CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
1157 Il canto e la musica svolgono la loro funzione di segni in una maniera tanto più significativa « quanto più sono strettamente uniti all’azione liturgica »,
(90) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 112: AAS 56 (1964) 128. (91) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 112: AAS 56 (1964) 128.
« Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua Chiesa! Una commozione violenta: quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità, eccitandovi un caldo sentimento di pietà. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene ».
(92)
Sant’Agostino,
Confessiones
, 9, 6, 14: CCL 27, 141 (PL 32, 769-770).
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CATECHISMO DEGLI ADULTI
972
Si prega anche con il corpo
[972]
La preghiera cristiana è un dialogo a più voci, che ha l’ultimo riferimento in Dio Padre. A questo dialogo il credente non partecipa solo con la mente, ma con tutta la persona: intelligenza, volontà, affettività, corporeità. La preghiera nasce dal cuore, ma coinvolge anche il corpo. Gesù stesso prega a voce alta
Le parole spontanee, le formule, i testi sacri hanno evidentemente un grande rilievo. Entrano nella stessa orazione mentale. Perfino nella contemplazione una parola ripetuta serve a tenere desto l’amore.
La musica e il canto fanno vibrare intensamente le segrete profondità del cuore. Per questo in connessione con la liturgia si è formato un patrimonio immenso e meraviglioso di creazioni musicali.
I gesti sono simboli di atteggiamenti spirituali. Variano da una cultura all’altra, anzi da un’assemblea all’altra. I più comuni sono: le posizioni del corpo in piedi, seduto, in ginocchio, prostrato a terra; il movimento delle mani, il cammino processionale, la danza. Devono essere fatti con dignità, espressività e devozione.
Infine svolgono una funzione simbolica i luoghi, gli edifici sacri, l’arredamento, le immagini.
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