CATECHISMO DEGLI ADULTI
Accettando sé e gli altri
[823]
A ciascuno di loro, come a Gesù, il Padre ha detto nel battesimo «Tu sei il mio figlio» (Lc 3,22). In ciascuno ha posto una meravigliosa possibilità di vita e null’altro vuole se non che cresca. Accompagna con premura paterna ogni umana avventura, anche la più umile e nascosta. Veglia perché tutto, anche il male e la sofferenza, possa concorrere al bene dei suoi figli
Santa Teresa d’Avila, Poesie, 9. | CdA, 169-170 CONFRONTAVAI |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
169 - 170
Paternità universale [169]
Gesù sa di essere Figlio in senso unico; non si confonde mai con gli uomini nel suo rapporto verso Dio. Parlando con i discepoli, distingue accuratamente il «Padre mio» (Mt 7,21) da il «Padre vostro» (Mt 7,11), perché Dio non è per lui Padre allo stesso modo che per i discepoli.
Eppure il regno di Dio, che in Gesù si manifesta, è la vicinanza misericordiosa e la paternità di Dio nei confronti di tutti gli uomini. Dio vuole essere “Abbà” anche nei nostri confronti; vuole che ci avviciniamo a lui con lo stesso atteggiamento filiale, la stessa libertà audace e fiducia sicura di Gesù. Lo comprenderà bene l’apostolo Paolo: «Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”» (Rm 8,15).
Gesù da parte sua cerca in tutti i modi di risvegliare il sentimento vivo della paternità e della tenerezza di Dio. Gli uomini devono convincersi che sono amati dall’eternità e chiamati per nome; che non sono nati per caso, e non sono mai soli nella vita e nella morte. Possono non amare Dio, ma non possono impedire a lui di amarli per primo. Il figlio prodigo, nel suo folle capriccio, può volgere le spalle e fuggire di casa, per andare a sperperare i beni ricevuti; ma il Padre misericordioso aspetta con ansia il suo ritorno; gli corre incontro, lo abbraccia commosso e fa grande festa | CdA, 823-825 CONFRONTAVAI |