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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

[338]  Il suo compito è quello di introdurci nella comunione con Dio. Per mezzo di lui l’amore di Dio viene riversato nei nostri cuori e il Padre e il Figlio prendono dimora in noi. Per mezzo di lui noi diventiamo fratelli di Cristo, a lui uniti come suo corpo, partecipi del suo rapporto filiale verso il Padre, capaci di condividere la sua carità verso tutti, coeredi della sua gloria. Il dono dello Spirito compendia la realtà della nuova alleanza e della salvezza.
CdA, 743
CONFRONTAVAI
CdA 810-814
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
810 - 814

Vita spirituale
[810]  L’uomo nuovo nasce e si sviluppa nella comunione con Dio, uno e 21-405.pngtrino. Per vivere consapevolmente questa sua condizione, occorre che stabilisca un rapporto non solo genericamente con Dio, ma propriamente con ciascuna delle Persone divine, pur nell’unità con le altre.
Così l’esistenza cristiana diviene «vita spirituale, ossia vita animata e guidata dallo Spirito verso la santità o perfezione della carità»
nota
Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, 19.
, un vivere o camminare secondo lo Spirito. Sant’Ireneo di Lione ha questa incisiva espressione: «Tutti coloro che temono Dio, credono nella venuta del suo Figlio e per mezzo della fede ospitano nei loro cuori lo Spirito di Dio, meritano di essere chiamati puri, spirituali e viventi per Dio, perché hanno lo Spirito del Padre, che purifica l’uomo e lo eleva alla vita di Dio»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 5, 9, 2.
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CCC, 1997-1999CdA, 338
CONFRONTAVAI
[811]  Gli effetti sono sorprendenti. Lo Spirito fa riconoscere Gesù come Signore
nota
Cf. 1Cor 12,3.
. Ci unisce e ci assimila a Cristo: lo forma in noi
nota
Cf. Gal 4,19.
. Ci fa partecipare alla sua vita filiale e ci fa dire con lui: «Abbà, Padre!» (Rm 8,15)
nota
Cf. Gal 4,4-7.
. «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio» (Rm 8,14). Coloro che accolgono la carità di Dio, si amano anche gli uni gli altri; anzi aprono il cuore a tutti gli uomini.
Cooperare con la grazia
[812]  Lo Spirito rende giusto l’uomo peccatore; anima e sostiene interiormente l’uomo nuovo. Accompagna il nostro cammino di santificazione dal principio alla fine: prepara la nostra giustificazione, la realizza, la mantiene, la perfeziona fino alla gloria celeste. Agisce nell’intimo con le sue mozioni, tradizionalmente dette “grazie attuali”: illumina l’intelligenza, attrae le tendenze spontanee, opera il bene insieme con noi, dà gioia e pace. I nostri buoni comportamenti sono i suoi frutti
nota
Cf. Gal 5,22.
. Il nostro agire virtuoso non è solo nostro; «è Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
CCC, 2000-2005
[813]  Tuttavia siamo liberi e responsabili: ciascuno riceverà «la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male» (2Cor 5,10). La priorità dunque appartiene alla grazia; siamo noi però che crediamo, amiamo e operiamo in una personale vicenda storica. Lo Spirito sostiene il cammino, ma è l’uomo che cammina. La nostra libertà non è meno autentica per il fatto che ci è donata: «Siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo» (Ef 2,10).
Noi cooperiamo con la grazia e ci disponiamo ad accoglierla ancora fino al compimento ultimo della vita eterna. Rimane però esclusa ogni possibilità di vanto. Si acquistano meriti davanti a Dio accogliendo i suoi doni, in modo da essere preparati a riceverne altri. I nostri meriti sono suoi doni e la ricompensa della vita eterna è il dono supremo
nota
Cf. Concilio di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, 16; Can. 24; 26; 32 - DS 1548; 1574; 1576; 1582.
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Umiltà, docilità e fiducia
[814]  Se vivere da figli di Dio è cooperare con lo Spirito, la nostra attenzione a lui si sostanzia di umiltà, docilità e fiducia. Umili, perché senza di lui «niente è nell’uomo, niente senza colpa»
nota
Cf. Messale Romano, Solennità di Pentecoste, Sequenza.
; docili, perché è lui che conosce i «benevoli disegni» (Fil 2,13) del Padre; fiduciosi, anzi audaci, perché possiamo confidare in una riserva infinita di energia: «L’umile trova tutto il coraggio nella sua incapacità: più si sente debole e più diventa intraprendente, perché tutta la sua fiducia è riposta in Dio, che si compiace di manifestare la sua potenza nella nostra debolezza»
nota
San Francesco di Sales, Introduzione alla vita devota, 3, 5.
. Credere nello Spirito è credere nella sua inesauribile creatività e nelle possibilità del nostro futuro.
CCC, 2006-2011