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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

  1165 Quando la Chiesa celebra il mistero di Cristo, una parola scandisce la sua preghiera: « Oggi! », come eco della preghiera che le ha insegnato il suo Signore
nota
(102) Cf .
e dell’invito dello Spirito Santo.
nota
(103) Cf .
Questo « oggi » del Dio vivente in cui l’uomo è chiamato ad entrare è l’« Ora » della pasqua di Gesù, che attraversa tutta la storia e ne è il cardine:
« La vita si è posata su tutti gli esseri e tutti sono investiti da una grande luce; l’Oriente degli orienti ha invaso l’universo, e colui che era prima della stella del mattino e prima degli astri, immortale e immenso, il grande Cristo, brilla su tutti gli esseri più del sole. Perciò, per noi che crediamo in lui, sorge un giorno di luce, lungo, eterno, che non si spegnerà più: la Pasqua mistica ».
nota
(104) Pseudo-Ippolito Romano, In sanctum Pascha , 1, 1-2: Studia patristica mediolanensia 15, 230-232 (PG 59, 755).
CdA 653-662
CONFRONTAVAI
Mt 6,11Eb 3,74,11Sal 95,8
CATECHISMO DEGLI ADULTI
653 - 662

Chi celebra
[653] La liturgia è innanzitutto azione di Cristo, eterno sacerdote; ma è anche celebrazione della Chiesa, intimamente associata a lui nel santificare gli uomini e nel lodare il Padre. In quanto azione di Cristo, la liturgia è una e perfetta; in quanto attività della Chiesa, immersa nella storia, varia secondo le tradizioni culturali, la formazione spirituale e la sensibilità pastorale delle concrete comunità cristiane e dei loro ministri.
[654] Il soggetto che celebra il culto liturgico è sempre la Chiesa universale, unita a Cristo. Ma essa si esprime visibilmente attraverso assemblee e singole persone che la rappresentano legittimamente.
Si può trattare dell’assemblea eucaristica presieduta dal vescovo o dal parroco, della comunità monastica o del gruppo di fedeli riunito per la liturgia delle ore, del sacerdote che da solo celebra la Messa o la liturgia delle ore. Ovviamente è da preferire, ogni volta che i riti lo comportano, una celebrazione comunitaria, che esprime con più verità e pienezza la Chiesa
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 27.
. Anzi bisogna promuovere la «piena, consapevole e attiva partecipazione»
nota
Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 14.
di tutti. Anche da un punto di vista umano, celebrare conviene eminentemente alla comunità che si raduna.
Come celebra
[655] Nella celebrazione il popolo di Dio, attraverso la mediazione dei segni, ricorda e attualizza il mistero pasquale, per lodare il Signore e accrescere la comunione con lui.
I riti devono essere capaci di attirare e coinvolgere la comunità. Devono parlare da soli, senza eccessive spiegazioni. Ripetitività e creatività sono ambedue importanti: bisogna contemperarle con saggezza. I gesti devono essere veri, concreti, espressivi, non estenuati e ridotti al minimo. Occorre una sapiente regia, per dare massimo risalto al rito essenziale, rendere nitidi anche i riti sussidiari, che illustrano i vari aspetti della grazia, coordinare e finalizzare a un significato fondamentale tutti gli elementi: di parola (monizioni, omelia), di musica (canti e suoni), di ambientazione (luci, fiori, immagini). Il sacerdote che presiede non deve accentrare tutti i compiti; deve anzi valorizzare l’apporto di vari ministri: lettori capaci di dare voce persuasiva alla parola, cantori ben integrati nell’azione rituale, accoliti e ministranti per il servizio dell’altare, incaricati per l’accoglienza, volontari per accompagnare anziani e disabili... Tutto deve procedere con ordine e tranquillità. È perciò indispensabile un’accurata preparazione con un’attenta individuazione e concertazione degli interventi.
Dove celebra
[656]  Per radunarsi la comunità ha bisogno di una casa, concepita non 15-312.pngalla maniera del tempio pagano come un’abitazione riservata alla divinità e alla sua immagine, ma come il luogo dell’assemblea e dell’incontro con Dio. Essa diventa il simbolo della comunità stessa; ne esprime la fede, i valori culturali, la storia, le speranze, un po’ come una casa privata custodisce le memorie e gli affetti di famiglia.
Lo spazio deve essere configurato in modo da favorire lo svolgimento delle varie celebrazioni liturgiche e la preghiera personale. L’altare, mensa per l’eucaristia e simbolo di Cristo, occupa il centro visivo. L’ambone, tribuna riservata esclusivamente alla proclamazione della Parola e alla predicazione, si colloca opportunamente tra l’altare e l’assemblea. La sede della presidenza trova posizione nel presbiterio. Il fonte battesimale conviene sia posto vicino all’ingresso. La sede della riconciliazione deve essere decorosa e ben visibile, idonea per il dialogo riservato, la lettura della Parola e l’imposizione delle mani. Il tabernacolo, dove si conserva l’eucaristia dopo la Messa, deve essere degno e sicuro, possibilmente situato in una cappella adatta all’adorazione, aperta sull’ambiente maggiore dell’assemblea. Tutti questi elementi devono essere correlati tra loro; possono anche essere arricchiti di immagini, che esprimano la fede e siano strumenti di catechesi per il popolo cristiano. Lo spazio principale deve poi collegarsi ad altri spazi complementari: il sagrato, la sacrestia, le sale per attività pastorali...
Quando celebra
[657] Ancor più che al luogo, la celebrazione è legata al tempo. Per coltivare le memorie e i valori, gli uomini hanno bisogno di ritmi cronologici regolari. La Chiesa scandisce i giorni dell’anno e le ore del giorno celebrando il mistero di Cristo nei suoi vari momenti e aspetti.
La domenica
[658]  La domenica è il giorno del Signore risorto, la Pasqua settimanale
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 106.
. Da sempre caratterizza la vita di ogni comunità e di ogni vero credente: «È il giorno del cristiano, il nostro giorno»
nota
San Girolamo, Omelia per la domenica di Pasqua.
. Ci riuniamo in assemblea per incontrare il Crocifisso risorto, per ascoltarne la parola, per attuare la comunione con lui nell’eucaristia. Facciamo festa; ci riposiamo dal lavoro; ci dedichiamo alla famiglia, agli amici, alla contemplazione, alle opere di carità, al gioco, al contatto con la natura. Questi valori sono tutelati dal comandamento di Dio e dalle leggi della Chiesa
nota
Cf. Codice di diritto canonico, 1247; 1248.
. Pregustiamo così l’ottavo giorno fuori del tempo, «la pace senza sera»
nota
Sant’Agostino, Confessioni, 13, 35, 50.
, l’armonia perfetta del regno di Dio, e diamo significato anche ai giorni feriali della fatica. Purtroppo per molti, anche cristiani, la Pasqua settimanale si riduce a un fine settimana: consumista, nervoso e vuoto.
CCC, 2174-2188CdA, 883
CONFRONTAVAI
CdA 1118
CONFRONTAVAI
L’anno liturgico
[659]  Dalla domenica si è sviluppato l’anno liturgico, esplicitando i 15-313.pngprincipali aspetti e momenti del mistero di salvezza. Sul tempo ordinario delle normali domeniche, gradualmente sono emerse le solennità e i “tempi forti”. Per prima è stata accentuata la domenica che segue il plenilunio dopo l’equinozio di primavera ed è diventata la Pasqua annuale, la festa delle feste. Presto la Pasqua si è allargata al Triduo pasquale. Successivamente si è prolungata nei cinquanta giorni del tempo pasquale fino alla Pentecoste ed ha avuto una preparazione nel tempo di Quaresima. Infine, a somiglianza del ciclo di Pasqua, si è formato quello natalizio intorno alla festa di Natale, con l’Avvento come preparazione. In questo percorso annuale sono state inserite le feste della Vergine Maria e dei santi, per proclamare «le opere meravigliose di Cristo nei suoi servi»
nota
Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 111.
, il mistero pasquale realizzato in loro
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 104.
.
Ogni eucaristia contiene il «mistero della fede»
nota
Messale Romano, Preghiera eucaristica.
, cioè tutto il mistero di Cristo celebrato nell’anno liturgico; ma noi abbiamo bisogno di contemplare uno per volta i singoli avvenimenti, per accogliere meglio la grazia presente in ciascuno di essi e compiere un cammino progressivo di fede.
Liturgia delle ore
[660]  Come il ciclo annuale, così il corso del giorno e della notte è santificato dalla preghiera, che la Chiesa, unita a Cristo, eleva al Padre nello Spirito. È la “liturgia delle ore”, preghiera di lode e di intercessione per la salvezza del mondo, eco sulla terra del canto celeste
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 83-85.
. È una concreta risposta all’invito di Gesù a «pregare sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1), ad elevare a Dio la nostra voce «giorno e notte» (Lc 18,7).
Le benedizioni
[661]  Tutte le circostanze concrete della vita vengono santificate dalla liturgia. A imitazione dei sacramenti, la Chiesa ha istituito i sacramentali
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 60.
, benedizioni che si applicano alle più diverse situazioni. Tra essi vanno ricordati anzitutto la dedicazione di una chiesa e la professione dei voti nella vita consacrata. Troviamo poi benedizioni rivolte alle persone - come i missionari, i catechisti, le famiglie, i bambini, gli infermi -, ai vari luoghi della vita e del lavoro dell’uomo, ai frutti della terra, alla mensa, agli arredi e suppellettili della liturgia e della pietà popolare.
A somiglianza della preghiera eucaristica, le benedizioni contengono innanzitutto la lode e il ringraziamento, perché Dio ci ha già benedetti con i doni della creazione e della salvezza. Seguono poi la supplica e l’intercessione, perché Dio ci benedica ancora e ci aiuti a valorizzare pienamente le cose, gli ambienti, le esperienze.
Così «la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale»
nota
Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 61.
. Secondo la visione del profeta Ezechiele, un fiume d’acqua limpida scaturisce dal tempio; va a irrigare la terra arida e, dove arriva, fa nascere ogni sorta di piante che danno frutti in tutte le stagioni
nota
Cf. Ez 47,1-12.
.
CCC, 1667-1673
[662] Con un insieme armonioso di segni, la comunità cristiana celebra il mistero pasquale, inserendolo nel ciclo annuale e giornaliero del tempo, perché si ridesti nella memoria, riviva nel cuore, sia testimoniato nelle opere.