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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Il Padre
[328]  Gesù, pur nella continuità con l’Antico Testamento, ci dà un’immagine di Dio assolutamente nuova. Egli solo conosce il Padre nella sua identità più vera; egli solo lo può rivelare
nota
Cf. Mt 11,27.
. Lo scopo supremo della sua missione è far conoscere agli uomini il suo nome, glorificarlo
nota
Cf. Gv 17,4-6.
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CdA, 821-825
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
821 - 825

Rivolti alla meta
[821]  Il Signore Gesù ha detto: «Io sono la via» 21-408.png(Gv 14,6); «Io sono la porta» (Gv 10,7). La meta alla quale conduce, la dimora in cui fa entrare è il Padre
nota
Cf. Gv 14,2-6.
. «La porta è il Figlio... la chiave della porta è lo Spirito Santo... la casa è il Padre... Se la chiave non apre..., la porta non viene aperta; ma se la porta non si apre, nessuno entra nella casa del Padre»
nota
San Simeone Nuovo Teologo,Catechesi, 33, 96-106.
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I cristiani, «mossi» dallo Spirito Santo, «seguono Cristo povero, umile e carico della croce», obbedendo a Dio Padre, «che adorano in spirito e verità»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 41.
. La loro esistenza è camminare secondo lo Spirito, seguire Cristo, andare al Padre: «Coloro che hanno ricevuto e portano lo Spirito di Dio vengono condotti al Verbo, cioè al Figlio, e il Figlio li accoglie e li presenta al Padre, e il Padre dona loro l’incorruttibilità»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Esposizione della predicazione apostolica, 7.
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CdA, 328-334
CONFRONTAVAI
Come figli amati
[822]  La Pasqua di Gesù è stata un passaggio «da questo mondo al Padre» (Gv 13,1); tutta la sua vita terrena è stata un anelito verso il Padre, nella lode, nella gratitudine, nell’obbedienza filiale. In questo continuo esodo si è espresso lo slancio eterno, con cui il Figlio da sempre è rivolto verso il Padre
nota
Cf. Gv 1,1-218.
. I suoi seguaci ricevono lo Spirito per poter partecipare alla sua vita filiale. Sono consapevoli di essere amati come è amato il Figlio unigenito
nota
Cf. Gv 17,23.
e di essere rigenerati a sua immagine in virtù dello Spirito.
Accettando sé e gli altri
[823]  A ciascuno di loro, come a Gesù, il Padre ha detto nel battesimo «Tu sei il mio figlio» (Lc 3,22). In ciascuno ha posto una meravigliosa possibilità di vita e null’altro vuole se non che cresca. Accompagna con premura paterna ogni umana avventura, anche la più umile e nascosta. Veglia perché tutto, anche il male e la sofferenza, possa concorrere al bene dei suoi figli
nota
Cf. Rm 8,28.
. Dobbiamo dunque accettare noi stessi, accogliere la nostra esistenza come un germoglio carico di promesse, quali che siano i nostri limiti: «Niente ti turbi, niente ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla. Dio solo basta»
nota
Santa Teresa d’Avila, Poesie, 9.
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CdA, 169-170
CONFRONTAVAI
[824] Il comune Padre ci costituisce fratelli e ci affida gli uni agli altri, intrecciando le singole esistenze nel tessuto di una storia comune. Siamo dunque chiamati ad accogliere gli altri come fratelli, senza discriminare nessuno, ad accettarli così come sono, aiutandoli a valorizzare la loro possibilità di crescita umana e cristiana.
Grati e obbedienti
[825]  Il Padre è assolutamente disinteressato. Gli sta a cuore unicamente la nostra riuscita, la nostra salvezza. Dobbiamo allora cercare, amare e compiere la sua volontà in ogni cosa, come Gesù: «Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio» (1Cor 10,31). Dio è glorificato quando riceviamo i suoi doni con commosso stupore davanti alla ricchezza inesauribile del suo amore gratuito e misericordioso.