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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Dono e compito
[867]  La vita è dono di Dio, che esige la nostra libera cooperazione. Se vogliamo vivere in pienezza, dobbiamo osservare la legge morale, che indica la direzione del nostro vero bene. Possiamo mangiare i frutti di tutti gli alberi, ma non quello della scienza del bene e del male, pena la morte. Siamo liberi, però dobbiamo riconoscere i veri valori e osservare le norme che li esprimono.
Ogni dono di Dio è anche un compito per noi. Il Signore libera Israele e gli concede la sua alleanza, ma vuole anche essere riconosciuto come unico Dio e amato «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). Gesù annuncia e inaugura il regno di Dio, ma nello stesso tempo rivolge un pressante appello alla conversione
nota
Cf. Mc 1,15.
. Gli apostoli proclamano l’amore di Dio che ci salva gratuitamente mediante il Cristo morto e risorto, ma esortano anche ad assumere un comportamento conseguente: «Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,11).
Il vangelo è innanzitutto una buona notizia, non un codice. Narra le meraviglie che Dio ha compiuto, compie e compirà a nostro favore. Tuttavia contiene nel suo interno anche una legge, quella della carità, che accoglie il dono divino della vita e ne promuove la crescita integrale in se stessi e negli altri.
CdA, 391
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
391

[391]  L’uomo cede alle lusinghe del serpente, immagine dell’idolatria e in definitiva di Satana; non si fida di Dio; rifiuta di riconoscerlo 10-195.pngcome Signore della sua vita e norma del suo agire; non tiene conto dell’ordine sapiente, da lui posto nella creazione. Mangia il frutto dell’albero della scienza del bene e del male e così si fa legge a se stesso. Vuole sperimentare tutto e decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male; pretende di realizzare, senza Dio e la sua grazia, il proprio desiderio illimitato di vivere; vuole essere praticamente un dio, autosufficiente e onnipotente.
Ma l’uomo si ritrova nudo, misero e solo in una terra diventata ostile; si sente umiliato dalla vergogna, minacciato dalla morte, incapace di controllare gli istinti. Il rifiuto della comunione con Dio porta con sé la divisione tra gli uomini stessi. L’armonia originaria con Dio, con se stesso, con gli altri e con la natura è perduta; il ritorno al giardino è sbarrato dalla «fiamma della spada folgorante» (Gen 3,24).