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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

[1089]  Di fatto Gesù di Nàzaret, mentre rivela la paternità di Dio, promuove una giustizia più perfetta, che implica fedeltà, sincerità, amore preferenziale per i poveri, riconciliazione con i nemici
nota
Cf. Mt 5,20-48.
; immette nella convivenza umana lo spirito delle beatitudini, che rende umili, miti, misericordiosi e operatori di pace
nota
Cf. Mt 5,3-10.
. La comunione con lui costruisce una nuova solidarietà tra gli uomini, abolisce le discriminazioni della società: «Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28)
Il regno di Dio, pur non essendo di questo mondo, opera in questo mondo. La salvezza messianica si compie nell’eternità, ma comincia nella storia e si manifesta restituendo autenticità e bellezza a ogni dimensione della vita, quella sociale compresa. La Chiesa fin dalle origini è consapevole di aver ricevuto un messaggio che ha rilevanza anche per la società.
CdA, 130
CONFRONTAVAI
CdA 133
CONFRONTAVAI
CdA 155
CONFRONTAVAI
CdA 856-864
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
856 - 864

Esperienza pasquale
[856]  Questa gioia, che può coesistere anche con la sofferenza, è partecipazione del cristiano alla Pasqua di Cristo: «Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2Cor 1,5); «Abbiamo questo tesoro in vasi di creta... portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo» (2Cor 4,710). Viene così sperimentata nella propria esistenza la conformazione a Cristo morto e risorto, operata dal battesimo e dall’eucaristia.
La via cristiana alla felicità si delinea con particolare nitidezza nella redazione delle beatitudini secondo Matteo, più precisamente nella prima parte di ognuna di esse.
Un commento alle beatitudini
[857]  «Beati i poveri in spirito» (Mt 5,3), cioè gli umili di cuore. I Padri della Chiesa di solito interpretano la povertà in spirito come umiltà: «Aggiunse “in spirito”, perché si intendesse l’umiltà, non la penuria»
nota
San Girolamo, Commento al Vangelo di Matteo, 1, 5.
. Abbastanza spesso però vi includono anche il distacco interiore dalla ricchezza e la povertà volontaria: «Non si tratta di poveri in rapporto alla ricchezza, ma di coloro che hanno scelto la povertà interiormente»
nota
San Basilio di Cesarea, Commento ai Salmi, 33, 7, 11.
. Si tratta sostanzialmente di un atteggiamento di abbandono fiducioso in Dio, che implica libertà da se stessi e dalle cose, solidarietà con i poveri. Gli umili sono felici dei beni che ricevono e più ancora di riceverli da Dio. Si accettano come sono, lieti anche della loro debolezza, che consente alla forza di Dio di manifestarsi. Non si deprimono nelle difficoltà. Sanno valorizzare tutte le possibilità di bene. Non si lasciano possedere dalle cose: «Ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco» (Fil 4,12). Tuttavia sanno che una certa disponibilità di beni materiali è necessaria alla crescita della persona umana; quindi, per amore dei fratelli, lottano contro la miseria e l’ingiustizia. In tutto il loro comportamento seguono Cristo, il quale per salvarci, «da ricco che era, si è fatto povero» (2Cor 8,9), si è svuotato di se stesso per obbedire in ogni cosa al disegno del Padre
nota
Cf. Fil 2,7.
.
[858]  «Beati gli afflitti» (Mt 5,4). Sono quelli che si addolorano per il male che è nel mondo, come Gesù piange su Gerusalemme. Essi anelano a un mondo nuovo. Espiano i propri peccati e riparano quelli degli altri. Portano la croce dietro a Gesù. Dio li consola in ogni tribolazione e li rende capaci di consolare gli altri
nota
Cf. 2Cor 1,3-5.
.
[859]  «Beati i miti» (Mt 5,5). Beati coloro che sono umili, pazienti e miti. Chi è umile davanti a Dio è mite, rispettoso e condiscendente con il prossimo. Non avanza pretese eccessive. È comprensivo, affabile, umano, non violento. Rinuncia a primeggiare sugli altri. A volte è capace perfino di rinunciare alla difesa dei propri diritti e alla propria giustificazione di fronte a ingiuste accuse. Segue Gesù «mite e umile di cuore» (Mt 11,29) e come lui conquista il mondo con la forza della sua umanità e carità.
[860]  «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia» (Mt 5,6), quanti seriamente e appassionatamente desiderano attuare nella propria vita la nuova giustizia evangelica
nota
Cf. Mt 5,20.
. Non si adagiano nella verità che possiedono, nella virtù che praticano. Cercano di crescere, per essere perfetti a somiglianza del Padre celeste
nota
Cf. Mt 5,48.
. In questo modo seguono Gesù che ha compiuto «ogni giustizia» (Mt 3,15).
[861]  «Beati i misericordiosi» (Mt 5,7), coloro che sanno perdonare
nota
Cf. Mt 6,12.
e compiono opere di misericordia verso il prossimo che si trova in difficoltà. Imitano Gesù che incarna la misericordia del Padre
nota
Cf. Mt 9,13.
.
[862]  «Beati i puri di cuore» (Mt 5,8). Sono le persone rette di cuore. Consapevoli del profondo disordine che si radica nel cuore dell’uomo, vigilano su se stessi e si purificano incessantemente. Sono leali con Dio e sinceri nel cercare la sua volontà; sono schietti e franchi con gli altri, come Gesù
nota
Cf. Mt 22,16.
.
[863]  «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9), coloro che per amore progettano e costruiscono rapporti giusti. Si impegnano a creare una convivenza armoniosa, in cui sia rispettata la dignità di ogni persona e l’originalità di ogni gruppo sociale. Promuovono per tutti il benessere materiale e spirituale, temporale ed eterno. Partecipano così alla missione di Gesù, che porta agli uomini la pienezza della vita, la vera pace.
[864]  «Beati i perseguitati per causa della giustizia» (Mt 5,10). Si tratta di chi subisce insulti, discriminazioni e violenze a motivo della nuova giustizia evangelica, e quindi a motivo della sua identità cristiana: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia» (Mt 5,11). L’amore appassionato per Cristo e il fascino del suo vangelo danno il coraggio, e anche la gioia, di affrontare le prove, quotidiane o eccezionali che siano, nella consapevolezza di seguire più da vicino il Maestro, ingiustamente perseguitato.