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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Chiesa in cammino, nella purificazione e nella gloria
[753] Nella preghiera eucaristica si fa menzione del papa e del vescovo, dei presenti e degli assenti, dei santi e dei defunti. In molte chiese, popolate di immagini sacre, arcane presenze sembrano aggiungersi all’assemblea dei fedeli. La comunione di carità in Cristo supera ogni barriera, anche quella della morte.
«Alcuni tra i suoi discepoli sono ancora in cammino sulla terra, altri hanno lasciato questa vita e sono sottoposti a purificazione, altri infine godono la gloria del cielo contemplando chiaramente Dio stesso uno e trino così come egli è; tutti però, in gradi e modi diversi, comunichiamo nella stessa carità verso Dio e verso il prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria. Infatti coloro che sono di Cristo e ne possiedono lo Spirito, formano insieme una sola Chiesa e in lui sono congiunti gli uni agli altri. L’unione quindi di quelli che sono ancora in cammino con i fratelli che sono morti nella pace di Cristo non viene interrotta, ma, come crede da sempre la Chiesa, viene invece consolidata dalla comunicazione nei beni spirituali»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 49.
.
La Chiesa, nella triplice condizione di cammino storico, di purificazione ultraterrena e di gloria celeste, è una sola grande famiglia, con un’intensa comunicazione di beni.
Noi pellegrini sulla terra veneriamo i santi del cielo, invochiamo la loro intercessione, imitiamo il loro esempio. Aiutiamo i defunti bisognosi di purificazione con la preghiera di suffragio e con il nostro impegno di conversione e di carità.
Da parte loro i giusti, morti in pace con Cristo, sono diventati più vicini a Dio e quindi anche a noi; operano nella storia con maggiore efficacia di quando erano sulla terra, a somiglianza del Signore Gesù che ha dispiegato la sua potenza salvifica soprattutto dopo la sua morte e risurrezione. La loro carità è più perfetta di prima e li spinge a partecipare intensamente alla fatica dei vivi e a intercedere per loro presso Dio.
CdA, 973
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
973

Immagini sacre
[973]  «Del Dio invisibile non fare nessuna immagine; ma quando tu vedi l’incorporeo divenuto uomo, fa l’immagine della forma umana; quando l’invisibile diventa visibile nella carne, dipingi la somiglianza dell’invisibile»
nota
San Giovanni Damasceno, Difesa delle immagini sacre, 1, 16.
. Dio è mistero invisibile. Direttamente in se stesso non è rappresentabile, ma si è reso visibile nel suo Figlio fatto uomo
nota
Cf. Gv 14,9.
. Il Cristo a sua volta riflette la sua perfezione su Maria, gli angeli e i santi, su ogni uomo e sull’intero mondo creato. Così dall’unica perfetta immagine derivano altre immagini viventi. Infine un’ulteriore derivazione sono da considerare le opere d’arte dipinte o scolpite, come una figura riflessa nello specchio. Le immagini artistiche rimandano dunque alle persone, a Cristo e quindi al mistero di Dio. La loro contemplazione non solo facilita la conoscenza, ma ravviva una comunione vitale, realizza un incontro, irradia una presenza. La loro mediazione non è solo didattica, ma anche cultuale. Si rivela particolarmente valida in una civiltà delle immagini, qual è la nostra. Ci dona un aiuto prezioso per pregare e ci invita a scoprire il volto di Dio negli uomini, nostri compagni di viaggio.
CCC, 1159-1162CdA, 753
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