
D
E
F
G
I
Idolatria, Illuminismo, Imitazione, Immagini sacre, Immortalità, Impegno, Impresa, Impurità, Incarnazione, Incesto, Indissolubilità, Individuo, Induismo, Indulgenze, Infallibilità, Inferi, Infermi, Inferno, Iniziazione cristiana, Inquinamento ambientale, Intenzione fondamentale, Intercessione, Interpretazione, Invocazione, Islam, Ispirazione, Israele, Istituti secolari,
L
M
Maestro, Magistero, Malattia, Male, Marana tha, Maria, Martirio, Masturbazione, Materia, Materialismo, Matrimonio, Mediazione, Meditazione, Memoriale, Mente, Meriti, Messa, Messia, Ministeri, Ministro, Miracoli, Misericordia, Missione, Mistero, Mistica, Monachesimo, Mondo, Monoteismo, Morale, Morte, Movimenti,
N
O
P
Pace, Padre, Paolo, Papa, Parabole, Paradiso, Parola, Parrocchia, Parusia, Pasqua, Passione, Pastori, Pazienza, Peccato, Pelagianesimo, Pena, Penitenza, Pentecoste, Perdono, Persecuzione, Persona, Piacere, Pietro, Pluralismo, Poligamia, Politeismo, Politica, Popolo, Possessione, Povertà, Predestinazione, Predicazione, Preghiera, Presbitero, Presenza, Primato, Processo, Procreazione responsabile, Profeta, Progresso, Proprietà, Prostituzione, Provvidenza, Prudenza, Pudore, Purgatorio, Purificazione, Puro,
Pazienza
Peccato
Pelagianesimo
Pena
Penitenza
Pentecoste
Perdono
Persecuzione
Persona
Piacere
Pietro
Pluralismo
Peccato
Pelagianesimo
Pena
Penitenza
Pentecoste
Perdono
Persecuzione
Persona
Piacere
Pietro
Pluralismo
Poligamia
Politeismo
Politica
Popolo
Possessione
Povertà
Predestinazione
Predicazione
Preghiera
Presbitero
Presenza
Primato
Politeismo
Politica
Popolo
Possessione
Povertà
Predestinazione
Predicazione
Preghiera
Presbitero
Presenza
Primato
Processo
Procreazione responsabile
Profeta
Progresso
Proprietà
Prostituzione
Provvidenza
Prudenza
Pudore
Purgatorio
Purificazione
Puro
Procreazione responsabile
Profeta
Progresso
Proprietà
Prostituzione
Provvidenza
Prudenza
Pudore
Purgatorio
Purificazione
Puro
R
S
Sacerdozio, Sacramentali, Sacramenti, Sacrificio, Salario, Salmi, Salute, Salvezza, Santi, Santità, Sapienza, Satana, Scienza, Scrittura Sacra, Scuola, Segno, Sentimenti, Servizio, Sessualità, Signore, Simbolo, Sindacato, Società, Soddisfazione, Sofferenza, Solidarietà, Sopravvivenza, Speranza, Spirito Santo, Spiritualità, Sport, Sposi, Stati di vita, Stato, Storia, Successione apostolica, Suffragi, Suicidio, Superstizione,
T
V
Z
Catechismo degli Adulti
Legge
154
, 155-156
, 157-158
, 417
, 846-851
, 867-869
, 869-872
, 880-891
, 873-877
, 878
, 897-901
, 902-904
, 909-910
, 922-923
, 1105
VEDI ANCHE
Gesù perfeziona la Legge
[155]
La posizione di Gesù è molto originale e non può essere affatto qualificata come permissivismo; anzi, per certi aspetti, è assai più esigente di qualsiasi altra: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17). Per accogliere il regno di Dio occorre una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei
Ben sei volte nel discorso della montagna ritorna la formula «Ma io vi dico», per radicalizzare le prescrizioni della legge antica d’Israele e rivelare le esigenze di perfezione contenute nella volontà di Dio: «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere... Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,2122); «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,27); «Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio» (Mt 5,31-32); «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare...; ma io vi dico: non giurate affatto... Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no» (Mt 5,333437); «Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra» (Mt 5,38-39); «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5,43-45).
Gesù condanna non solo l’omicidio e l’adulterio, ma anche l’atteggiamento interiore che sta alla loro radice; dichiara che il divorzio è fuori del progetto di Dio e ristabilisce l’indissolubilità del matrimonio; comanda la limpida veracità nel parlare e l’amore attivo verso i nemici, cercando di vincere il male con il bene. Tanto esigente, forte e autorevole è il suo insegnamento, da lasciare la gente sbalordita
| Cda, 897-900 CONFRONTAVAI |
[156]
Del resto, la sua severità non ha niente a che fare con il legalismo. Se è vero che egli non abolisce la legge antica, è anche vero che non si preoccupa di ripeterla con esattezza e chiaramente la modifica in qualche punto
Nelle sei antitesi del discorso della montagna, illustrate con riferimenti concreti alla vita quotidiana, offre alcune indicazioni esemplificative di questo perfezionamento. Il disegno della nuova giustizia, così tratteggiato, ha il volto della carità, che evita il male e fa il bene verso tutti, compresi i nemici. Urgenti per lui sono soltanto le implicazioni necessarie dell’amore; e la Legge va portata a perfezione risalendo al suo significato originario, al principio ispiratore che è l’amore stesso.
Gesù riprende e concentra tutta la Legge nei due comandamenti dell’amore di Dio e del prossimo, tra loro intimamente congiunti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,37-40). Le norme particolari sono più o meno importanti secondo che più o meno si avvicinano al cuore della Legge. «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (Mt 23,23-24).
Su alcune cose Gesù è estremamente severo, su altre è sorprendentemente libero, condiscendente. Ma non c’è in lui nessuna incoerenza: la volontà di Dio è il bene vero e concreto, non un sistema intangibile di regole astratte; le norme cessano di avere valore, quando non favoriscono più la crescita autentica dell’uomo. Colui che inasprisce la condanna dell’adulterio è lo stesso che rifiuta la pena di morte, prevista dalla legge, per la donna adultera
| Cda, 878 CONFRONTAVAI |
Critico verso il formalismo religioso
Gesù prova compassione per il dolore e l’umiliazione che pesano sui lebbrosi; non solo li guarisce, ma, passando sopra alla prescrizione che li relega in uno stato di isolamento e di maledizione
Contesta le esteriorità religiose, come le abluzioni prima dei pasti e la distinzione tra cibi puri e impuri
| CdA, 878 CONFRONTAVAI |
[158]
In questa prospettiva Gesù ridimensiona lo stesso culto incentrato sul tempio di Gerusalemme
È facile capire perché a Gerusalemme tra i sacerdoti e i notabili della setta dei sadducei ci si metta in allarme e si cerchi di farlo morire
| |
[417]
Viene il giorno di Pentecoste: festa della mietitura, in cui si offrono al tempio le primizie del raccolto, ma soprattutto festa dell’alleanza, in cui si celebra la legge data da Dio attraverso Mosè. Quanto accade in questo giorno ai seguaci di Gesù, viene narrato come una teofania, simile a quella del monte Sinai
Severiano di Gabala, Commento agli Atti degli apostoli, 2, 1.
La nuova legge dello Spirito è vita in Cristo, energia di amore, luce di sapienza, varietà di doni, prima ancora di essere comandamento. Consacra i discepoli di Gesù come assemblea della nuova alleanza, germoglio del popolo di Dio radunato negli ultimi tempi, secondo le promesse e le attese.
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Schiavitù del peccatore
[847]
«Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34). L’uomo, alienato da Dio, è esposto alla solitudine e alla precarietà. Per sentirsi vivo, cerca affannosamente sicurezze e piaceri, che non gli bastano mai; si crea idoli. Si sente minacciato da forze oscure ed è incline alla magia e alla superstizione. Tutto proteso all’affermazione di sé, vede negli altri dei concorrenti; teme la loro diversità; non rispetta la loro dignità; tenta di assimilarli, sottometterli o addirittura eliminarli. Non solo non riesce ad osservare la legge morale, ma neppure comprende i valori che essa esprime e tutela. La subisce come un’imposizione, covando un sordo rancore contro Dio.
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Obbedienza filiale
[848]
«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Gesù Cristo ci porta la buona notizia che siamo amati da Dio e ci persuade interiormente con il dono dello Spirito Santo. Noi possiamo accogliere Dio come Padre e gli altri come fratelli; ci sentiamo liberi dalla solitudine e dall’ossessione del successo ad ogni costo; riusciamo ad accettare perfino le situazioni dolorose senza ribellarci, anzi benedicendo.
Lo Spirito ci fa guardare a Cristo come modello di vita; ci aiuta ad agire come lui in sintonia con la volontà del Padre, per poter diventare anche noi “amore”, come «Dio è amore» (1Gv 4,16). Ci fa comprendere che i comandamenti esprimono le esigenze autentiche della nostra crescita e promuovono il nostro vero bene. Ci dà la capacità di osservarli secondo l’antica promessa: «Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro;... perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e le mettano in pratica» (Ez 11,19-20). Ci porta ad osservarli non «per timore del castigo», come lo schiavo, non per «attrattiva della ricompensa», come il mercenario, ma «per il bene in se stesso e per l’amore di colui che comanda», come figli
San Basilio di Cesarea,Regole maggiori, Prologo, 3. | CdA, 151-152 CONFRONTAVAI |
[849]
Lo Spirito ci conduce, nella logica dell’amore, oltre le prescrizioni della legge, che sono uguali per tutti. Ci dispone ad accogliere i «molteplici consigli»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 42. | |
Libertà nella carità
[850]
La vera libertà non è quella dell’affermazione egoistica di sé, ma quella di amare: «Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri» (Gal 5,13). La vera libertà coincide con la nuova legge della carità. L’una e l’altra sono dono dello Spirito Santo: «Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2Cor 3,17) e c’è la nuova legge, «scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori» (2Cor 3,3). Lo Spirito ci rende liberi e padroni di noi stessi, perché possiamo fare di noi un dono nell’obbedienza al Padre e nel servizio dei fratelli. Così diventiamo partecipi della vita e della gioia stessa di Dio. «La nuova legge è la stessa grazia dello Spirito Santo»
San Tommaso d’Aquino,Somma Teologica, I-II, q. 106, a. 1. | CCC, 1828CdA, 161 CONFRONTAVAI |
Dono e compito
[867]
La vita è dono di Dio, che esige la nostra libera cooperazione. Se vogliamo vivere in pienezza, dobbiamo osservare la legge morale, che indica la direzione del nostro vero bene. Possiamo mangiare i frutti di tutti gli alberi, ma non quello della scienza del bene e del male, pena la morte
Ogni dono di Dio è anche un compito per noi. Il Signore libera Israele e gli concede la sua alleanza, ma vuole anche essere riconosciuto come unico Dio e amato «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). Gesù annuncia e inaugura il regno di Dio, ma nello stesso tempo rivolge un pressante appello alla conversione
Il vangelo è innanzitutto una buona notizia, non un codice. Narra le meraviglie che Dio ha compiuto, compie e compirà a nostro favore. Tuttavia contiene nel suo interno anche una legge, quella della carità, che accoglie il dono divino della vita e ne promuove la crescita integrale in se stessi e negli altri.
| CdA, 391 CONFRONTAVAI |
I due precetti della carità
[868]
La legge evangelica si riassume nei due precetti fondamentali della carità verso Dio e verso il prossimo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,3739). Amare Dio significa fare la sua volontà; amare gli altri significa volere il loro vero bene. Si tratta di un atteggiamento pratico, più che di un sentimento emotivo.
I due comandamenti sono inseparabili: «Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Amare il Padre significa amare anche i suoi figli e volere per essi il bene da lui desiderato: «Chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato» (1Gv 5,1). Amare una persona per amore di Dio significa partecipare all’amore che Dio ha per lei e quindi riconoscerla in tutto il suo valore, amarla di più.
| CCC, 2052-2055CCC 2083 |
I dieci comandamenti
[869]
Nei due comandamenti della carità Gesù riassume «tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Egli conferma i dieci comandamenti, o decalogo, dell’antica alleanza e vede in essi la via necessaria per giungere alla vita eterna: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). La carità urge l’osservanza di tutti i comandamenti: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10).
| CCC, 2052-2074 |
I dieci comandamenti
[869]
Nei due comandamenti della carità Gesù riassume «tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Egli conferma i dieci comandamenti, o decalogo, dell’antica alleanza e vede in essi la via necessaria per giungere alla vita eterna: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). La carità urge l’osservanza di tutti i comandamenti: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10).
| CCC, 2052-2074 |
[870]
L’amore promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Perciò trova nelle molteplici norme morali la sua attuazione e la sua verifica. «I diversi comandamenti del decalogo non sono in effetti che la rifrazione dell’unico comandamento riguardante il bene della persona, a livello dei molteplici beni che connotano la sua identità di essere spirituale e corporeo, in relazione con Dio, col prossimo e col mondo delle cose... Sono destinati a tutelare il bene della persona, immagine di Dio, mediante la protezione dei suoi beni...: la vita umana, la comunione delle persone nel matrimonio, la proprietà privata, la veridicità e la buona fama»
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 13. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 18. | |
[871] I dieci comandamenti dell’Antico Testamento mantengono dunque il loro valore e costituiscono un riferimento essenziale per l’etica cristiana. Non bisogna però dimenticare che nel Nuovo Testamento i contenuti concreti della carità vengono formulati anche con altri schemi.
Gesù da una parte enuncia criteri generali; come la cosiddetta “regola aurea”: «Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Lc 6,31); d’altra parte offre esemplificazioni precise come l’elenco delle opere di misericordia nel discorso escatologico: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ospitare i forestieri, vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, visitare i carcerati
L’apostolo Paolo indica spesso le esigenze della vita cristiana mediante elenchi di vizi e virtù, codici di morale familiare e norme di comportamento sociale.
| CdA, 163 CONFRONTAVAI |
[872]
La formulazione stessa dei dieci comandamenti presenta qualche variazione già nei testi biblici. Tantomeno è considerata rigida e intangibile nella tradizione della Chiesa. Oggi nella catechesi delle Chiese in Italia è stabilita in questi termini:
“Io sono il Signore, tuo Dio!
Non avrai altro dio fuori di me.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ricordati di santificare le feste.
Onora tuo padre e tua madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri.
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d’altri.
Non desiderare la roba d’altri”.
I primi tre comandamenti vengono raggruppati nella “prima tavola”, quella dei doveri verso Dio, in corrispondenza con il primo comandamento della carità. Gli altri sette vengono riuniti nella “seconda tavola”, quella dei doveri verso il prossimo, in relazione al secondo comandamento della carità.
| |
Valore perenne del decalogo
[880]
I dieci comandamenti sono le «dieci parole» (Es 34,28) che il Signore ha donato perché il suo popolo viva
| CCC, 2064-2069CdA, 805 CONFRONTAVAI |
Primo comandamento
[881]
Il primo comandamento “Non avrai altro dio fuori di me” esige l’adorazione esclusiva dell’unico vero Dio. Risultano in contrasto con esso l’ateismo, l’agnosticismo, l’indifferenza religiosa, l’idolatria, il satanismo, la superstizione. Quest’ultima assume forme diversissime: si va dall’efficacia quasi magica attribuita a oggetti sacri e a formule e riti eseguiti con scrupolosa esattezza, alle vane osservanze dei segni di fortuna e sfortuna, agli oroscopi, allo spiritismo, alla magia vera e propria, da non confondere con l’uso onesto di eventuali energie parapsichiche. La superstizione a volte è un disordine grave a volte leggero, ma è sempre contraria alla fede e alla sana ragione. Le vie oneste per realizzare i nostri desideri sono quelle che Dio ci ha dato: le risorse naturali della scienza e della tecnica, la risorsa soprannaturale della preghiera. Ricorrere alle forze occulte o pretendere di catturare automaticamente a proprio vantaggio la potenza divina significa ricadere nell’antica tentazione di essere come Dio, cedere alla sete di potere ad ogni costo, in radicale antitesi con l’umile e fiducioso abbandono del credente alla volontà del Padre.
| CCC, 2110-2128CdA, 384 CONFRONTAVAI CdA 955-1013 CONFRONTAVAI |
Secondo comandamento
[882]
Il secondo comandamento “Non nominare il nome di Dio invano” prescrive il rispetto del nome santo di Dio e il silenzio adorante davanti al mistero. Contraddicono questo atteggiamento: la bestemmia, che è abuso della parola con un oltraggio diretto; il sacrilegio, con cui si trattano indegnamente persone, luoghi e oggetti sacri; la simonia, con cui si scambiano beni spirituali con danaro e vantaggi materiali; il giuramento falso, che fa di Dio il garante di una menzogna; il mancato adempimento di un voto, con cui ci si è obbligati davanti a Dio a fare un’opera possibile e migliore del suo contrario; ogni discorso presuntuoso su Dio.
| CCC, 2142-2155 |
Terzo comandamento
[883]
Il terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste”
| CCC, 2168-2188CdA, 658 CONFRONTAVAI CdA 1118 CONFRONTAVAI |
Quarto comandamento
[884]
Il quarto comandamento “Onora tuo padre e tua madre”, in stretto collegamento con l’amore di Dio espresso nei primi tre precetti, indica l’ordine della carità verso il prossimo. Chiede in primo luogo di amare e onorare i genitori, ai quali dobbiamo la vita e per lo più la stessa trasmissione della fede cristiana. Implicitamente riguarda anche la relazione parentale più ampia, la relazione educativa e in un certo senso una corretta e rispettosa relazione sociale con le persone che, per il nostro bene, esercitano un particolare compito di guida. D’altra parte il comandamento sottintende i doveri e le responsabilità di queste persone.
| CCC, 2197-2246CdA, 1064 CONFRONTAVAI CdA 1066-1074 CONFRONTAVAI |
Quinto comandamento
[885]
Il quinto comandamento “Non uccidere” prescrive con forza il rispetto della vita, che è sacra e viene da Dio: solo Dio è il Signore della vita, dal suo inizio al suo termine. Il comandamento vieta le azioni contrarie alla vita, alla salute e all’integrità, propria e altrui. Proibisce dunque il suicidio, l’omicidio, l’aborto, l’eutanasia, ogni forma di violenza che non sia per legittima difesa. Comanda di promuovere la pace e di evitare la guerra.
| CCC, 2258-2317CdA, 1015-1040 CONFRONTAVAI |
Sesto comandamento
[886]
Il sesto comandamento “Non commettere atti impuri”, alla luce del progetto di Dio e nella prospettiva della sua chiamata all’amore e alla comunione, afferma l’autentico valore della sessualità, tutela la fedeltà coniugale ed educa alla castità in ogni stato di vita. Proibisce di conseguenza quanto la offende e non la rispetta nel comportamento personale e di coppia: masturbazione, atti di omosessualità, fornicazione, prostituzione, stupro, incesto, contraccezione, adulterio, divorzio, poligamia, libere unioni, ogni attuazione della sessualità genitale fuori del matrimonio.
| CCC, 2331-2391CdA, 1042-1084 CONFRONTAVAI |
Settimo comandamento
[887]
Il settimo comandamento “Non rubare” educa al corretto uso delle cose materiali nella relazione con gli altri, alla luce del primato di Dio e della carità fraterna. Proibisce di offendere il prossimo usurpando o danneggiando i suoi beni. Prescrive l’osservanza della giustizia, esigendo che si rispettino sia l’universale destinazione dei beni sia il diritto alla proprietà privata. Promuove la solidarietà tra le persone e tra i popoli, con una speciale attenzione ai poveri, nel rispetto dell’integrità del creato.
| CCC, 2401-2449CdA, 1112-1143 CONFRONTAVAI |
Ottavo comandamento
[888]
L’ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza” chiama al servizio della verità. Proibisce, quindi, di tradirla nella relazione con gli altri, attraverso la menzogna, l’inganno, la calunnia, la maldicenza, la diffusione dell’errore, la violazione del segreto, l’uso distorto dei mezzi di comunicazione sociale. Le offese alla verità, con parole e azioni, denotano una mancanza di rettitudine morale e comportano una infedeltà all’alleanza con Dio, che è Verità.
| CCC, 2464-2503CdA, 1144-1166 CONFRONTAVAI |
Nono comandamento
| CCC, 2514-2527CdA, 1042-1084 CONFRONTAVAI |
Decimo comandamento
| CCC, 2534-2550CdA, 1112-1143 CONFRONTAVAI |
La legge naturale
[873]
La legge evangelica accoglie ed eleva a livello di rapporto filiale con Dio i precetti morali, che già nell’antica alleanza erano espressione della speciale appartenenza di Israele al Signore e rivelazione della sua santità nella storia. In se stessi, però, i comandamenti di Dio contengono una sapienza che può essere riconosciuta da tutti i popoli
Sant’Ireneo di Lione,Contro le eresie, 4, 15, 1. Sant’Agostino,Commento ai Salmi, 57, 1. | |
[874]
Gesù, quando enuncia la “regola aurea”
| |
[875] La carità eleva l’uomo, rispettando la sua dimensione creaturale, promovendo i beni che rispondono alle sue tendenze naturali. Assume nel rapporto filiale con il Padre le realtà terrene, conferendo loro un nuovo significato, ma anche salvaguardando la loro consistenza e specificità. Così viene portato a compimento l’unico disegno di Dio iniziato con la creazione e sviluppato nel corso della storia.
| |
[876] La legge naturale, a sua volta, può essere considerata un anticipo della rivelazione, un primo abbozzo della legge evangelica. È scritta in alcune tendenze fondamentali, spirituali e corporee nello stesso tempo. Tutela alcuni beni, che sono beni morali in quanto hanno a che fare con il nostro realizzarci come uomini, secondo la nostra dignità di persone: ad esempio la vita fisica, la sessualità, il lavoro, la socialità.
Essa viene conosciuta mediante la ragione come valore permanente ed esigenza costitutiva dell’uomo, come direzione da seguire costantemente. Tuttavia viene conosciuta in un processo storico graduale, non privo di errori: basti ricordare che in passato sono state ritenute lecite la crudeltà verso i prigionieri di guerra, la schiavitù, la tortura giudiziaria, la negazione della libertà di religione.
| |
[877]
La legge naturale è la vita stessa dell’uomo che tende alla sua pienezza. Indica con le sue norme le vie di una crescita autentica. Seguirla fedelmente significa essere fedeli a se stessi. Chi responsabilmente l’accoglie, mentre obbedisce a Dio, creatore e Padre, diventa «partecipe della provvidenza, capace di provvedere a sé e agli altri»
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 91, a. 2. Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 41. | |
Leggi civili e rituali dell’Antico Testamento
[878]
La legge evangelica conferma e perfeziona l’ordine della creazione; non aggiunge imposizioni che gli siano estranee. Gli stessi precetti morali dell’Antico Testamento vengono accolti in quanto riflettono tale ordine. Restano invece superate le leggi civili e rituali anticotestamentarie, a cominciare dalla circoncisione
| CdA, 156 CONFRONTAVAI |
Osservare i comandamenti
[897]
La carità porta innanzitutto ad osservare il decalogo. Quasi tutti i comandamenti sono formulati in maniera negativa: non avrai altro dio, non nominare il nome di Dio invano, non uccidere, non commettere atti impuri, non rubare, non dire falsa testimonianza... Indicano così il livello minimo sotto il quale non bisogna scendere assolutamente, il livello sotto il quale non può sussistere il rispetto per la santità di Dio e per la dignità della persona umana e quindi neppure la carità
Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 52.
L’osservanza dei comandamenti è «la condizione di base per l’amore...; l’inizio della libertà, non la libertà perfetta»
Sant’Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 41, 10. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 15. | |
Trascendere i comandamenti
[898]
Nel discorso della montagna Gesù non solo conferma i comandamenti, ma li perfeziona
| CdA, 155 CONFRONTAVAI |
[899]
La nuova giustizia non si limita a evitare il male, ma fa il bene verso tutti, compresi i nemici: non solo fugge l’omicidio, ma promuove la vita; non solo si astiene dal furto, ma condivide ciò che possiede. Il bene è senza confini e le modalità di attuazione sono molteplici. Se l’osservanza dei comandamenti è richiesta a tutti, la creatività dell’amore è diversa per ciascuno. Al giovane ricco Gesù non chiede solo di osservare i comandamenti, ma anche di rinunciare a tutte le ricchezze, in vista di una particolare forma di sequela
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Oltre la ragionevolezza
[900] Camminare sulla via della carità, per quanto riguarda l’obbedienza ai comandamenti e soprattutto per quanto riguarda l’inesauribile creatività nel bene, dipende dal nostro impegno e prima ancora dalla grazia di Dio che lo sostiene.
«La completa osservanza dei comandamenti di Dio non è alla portata delle forze umane, pur essendo nei limiti dell’istinto dello spirito umano, in quanto conforme alla ragione... Ma oltre ai comandamenti divini ci sono delle ispirazioni celesti, per l’attuazione delle quali non soltanto è necessario che Dio ci innalzi al di sopra delle nostre forze, ma anche che ci elevi al sopra degli istinti e delle inclinazioni della nostra natura... Non rubare, non mentire, non commettere lussuria, pregare Dio, non giurare invano, amare e onorare il padre, non uccidere, è vivere secondo la ragione naturale dell’uomo; ma abbandonare tutti i nostri beni, amare la povertà..., considerare gli obbrobri, il disprezzo, le abiezioni, le persecuzioni, i martirî come felicità e beatitudini, mantenersi nei limiti di un’assoluta castità, e infine vivere nel mondo e in questa vita mortale contro tutte le opinioni e le massime del mondo... con abituale rassegnazione, rinuncia e abnegazione di noi stessi, non è vivere secondo la natura umana, ma al di sopra di essa; non è vivere in noi, ma fuori di noi e al di sopra di noi: e siccome nessuno può uscire in questo modo al di sopra di se stesso se non lo attira l’eterno Padre, ne consegue che tale modo di vivere deve essere un rapimento continuo e un’estasi perpetua d’azione e di operazione»
San Francesco di Sales,Trattato dell’amore di Dio, 7, 6. | |
Una via ardua
[902]
La legge di Dio, formulata nei dieci comandamenti, esprime le istanze di un amore autentico, teso a promuovere la crescita integrale dell’uomo, personale e sociale. In sé è sommamente ragionevole. Di fatto però l’uomo, indebolito dal disordine introdotto dal peccato nel suo cuore e nella società, non riesce né a comprenderla né ad attuarla pienamente. Quando non è sostenuto dalla fede, scivola facilmente verso il permissivismo e il nichilismo. Mediante la fede riceviamo l’energia dello Spirito e la possibilità reale di vivere secondo la legge di Dio. «La legge è stata data perché si invocasse la grazia, la grazia è stata data perché si osservasse la legge»
Sant’Agostino,Lo Spirito e la lettera, 19, 34.
Ancor più si allontana dalle nostre inclinazioni disordinate e dalla mentalità corrente il perfezionamento evangelico della legge. Non per niente Gesù esorta con insistenza i suoi discepoli all’anticonformismo: «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7,13-14).
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Necessità dell’esperienza ecclesiale
Nella Chiesa riceviamo lo Spirito del Signore, il maestro interiore
Nella Chiesa lo Spirito del Signore dà luce e forza al magistero dei pastori, perché interpreti correttamente il disegno di Dio e indichi la strada da seguire nei vari ambiti della vita, sfidando, se necessario, anche l’impopolarità: «Ti scongiuro... annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2Tm 4,1-2).
Nella Chiesa lo Spirito anima tutti i fedeli, perché esercitino tra loro la correzione fraterna e si incoraggino l’un l’altro, con la parola e l’esempio, in vista di un comportamento cristiano sempre più coerente. È possibile seguire Gesù solo nella compagnia dei discepoli.
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Percezione dei principi e giudizio operativo
[909]
La coscienza ha un contenuto che si estende dai principi generali alle indicazioni sui singoli atti. Comanda anzitutto ad ogni uomo di fare il bene e di evitare il male. Per il cristiano questo significa vivere secondo la verità di Dio, che è amore, e dell’uomo, che è sua immagine; comporta l’obbedienza filiale alla volontà del Padre e l’osservanza del comandamento fondamentale della carità. «La carità è l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cambiato»
Beato Isacco della Stella, Discorsi, 31, 21.
Poiché il bene si concretizza in molti beni o valori, la prima obbligazione si traduce in varie leggi morali universali, che vengono conosciute per via di intuizione e di riflessione e insegnamento. Ancora: dato che i valori si incarnano di volta in volta nei singoli atti, la coscienza attua un discernimento per identificare ciò che è doveroso o conveniente qui e ora. Procede con prudenza, ponendo a servizio della carità non una pavida cautela, ma una sapiente e coraggiosa creatività, in modo da poter mettere in opera i mezzi idonei a raggiungere il fine.
Il discernimento si conclude con il giudizio pratico concretissimo sulla bontà o malizia dell’azione che si sta per compiere. Attraverso il giudizio morale da noi formulato, Dio stesso ci interpella, in alcune situazioni con un comando, in altre con un consiglio o un invito. Ad ognuno rivolge la chiamata ad amare in modo personalissimo, mediante i diversi doni di natura e di grazia che elargisce nel mutevole intreccio delle relazioni e degli avvenimenti.
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Soggetto responsabile
[910] Mediante la coscienza ci raggiunge l’appello di Dio; mediante la coscienza si attua la nostra risposta. Al giudizio pratico sul singolo atto segue la nostra decisione. Può essere obbedienza a Dio o disobbedienza: una scelta che ci qualifica come soggetti moralmente positivi o negativi.
La coscienza comanda; la coscienza ubbidisce o rifiuta di ubbidire; infine la coscienza giudica. Nel momento in cui prendiamo la nostra decisione, siamo consapevoli di agire bene o di agire male. Se scegliamo il bene, siamo in pace perché ci sentiamo in armonia con noi stessi, con la nostra tendenza fondamentale e con Dio. Se invece scegliamo il male, proviamo rimorso, cioè un’intima lacerazione, perché ci sentiamo in contraddizione con noi stessi e con Dio. Pace e rimorso si prolungano successivamente nel tempo, perché il giudizio della coscienza rimane come giudizio sull’azione già compiuta. Si possono riflettere anche sull’aspetto esteriore: «Il cuore dell’uomo cambia il suo volto o in bene o in male» (Sir 13,25).
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Diritto alla libertà di coscienza
[922]
Nella cultura moderna si è affermata la distinzione tra dimensione politica e dimensione etico-religiosa. Lo stato democratico, fatte salve le necessità dell’ordine pubblico, non interferisce nella sfera delle scelte personali. Si tratta di un’evoluzione sostanzialmente positiva, conforme alla concezione cristiana dell’uomo. Nessuno deve essere discriminato a motivo delle proprie convinzioni. Gli uomini sono tenuti a cercare e ad accogliere la verità; ma devono farlo liberamente, attraverso l’educazione e il dialogo, secondo la loro dignità di persone e la loro natura sociale
Cf. Concilio Vaticano II, Dignitatis humanae, 2; 3. A. Rosmini, Apologetica, Prefazione. È compito della Chiesa promuovere la formazione di coscienze adulte e responsabili, dando così un contributo prezioso al bene della stessa società civile. È facile intuire quanto un robusto senso morale e una viva consapevolezza dei valori di dignità della persona, libertà, solidarietà, sacralità della vita, stabilità della famiglia giovino alla pacifica convivenza.
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Obiezione di coscienza
[923] La coscienza cristiana a volte contesta qualche legge particolare; non intende però contestare lo stato come tale, almeno quando è democratico e rispetta i diritti fondamentali della persona. L’obiezione di coscienza, mettendo in luce i limiti e i rischi di qualche soluzione approvata dalla maggioranza, richiama l’attenzione sul fatto che non sempre ciò che è legale è anche morale, e in definitiva favorisce l’ulteriore crescita umana della società.
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La partecipazione dei cittadini
[1105]
I cittadini sono nello stesso tempo destinatari e protagonisti della politica
Cf. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 42. |