CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
A
Abbà, Aborto, Abramo, Adorazione, Adulterio, Aldilà, Alleanza, Ambiente, Amore, Anàmnesi, Angeli, Angoscia, Anima, Anno liturgico, Annuncio, Antico Testamento, Anziani, Apostolato, Apostoli, Apparizioni, Armi, Arte, Ascensione, Ascesi, Assemblea, Associazioni ecclesiali, Assoluzione, Ateismo, Attrizione, Autoerotismo, Autorità, Avvento, Azione Cattolica,
B
C
Canone biblico, Carattere sacramentale, Carisma, Carità, Castità, Catechesi, Catechismo, Catecumenato, Cattolico, Celibato, Cena, Chiesa, Cibo, Civiltà cristiana, Collegialità episcopale, Collettivismo, Comandamenti, Comunicazione, Comunione, Comunità, Concilio, Concupiscenza, Confermazione, Confessione, Conoscenza di Dio, Consacrazione, Consigli evangelici, Contraccezione, Contrizione, Conversione, Coppia, Corpo, Coscienza, Creazione, Credo, Cresima, Criminalità, Cristo, Critica, Croce, Culto, Cultura, Cuore,
Canone biblico
Carattere sacramentale
Carisma
Carità
Castità
Catechesi
Catechismo
Catecumenato
Cattolico
Celibato
Cena
Chiesa
Carattere sacramentale
Carisma
Carità
Castità
Catechesi
Catechismo
Catecumenato
Cattolico
Celibato
Cena
Chiesa
Cibo
Civiltà cristiana
Collegialità episcopale
Collettivismo
Comandamenti
Comunicazione
Comunione
Comunità
Concilio
Concupiscenza
Confermazione
Confessione
Civiltà cristiana
Collegialità episcopale
Collettivismo
Comandamenti
Comunicazione
Comunione
Comunità
Concilio
Concupiscenza
Confermazione
Confessione
Conoscenza di Dio
Consacrazione
Consigli evangelici
Contraccezione
Contrizione
Conversione
Coppia
Corpo
Coscienza
Creazione
Credo
Cresima
Consacrazione
Consigli evangelici
Contraccezione
Contrizione
Conversione
Coppia
Corpo
Coscienza
Creazione
Credo
Cresima
D
E
F
G
I
Idolatria, Illuminismo, Imitazione, Immagini sacre, Immortalità, Impegno, Impresa, Impurità, Incarnazione, Incesto, Indissolubilità, Individuo, Induismo, Indulgenze, Infallibilità, Inferi, Infermi, Inferno, Iniziazione cristiana, Inquinamento ambientale, Intenzione fondamentale, Intercessione, Interpretazione, Invocazione, Islam, Ispirazione, Israele, Istituti secolari,
L
M
Maestro, Magistero, Malattia, Male, Marana tha, Maria, Martirio, Masturbazione, Materia, Materialismo, Matrimonio, Mediazione, Meditazione, Memoriale, Mente, Meriti, Messa, Messia, Ministeri, Ministro, Miracoli, Misericordia, Missione, Mistero, Mistica, Monachesimo, Mondo, Monoteismo, Morale, Morte, Movimenti,
N
O
P
Pace, Padre, Paolo, Papa, Parabole, Paradiso, Parola, Parrocchia, Parusia, Pasqua, Passione, Pastori, Pazienza, Peccato, Pelagianesimo, Pena, Penitenza, Pentecoste, Perdono, Persecuzione, Persona, Piacere, Pietro, Pluralismo, Poligamia, Politeismo, Politica, Popolo, Possessione, Povertà, Predestinazione, Predicazione, Preghiera, Presbitero, Presenza, Primato, Processo, Procreazione responsabile, Profeta, Progresso, Proprietà, Prostituzione, Provvidenza, Prudenza, Pudore, Purgatorio, Purificazione, Puro,
Pazienza
Peccato
Pelagianesimo
Pena
Penitenza
Pentecoste
Perdono
Persecuzione
Persona
Piacere
Pietro
Pluralismo
Peccato
Pelagianesimo
Pena
Penitenza
Pentecoste
Perdono
Persecuzione
Persona
Piacere
Pietro
Pluralismo
Poligamia
Politeismo
Politica
Popolo
Possessione
Povertà
Predestinazione
Predicazione
Preghiera
Presbitero
Presenza
Primato
Politeismo
Politica
Popolo
Possessione
Povertà
Predestinazione
Predicazione
Preghiera
Presbitero
Presenza
Primato
Processo
Procreazione responsabile
Profeta
Progresso
Proprietà
Prostituzione
Provvidenza
Prudenza
Pudore
Purgatorio
Purificazione
Puro
Procreazione responsabile
Profeta
Progresso
Proprietà
Prostituzione
Provvidenza
Prudenza
Pudore
Purgatorio
Purificazione
Puro
R
S
Sacerdozio, Sacramentali, Sacramenti, Sacrificio, Salario, Salmi, Salute, Salvezza, Santi, Santità, Sapienza, Satana, Scienza, Scrittura Sacra, Scuola, Segno, Sentimenti, Servizio, Sessualità, Signore, Simbolo, Sindacato, Società, Soddisfazione, Sofferenza, Solidarietà, Sopravvivenza, Speranza, Spirito Santo, Spiritualità, Sport, Sposi, Stati di vita, Stato, Storia, Successione apostolica, Suffragi, Suicidio, Superstizione,
T
V
Z
Catechismo degli Adulti
[558] La Chiesa intera è per sua natura missionaria. È mandata a evangelizzare, cioè ad annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio, che per mezzo di Gesù Cristo vuole salvare tutti gli uomini. Quando la missione si rivolge a coloro che ancora ignorano il vangelo, si chiama attività missionaria in senso specifico e si attua nel rispetto della libertà di coscienza in un clima di dialogo.
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Paolo missionario [559]
Ottenuta dall’assemblea di Gerusalemme la dichiarazione della libertà cristiana riguardo alle osservanze giudaiche, l’apostolo Paolo si rimette in viaggio, con alcuni compagni, per il servizio del vangelo. Più volte percorre Palestina e Siria, Asia Minore, Macedonia e Grecia, lungo le strade militari e le rotte commerciali. Entra nelle vivaci sinagoghe della diaspora e si mescola alle folle cosmopolite delle città; si confronta con l’alta cultura e con la religiosità popolare; ottiene scarse conversioni tra gli ebrei e molte più tra i pagani, fondando comunità cristiane assai promettenti.
Arrestato a Gerusalemme con l’accusa di profanare il tempio, sovvertire la religione e perturbare l’ordine pubblico, è sottoposto a un processo interminabile. Chiamato a dare spiegazioni davanti al procuratore Festo e al re Agrippa II, afferma con sicurezza che il vero protagonista della missione cristiana è Cristo stesso: egli è il primo uomo risorto dalla morte e ora sta annunciando la salvezza a Israele e ai pagani per mezzo dei suoi servitori | |
Il mandato missionario [560]
Cristo risorto è la forza che anima la missione universale: gli apostoli, entrati con lui in intima comunione, condividono il suo amore per tutti gli uomini e diventano suoi collaboratori nell’opera della salvezza. Il Signore affida loro il grande compito di fare discepole tutte le genti e di introdurle nella vita di Dio: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,18-20). Promette che li accompagnerà sempre con la sua presenza: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Confermando la loro predicazione con opere prodigiose | |
Chiesa missionaria [561] Quella di Paolo e degli altri apostoli è indubbiamente una vocazione speciale. Ma il compito di evangelizzare non è riservato ad alcuni: in vario modo, coinvolge tutti i cristiani.
Gli apostoli stessi insegnano che la missione è affidata al popolo di Dio nella sua globalità: «Voi siete... il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1Pt 2,9). Di fatto, al tempo delle origini, è vivissima in tutti i credenti la coscienza missionaria. In chiusura della Lettera ai Romani, viene ricordata una fitta schiera di generosi collaboratori di Paolo nel servizio del vangelo: sono uomini, donne, giovani, coniugi, intere famiglie Origene, Contro Celso, 3, 55, 5. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 90. | |
Cammino della missione [562] Con il passare del tempo, si perde la piena consapevolezza della vocazione missionaria di tutto il popolo cristiano; ma la missione prosegue comunque, per impulso dello Spirito Santo, e mantiene costantemente un’apertura universale. Alla fine del IV secolo, i paesi intorno al Mediterraneo sono in gran parte cristiani. Durante il medioevo l’evangelizzazione si estende ai popoli germanici e slavi, soprattutto ad opera dei monaci, finché intorno al 1200 tutta l’Europa è ormai battezzata. Nei secoli XIII e XIV la missione, per merito dei nuovi ordini mendicanti, si dirige verso l’Africa del nord e verso l’oriente, fino alla lontana Cina. Ma i successi tangibili sono modesti e poco duraturi. Nuovi sconfinati orizzonti si aprono con le grandi scoperte geografiche del secolo XV. Lungo le coste dell’Africa e dell’Asia meridionale fino all’estremo oriente, attraverso le vaste regioni del nuovo continente americano ad occidente, si avventurano per tre secoli i missionari francescani, domenicani e gesuiti, spesso a prezzo di eroici sacrifici. Ma i risultati di così generosa impresa non sono sempre favorevoli: si va dalla cristianizzazione di un intero continente, l’America, e di un intero paese, le Filippine, alla formazione di nuclei circoscritti di cristiani in Africa e in India, al sostanziale fallimento in Cina e in Giappone. Nello stesso arco di tempo, nei paesi di antica tradizione cristiana si sviluppa un’attività missionaria, intesa come predicazione straordinaria e periodica al popolo, a sostegno e integrazione della pastorale ordinaria. Le missioni estere, pur essendo la forma esemplare della missione, non la esauriscono. Passata la rivoluzione francese, grazie anche al sorgere di nuove congregazioni specificamente missionarie, l’evangelizzazione dei popoli riprende e prosegue con slancio per tutto il secolo XIX, particolarmente in Africa, Indocina e Oceania. Finalmente, nel nostro secolo, la valorizzazione delle culture e del clero del luogo consente ovunque la formazione di Chiese locali complete. | |
Coscienza missionaria [563] Riemerge oggi nella Chiesa la coscienza della comune vocazione missionaria e il magistero del papa e dei vescovi la esprime con forza.
Il popolo di Dio «è inviato a tutti gli uomini, come luce del mondo e sale della terra» Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 9. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 14. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 2.
«Il Signore chiama sempre a uscire da se stessi, a condividere con gli altri i beni che abbiamo, cominciando da quello più prezioso che è la fede» Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 49. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 2. | |
[564] La fede in Cristo è «dono di Dio, da vivere in comunità e da irradiare all’esterno sia con la testimonianza di vita che con la parola... prima sul proprio territorio e poi altrove come partecipazione alla missione universale» Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 49. Ogni credente è chiamato ad essere missionario. Tutta la Chiesa è per sua natura missionaria. | |
Comunione missionaria
[565] La dimensione missionaria appartiene all’identità stessa della Chiesa e del cristiano. Ma qual è il senso della missione?
Israele aveva il compito di rivelare nella storia la santità e la presenza salvifica di Dio. La comunità dei discepoli di Gesù ha il compito di annunciare e rendere in qualche modo visibile il regno di Dio, vivendo la nuova giustizia della carità, delineata nel discorso della montagna. È chiamata ad essere unita nell’amore fraterno, «perché il mondo creda» (Gv 17,21): la comunione concretamente sperimentata sarà segno trasparente di Dio e con il suo fascino attirerà gli uomini a lui
La Chiesa «riceve la missione di annunciare il regno di Dio e di Cristo e di instaurarlo fra tutte le genti; di questo regno essa costituisce sulla terra il germe e l’inizio»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 5. | |
[566]
Il regno di Dio è carità. La carità è l’energia e il contenuto centrale dell’evangelizzazione. Tutto si concentra nel vangelo della carità: la Pasqua di Cristo, vertice della rivelazione, è evento di carità; Dio è mistero trinitario di carità; la Chiesa è comunione di carità, raccolta intorno all’eucaristia; la vita cristiana è vocazione alla perfezione della carità; la mèta definitiva è beatitudine dell’intimità immediata con Dio nella carità. Perciò anche la missione, in definitiva, non è altro che il dilatarsi della carità: da Dio a noi, da noi agli altri, attraverso parole e opere. Vivere in comunione con Dio-Amore significa amare con lui tutti gli uomini e impegnarsi perché tutti entrino consapevolmente e pienamente nella sua amicizia. «La comunione rappresenta la sorgente e insieme il frutto della missione: la comunione è missionaria e la missione è per la comunione»
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 32.
La Chiesa dunque «è inviata da Cristo a rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le genti»
Concilio Vaticano II, Ad gentes, 10. | |
La via mistica della missione
[567]
La carità è anche la via privilegiata dell’evangelizzazione. A volte è una via che rimane nascosta. In forza della carità, la liturgia, la preghiera, la contemplazione, l’umiltà e la sofferenza hanno un potere di intercessione presso Dio e quindi una misteriosa efficacia missionaria. Per questo santa Teresa di Gesù Bambino, nella clausura del suo monastero, ha meritato di diventare la patrona delle missioni. Soprattutto è fecondo il sacrificio della vita: «Diventiamo più numerosi tutte le volte che siamo mietuti; è un seme il sangue dei cristiani»
Tertulliano, Apologetico, 50, 13. | |
La via della testimonianza
[568]
La via della carità ha anche un’efficacia verificabile, quella della testimonianza: «Si è missionari prima di tutto per ciò che si è, come Chiesa che vive profondamente l’unità dell’amore, prima di esserlo per ciò che si dice o si fa»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 23. | |
[569]
Interpella le coscienze con particolare efficacia l’amore preferenziale per i poveri, che, mentre contraddice l’egoismo radicato nell’uomo e le discriminazioni presenti nella società, si fa espressione di una benevolenza diversa, quella di Dio, gratuita e rivolta a tutti. Per questo l’azione caritativa ha sempre avuto grande rilievo nella vita e nella missione della Chiesa. Già la comunità di Gerusalemme aveva un’assistenza organizzata per i bisognosi
Cf. San Cornelio papa, Lettera a Fabio di Antiochia (in Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, 6, 43, 11. | |
[570]
A partire dall’attenzione preferenziale ai poveri, la carità evangelica è criterio ed energia per la «trasformazione del mondo»
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 38. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 42. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 43. | |
La via dell’annuncio
[571]
La presenza operosa non basta. La testimonianza cristiana include la professione pubblica della fede
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium,11. Cf. Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 6. L’annuncio deve essere coraggioso e franco, ma anche umile: la verità, che abbiamo ricevuto in dono, non è un vanto per noi; è una responsabilità. L’amore per gli interlocutori esige che si rispetti la loro libertà e si tenga conto della loro situazione esistenziale, sociale e culturale, del loro linguaggio, delle loro aspirazioni, dei loro valori etici e religiosi.
Intercessione, testimonianza e annuncio sono le vie della missione, per le quali devono incamminarsi i singoli cristiani, le famiglie e le comunità. Un radicale cambiamento di mentalità e una profonda revisione pastorale occorrono oggi per dare slancio alla missione universale.
| |
[572] La missione della Chiesa è evangelizzare, cioè annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio, che si rivela e si dona in Cristo per la salvezza di tutti gli uomini. Le vie della missione sono la preghiera, avvalorata dal sacrificio, la testimonianza dell’amore reciproco e del servizio ai poveri e alla società, l’annuncio esplicito del vangelo.
| |
Attuazione esemplare della missione
[573]
L’evangelizzazione è fondamentalmente sempre la stessa, ma assume accentuazioni diverse secondo le situazioni. Si chiama attività pastorale quando si svolge nell’ambito di comunità cristiane vive e solide; nuova evangelizzazione quando riguarda ambienti di tradizione cristiana scristianizzati; attività missionaria in senso specifico quando è destinata a popolazioni che ancora ignorano Cristo
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 33. | |
Il motivo fondamentale
[574] La sua urgenza deriva dalla sua finalità: rendere visibilmente presente in un ambiente umano il mistero della Chiesa, germe e strumento di salvezza, portando il vangelo e fondando Chiese particolari.
«Dire che tutta la Chiesa è missionaria non esclude che esista una specifica missione per i non cristiani»; analogamente «dire che tutti i cattolici debbono essere missionari non esclude, anzi richiede che ci siano missionari per i non cristiani e a vita per vocazione specifica»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 32. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 65. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 77. Ma perché si deve fare attività missionaria verso i non cristiani? Non possono salvarsi anche seguendo un’altra religione? Non bisogna rispettare la loro coscienza e la loro identità storica? Sono domande che molti oggi pongono.
| CCC, 851 |
La salvezza dei non cristiani
[575]
Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati» per mezzo di un solo «mediatore..., l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1Tm 2,4-6). A lui con il dono dello Spirito Santo associa la Chiesa «come strumento di redenzione per tutti»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 9. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 18. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 10.
Tutti gli uomini dunque con modalità diverse entrano in rapporto con la Chiesa: i cattolici sono «pienamente incorporati», mentre i catecumeni sono congiunti dal «desiderio esplicito»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 15. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16. San Cipriano di Cartagine, Lettere, 73, 21, 2. Cf. Origene, Omelie su Giosuè, 3, 5. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14; Id., Ad gentes, 7. | CdA, 24 CONFRONTAVAI CdA 42 CONFRONTAVAI CdA 401 CONFRONTAVAI CdA 582 CONFRONTAVAI CdA 585 CONFRONTAVAI |
Il cristianesimo compimento delle religioni
[576]
Verso Cristo e la sua Chiesa convergono le religioni del mondo, frutto di una ricerca millenaria, che procede «a tentoni» (At 17,27), ma è sostenuta da Dio stesso. Non sono vie di salvezza indipendenti, perché l’unica via è Cristo mediante la Chiesa; ma predispongono ad accogliere la pienezza di Cristo. Insieme a errori e deviazioni, contengono preziose verità, come germi del Verbo divino pronti a ulteriori sviluppi. Le stesse forme di umanesimo non credente presentano valori, che sono «come un dono concesso da colui che illumina ogni uomo, perché abbia finalmente la vita»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 17; cf. Id., Ad gentes, 9. Concilio Vaticano II, Nostra aetate, 2. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 24. | CCC, 842-845 |
Proposta, non imposizione
[577]
La Chiesa, da parte sua, abbraccia come Cristo tutti gli uomini, compresi i suoi persecutori, perché «giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio» (1Pt 2,12). Intercede per tutti, offrendo preghiere e sofferenze. Si rivolge ai non cristiani con l’attività missionaria, affermando con coraggio e con chiarezza che Cristo è la rivelazione definitiva di Dio e l’unico Salvatore dell’uomo. Sa di aver ricevuto in dono questa verità, senza alcun merito proprio; ma si sente responsabile di essa e ne custodisce scrupolosamente l’integrità per il bene di tutti
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 56. | |
[578] È triste ricordare come più volte, in altre epoche, il vangelo sia stato imposto con la forza delle leggi e delle armi. È doloroso che importanti tesori di civiltà siano andati distrutti, presso numerosi popoli, a motivo della colonizzazione culturale, malgrado l’impegno lungimirante di personalità eccezionali, come san Gregorio Magno, Alessandro Valignano, Matteo Ricci e Roberto de’ Nobili. Ciò è avvenuto contro il vangelo stesso e va attribuito sia ai peccati personali sia, ancor più, ai condizionamenti culturali. Sarebbe comunque ingiustificato dedurre dagli abusi del passato l’opportunità di sospendere l’attività missionaria: si è abusato e si abusa continuamente della scienza e della tecnica, eppure nessuno pensa che si debba per questo rinunciare alla ricerca e al progresso.
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Annuncio e dialogo
[579]
L’annuncio di Cristo deve essere fatto in un clima di dialogo e di collaborazione: «La Chiesa non vede un contrasto tra l’annuncio del Cristo e il dialogo interreligioso»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 55. | CCC, 856 |
[580] L’attività missionaria, in senso specifico, è rivolta a coloro che ancora ignorano Cristo; mira a diffondere il vangelo e a fondare la comunità cristiana, segno efficace di salvezza. È l’attuazione esemplare e più urgente della missione della Chiesa. Essa ha bisogno di speciali vocazioni di totale consacrazione e deve essere sostenuta dalla cooperazione di tutti i fedeli e di tutte le comunità ecclesiali.
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Comunione missionaria
[565] La dimensione missionaria appartiene all’identità stessa della Chiesa e del cristiano. Ma qual è il senso della missione?
Israele aveva il compito di rivelare nella storia la santità e la presenza salvifica di Dio. La comunità dei discepoli di Gesù ha il compito di annunciare e rendere in qualche modo visibile il regno di Dio, vivendo la nuova giustizia della carità, delineata nel discorso della montagna. È chiamata ad essere unita nell’amore fraterno, «perché il mondo creda» (Gv 17,21): la comunione concretamente sperimentata sarà segno trasparente di Dio e con il suo fascino attirerà gli uomini a lui
La Chiesa «riceve la missione di annunciare il regno di Dio e di Cristo e di instaurarlo fra tutte le genti; di questo regno essa costituisce sulla terra il germe e l’inizio»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 5. | |
[566]
Il regno di Dio è carità. La carità è l’energia e il contenuto centrale dell’evangelizzazione. Tutto si concentra nel vangelo della carità: la Pasqua di Cristo, vertice della rivelazione, è evento di carità; Dio è mistero trinitario di carità; la Chiesa è comunione di carità, raccolta intorno all’eucaristia; la vita cristiana è vocazione alla perfezione della carità; la mèta definitiva è beatitudine dell’intimità immediata con Dio nella carità. Perciò anche la missione, in definitiva, non è altro che il dilatarsi della carità: da Dio a noi, da noi agli altri, attraverso parole e opere. Vivere in comunione con Dio-Amore significa amare con lui tutti gli uomini e impegnarsi perché tutti entrino consapevolmente e pienamente nella sua amicizia. «La comunione rappresenta la sorgente e insieme il frutto della missione: la comunione è missionaria e la missione è per la comunione»
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 32.
La Chiesa dunque «è inviata da Cristo a rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le genti»
Concilio Vaticano II, Ad gentes, 10. | |
La via mistica della missione
[567]
La carità è anche la via privilegiata dell’evangelizzazione. A volte è una via che rimane nascosta. In forza della carità, la liturgia, la preghiera, la contemplazione, l’umiltà e la sofferenza hanno un potere di intercessione presso Dio e quindi una misteriosa efficacia missionaria. Per questo santa Teresa di Gesù Bambino, nella clausura del suo monastero, ha meritato di diventare la patrona delle missioni. Soprattutto è fecondo il sacrificio della vita: «Diventiamo più numerosi tutte le volte che siamo mietuti; è un seme il sangue dei cristiani»
Tertulliano, Apologetico, 50, 13. | |
La via della testimonianza
[568]
La via della carità ha anche un’efficacia verificabile, quella della testimonianza: «Si è missionari prima di tutto per ciò che si è, come Chiesa che vive profondamente l’unità dell’amore, prima di esserlo per ciò che si dice o si fa»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 23. | |
[569]
Interpella le coscienze con particolare efficacia l’amore preferenziale per i poveri, che, mentre contraddice l’egoismo radicato nell’uomo e le discriminazioni presenti nella società, si fa espressione di una benevolenza diversa, quella di Dio, gratuita e rivolta a tutti. Per questo l’azione caritativa ha sempre avuto grande rilievo nella vita e nella missione della Chiesa. Già la comunità di Gerusalemme aveva un’assistenza organizzata per i bisognosi
Cf. San Cornelio papa, Lettera a Fabio di Antiochia (in Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, 6, 43, 11. | |
[570]
A partire dall’attenzione preferenziale ai poveri, la carità evangelica è criterio ed energia per la «trasformazione del mondo»
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 38. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 42. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 43. | |
La via dell’annuncio
[571]
La presenza operosa non basta. La testimonianza cristiana include la professione pubblica della fede
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium,11. Cf. Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 6. L’annuncio deve essere coraggioso e franco, ma anche umile: la verità, che abbiamo ricevuto in dono, non è un vanto per noi; è una responsabilità. L’amore per gli interlocutori esige che si rispetti la loro libertà e si tenga conto della loro situazione esistenziale, sociale e culturale, del loro linguaggio, delle loro aspirazioni, dei loro valori etici e religiosi.
Intercessione, testimonianza e annuncio sono le vie della missione, per le quali devono incamminarsi i singoli cristiani, le famiglie e le comunità. Un radicale cambiamento di mentalità e una profonda revisione pastorale occorrono oggi per dare slancio alla missione universale.
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[572] La missione della Chiesa è evangelizzare, cioè annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio, che si rivela e si dona in Cristo per la salvezza di tutti gli uomini. Le vie della missione sono la preghiera, avvalorata dal sacrificio, la testimonianza dell’amore reciproco e del servizio ai poveri e alla società, l’annuncio esplicito del vangelo.
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Nuova nascita
[673]
L’inserimento in Cristo e nella Chiesa, attuato dallo Spirito Santo, implica un profondo rinnovamento interiore
Cf. Concilio di Firenze, Bolla di unione degli Armeni “Exsultate Deo” - DS 1316. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 47. | CdA, 399 CONFRONTAVAI CdA 808 CONFRONTAVAI CdA 827-828 CONFRONTAVAI |
Il motivo fondamentale
[574] La sua urgenza deriva dalla sua finalità: rendere visibilmente presente in un ambiente umano il mistero della Chiesa, germe e strumento di salvezza, portando il vangelo e fondando Chiese particolari.
«Dire che tutta la Chiesa è missionaria non esclude che esista una specifica missione per i non cristiani»; analogamente «dire che tutti i cattolici debbono essere missionari non esclude, anzi richiede che ci siano missionari per i non cristiani e a vita per vocazione specifica»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 32. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 65. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 77. Ma perché si deve fare attività missionaria verso i non cristiani? Non possono salvarsi anche seguendo un’altra religione? Non bisogna rispettare la loro coscienza e la loro identità storica? Sono domande che molti oggi pongono.
| CCC, 851 |
La salvezza dei non cristiani
[575]
Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati» per mezzo di un solo «mediatore..., l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1Tm 2,4-6). A lui con il dono dello Spirito Santo associa la Chiesa «come strumento di redenzione per tutti»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 9. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 18. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 10.
Tutti gli uomini dunque con modalità diverse entrano in rapporto con la Chiesa: i cattolici sono «pienamente incorporati», mentre i catecumeni sono congiunti dal «desiderio esplicito»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 15. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16. San Cipriano di Cartagine, Lettere, 73, 21, 2. Cf. Origene, Omelie su Giosuè, 3, 5. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 14; Id., Ad gentes, 7. | CdA, 24 CONFRONTAVAI CdA 42 CONFRONTAVAI CdA 401 CONFRONTAVAI CdA 582 CONFRONTAVAI CdA 585 CONFRONTAVAI |
Il cristianesimo compimento delle religioni
[576]
Verso Cristo e la sua Chiesa convergono le religioni del mondo, frutto di una ricerca millenaria, che procede «a tentoni» (At 17,27), ma è sostenuta da Dio stesso. Non sono vie di salvezza indipendenti, perché l’unica via è Cristo mediante la Chiesa; ma predispongono ad accogliere la pienezza di Cristo. Insieme a errori e deviazioni, contengono preziose verità, come germi del Verbo divino pronti a ulteriori sviluppi. Le stesse forme di umanesimo non credente presentano valori, che sono «come un dono concesso da colui che illumina ogni uomo, perché abbia finalmente la vita»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 16. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 17; cf. Id., Ad gentes, 9. Concilio Vaticano II, Nostra aetate, 2. Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 24. | CCC, 842-845 |
Proposta, non imposizione
[577]
La Chiesa, da parte sua, abbraccia come Cristo tutti gli uomini, compresi i suoi persecutori, perché «giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio» (1Pt 2,12). Intercede per tutti, offrendo preghiere e sofferenze. Si rivolge ai non cristiani con l’attività missionaria, affermando con coraggio e con chiarezza che Cristo è la rivelazione definitiva di Dio e l’unico Salvatore dell’uomo. Sa di aver ricevuto in dono questa verità, senza alcun merito proprio; ma si sente responsabile di essa e ne custodisce scrupolosamente l’integrità per il bene di tutti
Cf. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 56. | |
[578] È triste ricordare come più volte, in altre epoche, il vangelo sia stato imposto con la forza delle leggi e delle armi. È doloroso che importanti tesori di civiltà siano andati distrutti, presso numerosi popoli, a motivo della colonizzazione culturale, malgrado l’impegno lungimirante di personalità eccezionali, come san Gregorio Magno, Alessandro Valignano, Matteo Ricci e Roberto de’ Nobili. Ciò è avvenuto contro il vangelo stesso e va attribuito sia ai peccati personali sia, ancor più, ai condizionamenti culturali. Sarebbe comunque ingiustificato dedurre dagli abusi del passato l’opportunità di sospendere l’attività missionaria: si è abusato e si abusa continuamente della scienza e della tecnica, eppure nessuno pensa che si debba per questo rinunciare alla ricerca e al progresso.
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Annuncio e dialogo
[579]
L’annuncio di Cristo deve essere fatto in un clima di dialogo e di collaborazione: «La Chiesa non vede un contrasto tra l’annuncio del Cristo e il dialogo interreligioso»
Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 55. | CCC, 856 |
[580] L’attività missionaria, in senso specifico, è rivolta a coloro che ancora ignorano Cristo; mira a diffondere il vangelo e a fondare la comunità cristiana, segno efficace di salvezza. È l’attuazione esemplare e più urgente della missione della Chiesa. Essa ha bisogno di speciali vocazioni di totale consacrazione e deve essere sostenuta dalla cooperazione di tutti i fedeli e di tutte le comunità ecclesiali.
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negli strumenti della comunicazione sociale
[1162] Per quanto riguarda le comunicazioni sociali, i cristiani e le comunità ecclesiali devono innanzitutto essere consapevoli del loro potere, in bene e in male. Stampa, cinema, radio, televisione e altri mezzi audiovisivi ormai non sono più semplici strumenti, ma un ambiente nel quale siamo immersi. Tecnicamente sempre più perfetti, mettono a disposizione una prodigiosa quantità di informazioni, avvicinano persone e popoli quasi fossero un unico villaggio, attivano una continua e rapida trasformazione culturale. Danno ai comunicatori l’immenso potere di condizionare milioni e milioni di recettori e di formare quel fenomeno complesso che è l’opinione pubblica, capace, a prescindere dalla sua fondatezza, di influire pesantemente sulle opinioni individuali.
In tale contesto si insinua facilmente la tentazione di conquistare il consenso della gente e di manipolarlo secondo i propri obiettivi. Anziché far maturare convinzioni razionalmente motivate, si fa leva sugli istinti e sulle emozioni per imporre opinioni e comportamenti. Notizie, persone e modelli di vita si riducono a prodotti da vendere e strumenti di potere. Va in primo piano ciò che eccita e impressiona, non ciò che ha valore. L’informazione indulge all’effimero, al sensazionale, allo scandalistico. Pubblicità e propaganda invadono e ingombrano con le loro ambigue suggestioni gli spazi della vita.
La coerenza cristiana esige che i comunicatori esercitino la loro professione secondo una logica di servizio alla gente e al suo diritto alla verità. Hanno il dovere di non tacere e non deformare i fatti e di evidenziare il punto di vista in base al quale esprimono le loro valutazioni, necessariamente parziali. Non devono rinunciare, per amore del quieto vivere, a esercitare una funzione critica, secondo la loro coscienza. D’altra parte i recettori dovrebbero assumere un atteggiamento vigile di discernimento, pronti anche a far sentire la loro voce attraverso i canali opportuni.
Al potere politico spetta il compito di sostenere la libertà effettiva dei cittadini e dei gruppi sociali in campo culturale. Esso deve tutelare il pluralismo dell’informazione, perché l’opinione pubblica possa formarsi liberamente e documentarsi. Occorre evitare che ristrette oligarchie si spartiscano le agenzie di produzione e di distribuzione; semmai bisogna privilegiare i soggetti sociali senza scopo di lucro.
La comunità cristiana trova nei mezzi di comunicazione uno strumento prezioso per l’evangelizzazione, per la comunicazione intraecclesiale, per la giusta risonanza da dare alle esperienze umanamente positive. Il giornalismo cattolico è chiamato a mettere la sua competenza professionale soprattutto a servizio dei testimoni e dei fatti significativi della vita. La “buona notizia” passa attraverso la diffusione della conoscenza del bene e attraverso la formazione di coscienze libere e responsabili.
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