CATECHISMO DEGLI ADULTI
Giudizio di Dio e autogiudizio
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Solo nella comunione con Cristo la vita è autentica; su di lui si misura ciò che vale e ciò che non vale. Le cose terrene, cercate in modo disordinato e con tanta fatica, riveleranno la loro inconsistenza, come pula o fumo portati dal vento, come traccia lasciata da una nave sul mare o da una freccia nell’aria
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CATECHISMO DEGLI ADULTI
928
Il peccato mortale
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La fede ci rivela la malizia profonda del peccato. Esso è infedeltà all’alleanza, rifiuto dell’amore di Dio, ingratitudine, idolatria. Gli uomini non accolgono la propria esistenza come un dono, non rendono grazie al loro Creatore e Padre
«Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua» (Ger 2,13). Il danno ricade sui peccatori: «Forse costoro offendono me - oracolo del Signore - o non piuttosto se stessi?» (Ger 7,19). Perdendo la comunione con Dio, l’uomo si mette in contraddizione con la propria tendenza originaria al bene, subisce la ribellione delle passioni e l’oscuramento della coscienza, deforma il modo di rapportarsi agli altri e alle cose, produce conflittualità sociale e strutture di peccato, che a loro volta opprimono le persone e ostacolano il loro sviluppo. Se lo stato di separazione da Dio non viene ritrattato con la conversione, conduce alla perdizione eterna.
Devastando l’uomo, il peccato ferisce anche Dio: «Dio viene offeso da noi in quanto operiamo contro il nostro proprio bene»
San Tommaso d’Aquino, Somma contro i gentili, III, 122. |